È riuscita a convincere i giudici che il grattacielo, che doveva arrivare a 52 piani, era troppo alto, e chi aveva dato i permessi aveva abusato delle leggi di zona. La giustizia le ha dato ragione e l’edificio non dovrà superare i 32 piani.
Un grosso colpo per i costruttori, che non pensavano di dover fronteggiare la rivolta della signora Olive, che ha convinto i residenti a dire no all’ennesimo stravolgimento di un quartiere già molto cambiato dall’arrivo dei super ricchi.
La signora ha anche creato un’associazione no profit, il Comitato per lo sviluppo ambientale, e non è nuova alle battaglie per l’ambiente; infatti nel 2010 fece causa al Lincoln Center per aver distrutto un’area verde, che il famoso complesso culturale ha dovuto infatti ricostruire.
Olive di questo suo impegno dice: «I miei compagni di battaglie sono tutti pensionati. I giovani sono troppo impegnati a cercare di guadagnarsi da vivere per resistere in questa città sempre più cara. Ma non possiamo lasciare che i palazzinari si avvantaggino a sfavore della gente. Vivere significa lottare».
SINTESI DI: La vittoria di nonna Olive “Abbassate quel grattacielo”, Anna Lombardi, La Repubblica, 09-03-2020
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