Il fisico Albert Barabási, direttore del Center for Network Science all’Università di Boston, dopo aver analizzato le pubblicazioni di 10.000 scienziati e le carriere di quasi mezzo milioni di artisti è giunto a una conclusione. Nei primi anni della professione le persone non sono più creative, ma solo più produttive. I giovani hanno di fatto una maggiore propensione a perseverare. Il che aumenta di fatto le possibilità di avere successo. Ma la curiosità, la capacità di stupirsi e lanciarsi in nuove sfide, non appartiene ad un’età anagrafica.
Il processo creativo non ha età
Il processo creativo, come documenta la ricerca, è presente in tutte le fasi dell’età dell’uomo. Non solo, ma si esprime tanto attraverso forme intellettive più elevate, come l’arte e la scienza, quanto in ambiti accessibili a tutti. Basti pensare all’interesse per la cucina, per le piante di casa, per la realizzazione di un lavoro a maglia. O all’organizzazione di una gita con gli amici e al racconto della buona notte ai nipotini. Essere creativi ci aiuta ad esprimere le nostre potenzialità e a realizzare noi stessi in qualunque momento dell’esistenza.
La creatività nella terza età, un atteggiamento positivo verso la vita
La creatività presuppone un atteggiamento positivo verso la vita e, allo stesso tempo, aiuta a realizzarlo. Ormai lontani dallo stereotipo che vede l’anziano chiuso nelle sua stanza, intento solo a ricordare il passato, studi recenti ci confermano che la terza età è ancora il luogo della conoscenza e della crescita.
Anzi, appare ormai confermato che, proprio in questa fase, l’uomo può finalmente giungere alla sua più completa realizzazione. Questo è il momento, infatti, in cui il senso creativo si mescola ai ricordi e alle esperienze passate.
Dalla letteratura alla musica, alcuni creativi longevi del passato
Del resto, gli esempi di longevità creativa nel corso del tempo sono numerosissimi. Si possono citare scrittori come Johann Wolfgang von Goethe, che scrisse il Faust a 80 anni, o John Ronald Reuel Tolkien, che aveva 62 anni quando uscì il suo capolavoro, Il Signore degli Anelli. Fra i musicisti ci sono Giuseppe Verdi, autore del Falstaff a 80 anni, e Igor Stravinskij, che a 82 anni compose l’Elegia per John Fitzgerald Kennedy.
Perché la creatività non diminuisce con l’età
Del resto la creatività si sviluppa nell’arco di tutta la vita e si manifesta attraverso un continuo perfezionamento.
Si tratta di una tendenza facilmente osservabile nel campo puramente artistico. L’opera più compiuta dello scultore Donatello, ad esempio, è il pulpito della chiesa di San Lorenzo a Firenze, terminato poco prima di morire. Michelangelo Buonarroti, ormai quasi novantenne, lavorava al suo capolavoro, la Pietà Rondanini. E che dire della grandezza di Tiziano e Picasso, le cui opere più celebri risalgono proprio al periodo della loro vecchiaia?
Creativi longevi dei nostri giorni
Se guardiamo ai nostri giorni il pensiero va subito ad Andrea Camilleri. Lo scrittore siciliano ha dato vita al suo personaggio più amato, il Commissario Montalbano, quando aveva ormai 69 anni. Tra gli scienziati, poi, la prima a venirci in mente è Rita Levi Montalcini, che ha ottenuto il Nobel per la medicina a 77 anni. O John Goodenough, premio Nobel per la chimica a 97 anni, ancora impegnato attivamente nella ricerca.
Da Hollywood a McDonald’s, non è mai troppo tardi
Esempi di capacità creativa nell’età longeva non mancano neppure nel mondo del cinema: Clint Eastwood ha diretto i suoi film migliori passati ormai i 70 anni.
Sempre dagli Stati Uniti arrivano due storie di imprenditori milionari. Una riguarda il colonnello Sanders, l’inventore della catena americana Kentucky Fried Chicken, che ha aperto il suo primo negozio a 62 anni. L’altra è quella di Ray Kroc, che ha rilevato il chiosco di hamburger dei fratelli McDonald’s a 53 anni, facendolo diventare un impero. Quindi, non è mai troppo tardi neanche per buttarsi negli affari. Anche la finanza, infatti, vuole la sua dose di creatività.
Creatività e curiosità. L’esperienza di Chen Shaoqin e il vantaggio dell’età
La curiosità apre le porte alla creatività. Chen Shaoqin è un’esile signora cinese di 70 anni divenuta una celebrità presso il Centro di Arte Contemporanea di Pechino (UCCA). Negli ultimi quattro anni ha collezionato più di 2.500 ore come guida.
Quando, come molti altri nonni cinesi, si è trasferita a Pechino per prendersi cura di sua nipote, Chen non si aspettava certo che la sua vita sarebbe diventata così vivace. Non conoscendo la città, ha finito col passeggiare in un luogo che la affascinava, Il Centro per l’Arte Contemporanea.
Senza un background artistico, Chen si è mossa stupita e affascinata tra le gallerie del complesso. Finché ha deciso di sottoscrivere un abbonamento come membro sostenitore. Dopo otto anni, nel 2016 è stata invitata dal direttore del Museo a lavorare come guida per gli appassionati che visitano il complesso. «All’inizio ho esitato», dice Chen. Ma poi ha colto l’occasione. Anche perché le è stato offerto un compito che non avrebbe potuto rifiutare: occuparsi degli artisti che si avvicendano nel corso delle diverse mostre.
Lavorando con colleghi più giovani, tra i 20 e i 30 anni, Chen ha notato subito che l’età ha un vantaggio. Non importa quanto sia famoso un artista, in ogni caso non può sottrarsi alle sue domande. Sarebbe irrispettoso. Di conseguenza, molti le raccontano storie e aneddoti sulle loro opere. Così Chen ha molti racconti interessanti da condividere con i visitatori. Si occupa anche dell’allestimento di mostre importanti, da Picasso a Elizabeth Peyton, e dell’accoglienza degli ospiti stranieri. «Il mio inglese non è buono, ma ho il coraggio di parlarlo e di continuare a studiare», dice Chen. Perché, conclude, «Niente è impossibile finché rimani curioso».
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