La ricerca della longevità ha da sempre affascinato l’umanità. E anche se molti sono portati a credere che la durata della vita sia scritta nei geni, un recente studio dell’Università di Oxford, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Medicine, dimostra che la componente genetica incide solo in minima parte. Infatti, sono gli stili di vita ad avere un’influenza determinante sulla longevità.
Alimentazione, attività fisica, relazioni sociali e gestione dello stress giocano un ruolo fondamentale nel mantenere il corpo e la mente in salute, contribuendo a vivere più a lungo e meglio.
L’impatto limitato della genetica sulla longevità
Per gli studiosi, la genetica contribuisce solo per circa il 25% alla durata della vita di un individuo. Questo significa che, nonostante l’eredità genetica possa predisporre a determinate condizioni, la maggior parte dei fattori che influenzano la longevità sono legati all’ambiente e alle abitudini personali.
Ad esempio, negli ultimi due secoli, l’aspettativa di vita è raddoppiata, mentre il nostro patrimonio genetico è rimasto sostanzialmente invariato.
L’importanza degli stili di vita sani
Secondo lo studio, le scelte quotidiane hanno un impatto profondo sulla nostra salute e longevità.
– Alimentazione equilibrata: una dieta ricca di frutta, verdura, cereali integrali e povera di zuccheri e grassi saturi contribuisce a prevenire malattie croniche e a mantenere il corpo in salute.
– Attività fisica regolare: l’esercizio fisico costante aiuta a mantenere il peso forma, migliora la circolazione e rafforza il sistema immunitario.
– Evitare il fumo e l’eccesso di alcol: queste abitudini sono associate a numerose patologie e possono ridurre significativamente l’aspettativa di vita.
– Gestione dello stress: tecniche come la meditazione, lo yoga o semplicemente dedicare del tempo a hobby e passioni possono ridurre lo stress e migliorare la qualità della vita.
Le “zone blu”: esempi di longevità nel mondo
Alcune regioni del mondo si distinguono per un’alta concentrazione di persone che vivono oltre i cento anni. Queste aree, definite “zone blu”, comprendono località come Okinawa in Giappone, la Sardegna in Italia, Icaria in Grecia, Nicoya in Costa Rica e Loma Linda in California. Nonostante le differenze geografiche e culturali, gli abitanti di queste zone condividono alcuni elementi che favoriscono la longevità.
La loro alimentazione è prevalentemente a base vegetale, ricca di legumi, verdure e frutta, con un consumo moderato di carne e prodotti trasformati. La vita quotidiana è scandita da un’attività fisica costante, integrata in modo naturale nelle abitudini di tutti i giorni: camminare, lavorare nei campi o svolgere attività domestiche permette di mantenere il corpo attivo senza bisogno di allenamenti intensivi.
Relazioni sociali forti, vita lunga
Un altro fattore chiave è il forte senso di comunità. Relazioni sociali solide, il supporto reciproco e il coinvolgimento in attività collettive contribuiscono a ridurre lo stress e a migliorare il benessere mentale. Inoltre, molte di queste popolazioni adottano routine quotidiane che favoriscono il rilassamento, come momenti di preghiera, meditazione o riposo pomeridiano, pratiche che sembrano incidere positivamente sulla qualità della vita e sulla sua durata.
Non è mai troppo tardi per cambiare
Anche se non si è iniziato presto, apportare modifiche positive allo stile di vita può avere benefici significativi. Sono molti gli studi che indicano che migliorare la propria dieta e aumentare l’attività fisica anche in età avanzata può aggiungere anni alla vita e vita agli anni. Dunque, se la genetica pone le basi, sono le nostre scelte quotidiane a plasmare il nostro futuro. Adottare uno stile di vita sano non solo aumenta la probabilità di vivere più a lungo, ma migliora anche la qualità della vita.
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