Gli “umarell”… Prima del lockdown erano sempre lì, nei cantieri, con i gomiti stretti e le mani intrecciate dietro la schiena. Osservavano con attenzione gli operai al lavoro, ne commentavano le azioni, dispensavano consigli e possibili soluzioni “ingegneristiche”.
Gli “umarell” sono il più delle volte pensionati, talvolta brontoloni, sicuramente molto radicati sul territorio. Sono stati definiti “eroi metropolitani” e in poco tempo sono diventati un fenomeno, al punto che è stata messa in commercio una statuetta che ne ricalca la classica postura da osservatore privilegiato.
L’idea di Fabio Concato nata da una statuetta
Ed è proprio osservando una di queste statuette, regalatagli da un amico, che un grande cantautore, Fabio Concato, ha composto una canzone durante la pandemia da Covid-19. Si intitola L’Umarell, e la si può ascoltare sul canale Youtube dell’artista.
Il pezzo è cantato per il 90% in milanese, un omaggio ad uno dei luoghi più colpiti dal Coronavirus. «Ho cercato di dare il mio contributo come autore, senza alcuna retorica, con un pizzico d’ironia e con molto cuore», ha dichiarato Concato. Il brano è stato registrato in modalità casalinga: l’autore si è registrato con il telefonino, ed ha condiviso il pezzo con i suoi musicisti. Ognuno ha dato il suo contributo “a distanza”.
Eccola allora la squadra impegnata nei video: Ornella D’Urbano (piano, tastiere e arrangiamenti), Larry Tomassini (chitarre), Gabriele Palazzi (batteria) ed ovviamente Fabio Concato alla voce.
Il testo de “L’Umarell” e quel “noi” che unisce tutti
L’Umarell parla di quarantena, di lockdown e di tutte quelle misure che, piano piano, si sono allargate per una fetta della popolazione, a scapito di altre: “A me piace andare fuori, andare a spasso, ma è ancora impossibile: non ho il Pass. Adesso apro e butto l’occhio sulla strada. C’è qualcuno con la maglietta, tutto sudato, fa una corsetta… E noi chi siamo? I più stupidi? Noi cosa facciamo?”, recita una strofa del brano.
Quel “noi” stringe tutti in un abbraccio, non solo i senior, ma anche tutti quelli che non hanno usufruito del bonus “corsetta”, per svariate ragioni. E come spesso succede la musica è un collante, universale, che attraversa le generazioni per farle sentire più vicine. Ed infatti, oggi, è proprio così: tutti si sono sentiti, almeno una volta nei due mesi di quarantena, un po’ Umarell.
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