Secondo una nuova ricerca sulla longevità l’uomo potrebbe superare l’attuale e finora imbattuto record di 122 anni di età.
Per la scienza non siamo ancora neanche minimamente vicini al raggiungimento della durata massima della vita umana. Anzi è probabile che il record di longevità di Jeanne Calment, scomparsa nel 1997 dopo il suo 122esimo compleanno, sarà superato nel 2060 dagli adulti di oggi divenuti ormai anziani. Il dibattito degli scienziati sul tema della longevità e della speranza di vita, in particolare da quando l’innalzamento dell’età media è un trend consolidato, è sempre più fitto. Se studi recenti hanno fissato il limite tra i 120 e i 150 anni, l’ultima novità viene da una ricerca pubblicata a marzo su Plos One, che profetizza nuovi record di longevità per i prossimi 40 anni.
Il modello di studio
La ricerca, condotta in collaborazione tra il team di David Mc Carthy dell’università della Georgia e quello di Po-Lin Wang dell’Università della Florida del Sud, non è in grado di fissare un’età massima fino alla quale gli uomini possano vivere, ma proietta la tendenza della mortalità negli anni a venire. Gli studiosi hanno utilizzato i dati sulla mortalità contenuti nello Human Mortality Database (la maggiore fonte al mondo di dati scientifici sulla mortalità nei Paesi sviluppati), ricorrendo poi alla statistica per analizzare la durata della vita dei nati nello stesso anno. Lo studio ha interessato 19 paesi industrializzati, tra i quali anche l’Italia, con risultati interessanti. Sebbene, sottolineano i più critici, la durata della vita sia fondamentalmente un fenomeno biologico, non matematico.
Un’analisi demografica
Dai dati i ricercatori hanno rilevato che il tetto della mortalità umana è aumentato in due precisi momenti storici. Il primo riguarda i nati nella seconda metà dell’800 (più gli uomini delle donne), probabilmente per i primi miglioramenti nella sanità pubblica e nella tecnologia medica. Per queste persone la durata della vita si era estesa di circa 5 anni. Il secondo, ben più significativo, interessa i nati tra il 1910 e il 1950 (che attualmente hanno un’età tra i 70 e i 110 anni). Per loro l’aspettativa di vita è aumentata di circa 10 anni, il che fa supporre una tendenza a vivere significativamente più a lungo dei loro predecessori. Si può dunque ipotizzare che la durata massima della vita umana non sia fissa e che i nati prima del 1950, ad oggi troppo giovani per battere gli attuali record di longevità, non lo saranno più nel 2060.
L’età dell’uomo è nelle mani della politica
Dunque, se esiste un limite massimo per la durata della vita umana, non ci stiamo ancora avvicinando. Tuttavia, mettono in guardia gli scienziati, le previsioni del trend in aumento saranno possibili solo se le scelte dei governanti continueranno a sostenere la salute e il benessere della silver age. E se la situazioni politiche, ambientali ed economiche rimarranno stabili. Fatto non del tutto scontato, come ha mostrato l’epidemia di Covid-19 con le sue ricadute drammatiche sulla mortalità degli anziani. Peraltro, se come suggerisce lo studio, il record di longevità tenderà ad aumentare, le implicazioni per la società, l’economia e le esistenze individuali, saranno durature e profonde.
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