Un film racconta le imprese e l’enigma della scomparsa della grande scalatrice polacca, scomparsa a 49 anni tra le nevi dell’Himalaya
Wanda Rutkiewicz è stata la prima donna europea a scalare l’Everest ed anche la prima alpinista sul K2. La sua leggenda inizia il 16 ottobre 1978 quando diventa la terza donna della storia e la prima europea a scalare l’Everest. Il film “L’Ultima spedizione”, promosso dal Club alpino italiano, con la regia dell’alpinista Eliza Kubarska, esce il 3 febbraio 2025. Racconta le sue imprese e come queste abbiano cambiato la storia dell’alpinismo. Ma lascia anche un velo di mistero sulla sua fine, avvalorata dal mancato recupero del corpo.Insomma un film affascinante, che tratta argomenti sui quali possono aprirsi interessanti discussioni. Un’opera da non perdere”, ha dichiarato Angelo Schena, del Cai.
Wanda Rutkiewicz, la pioniera dell’Himalaya
Il 16 ottobre 1978 diventa la terza donna della storia e la prima europea a scalare l’Everest. Riesce a salire in cima ad altri sette ottomila nel giro di poco tempo. Conquista il Nanga Parbat in una spedizione tutta al femminile. La sua seconda impresa epica è la conquista del K2 , il 23 giugno del 1986, prima donna al mondo, senza ossigeno supplementare. I suoi compagni di scalata, i coniugi Liliane e Maurice Barrard, perdono la vita durante discesa. Wanda non si ferma e tocca altri 8 ottomila, tra cui l’Annapurna. Ma è il Kanchenjunga a fermarla nel 1992. Il 12 maggio è avvistata per l’ultima volta in una grotta a 8.300 m, a circa 250 metri dalla vetta. Viene dichiarata scomparsa il 13 maggio 1992, a 49 anni. Tre anni dopo una spedizione ritrova corpo, identificato come il suo,(identificazione poi contestata) e le dà l’ultimo “addio” lasciandola scivolare in un crepaccio.
Una donna fuori dagli schemi
Nel lungometraggio, la regista è in cerca di prove che Rutkiewicz abbia pianificato la sua scomparsa e si stia nascondendo in un monastero tibetano. In particolare, la narrazione segue le sue tracce dal Nepal al Tibet, attraverso le vette più alte fino al Kanchenjunga, per scoprire cosa sia davvero accaduto. Il film è costruito su due livelli narrativi: il primo riguarda la ricerca della verità. Il secondo livello è dedicato alla sua ricerca psicologica e alle sfide che ha affrontato, sia in montagna che a casa. Nata in Lituania il 4 febbraio 1943, si trasferisce in Polonia dove diventa ingegnere. Due matrimoni e la scoperta casuale della sua passione per gli ottomila che la porterà alla morte.
Un enigma da risolvere
Oltre a raccontarci delle sue imprese, infatti, Eliza Kubarska affronta il tema, ancora attuale, della difficoltà di una donna di entrare a far parte del mondo dell’alpinismo prevalentemente maschile. La Kubarska affronta anche tutte le ipotesi che sono state avanzate sulla sua misteriosa scomparsa sul Kangchenjunga. Compresa quella di essersi ritirata in un convento di monache buddiste. Ad oggi non si sa se abbia raggiunto la cima e il suo corpo non è mai stato recuperato. Il governo polacco per onorarne la memoria a 30 anni dalla sua scomparsa dichiarò il 1992 Anno di Wanda Rutkiewicz.
A questo link il trailer del film
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