Vuoi proteggere il tuo cuore? Allora prendi l’abitudine di andare a letto tra le 22 e le 23. Uno studio britannico, coordinato da David Plans della Università di Exer, e pubblicato sull’European Heart Journal – Digital Health, ha fatto proprio chiarezza su quale sia l’orario migliore per andare a dormire.
La ricerca ha interessato oltre 88 mila persone, di età media pari a 61 anni, monitorandone le abitudini del sonno. I partecipanti hanno dovuto portare al polso, per una settimana, un accelerometro. Si tratta di un apparecchio in grado di monitorare, tra le tante cose, la durata, l’irregolarità e il tempo di inizio e fine del sonno.
Le persone sono state tenute sotto osservazione per sei anni, registrando oltre 3.100 eventi cardiovascolari di vario tipo (soprattutto infarto, ma anche ictus o grave scompenso cardiaco).
Analizzando questi dati è emerso che, rispetto a chi si coricava tra le 22 e le 23, chi andava a letto più tardi presentava un rischio cardiovascolare maggiore. Una percentuale di rischio pari al 12% per chi andava a letto tra le 23 e le 24 fino a toccare il 25% per coloro che si coricavano oltre la mezzanotte. Una tendenza registrata anche in chi si addormentava presto: chi si metteva a letto prima delle 22, infatti, aveva un rischio maggiore del 24% circa.
L’orario migliore per andare a dormire
Un altro studio di qualche tempo fa, condotto nella Facoltà di Medicina di Vienna, valutava il rapporto tra qualità del sonno (prevalenza di quello notturno rispetto al diurno, durata del sonno, interruzioni e russamento) ed aritmie cardiache. Analizzando un campione di 350 mila individui, senza patologie, si è dimostrato che per coloro che hanno una buona qualità del sonno c’è un rischio inferiore di sviluppare una fibrillazione atriale. Una percentuale del 29% in meno rispetto a chi ha un sonno disturbato.
E se è vero che la qualità e la durata del riposo hanno un valore importante per prevenire scompensi e squilibri, allora dovremmo davvero imparare che l’orario migliore per andare a dormire è tra le 22 e le 23. Del resto è quello che meglio rispetta il ritmo circadiano dei vari ormoni coinvolti nel ritmo sonno-veglia.
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