Fare nuovi progetti dopo la pensione o ripensare il proprio lavoro dopo i 60 anni è sempre più comune, complice l’aumento dell’età media della popolazione e il miglioramento complessivo delle condizioni di salute.
Una nuova fascia di popolazione, come quella degli over 60, che un tempo era considerata in età anziana, è oggi pronta ad affrontare cambiamenti importanti con entusiasmo e voglia di fare nuovi progetti. Si tratta dei cosiddetti Longennials, parte integrante della vita sociale, consumatori attivi, viaggiatori, pianificatori di investimenti e di nuove sfide professionali.
“Con la prospettiva di poter vivere anche oltre trent’anni dopo il pensionamento, la longevità fa parte della nostra quotidianità”, ha spiegato Cetti Galante, amministratore delegato di Intoo, una realtà che si occupa di reinserimento professionale nel mercato del lavoro. “Occorre affrontarla il prima possibile con un approccio di planning per la tenuta dei capitali personali in gioco, ossia quello fisico e di salute, quello finanziario e patrimoniale e quello umano e di competenze. Nello specifico quest’ultimo significa avere consapevolezza delle proprie abilità e della capacità di produrre reddito finché se ne ha bisogno, in una visione integrata fra vita, lavoro e pensione che può aprire una nuova fase professionale per chi decide di proseguire e restare attivo, anche a tempo parziale o con una transizione graduale.”
Una tendenza arrivata dagli Stati Uniti
Il fenomeno dei Longennials è stato messo in luce in America con la recente tendenza alle cosiddette grandi dimissioni o great resignation, i licenziamenti volontari allo scopo di trovare posti di lavoro più soddisfacenti, esplosa dopo la pandemia. Negli ultimi anni le aziende hanno cominciato a preferire le nuove assunzioni di over 50 a quelle dei giovani, riscoprendone l’importanza in fatto di conoscenze, esperienza e dinamicità. Questi professionisti, ribattezzati appunto come Longennials, fanno parte di una generazione molto più dinamica dei coetanei di qualche decennio fa, e secondo gli esperti non lasceranno il lavoro in modo improvviso come accaduto finora con i pensionamenti, ma in modo graduale.
Nuove sfide professionali
È proprio quando la situazione professionale è consolidata che ci si pone dunque nuove sfide, e dopo i 50 anni è il momento di decidere se restare ad esempio nella propria azienda o magari reinventarsi come libero professionista, o titolare di una piccola impresa. La base di partenza deve essere sempre la consapevolezza delle proprie capacità e del posizionamento sul mercato in base all’esperienza maturata, anche grazie ai contatti acquisiti negli anni.
Dunque la longevità assume anche una connotazione professionale, in un mondo dove le competenze e l’esperienza possono fare la differenza. A 60 anni è il momento in cui valorizzare al meglio il percorso lavorativo, capendo come si possa diventare un riferimento per i più giovani, e magari convertire il proprio lavoro in quello di “mentoring”.
Attenzione alla previdenza
Dal lato previdenziale è bene cominciare a fare i conti, prendendo in considerazione eventuali versamenti volontari se mancano pochi mesi al raggiungimento dei requisiti previsti per la pensione anticipata (attualmente 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini fino al 2026).
Reinventarsi caregiver
Fra i 50 e i 60 anni non di rado ci si trova a maturare anche l’esperienza del caregiver, con l’assistenza a familiari più anziani e fragili. Anche il lavoro di cura può diventare uno “strumento” per riscoprire competenze da mettere al servizio del ruolo professionale, perché permette di restare attivi sul fronte della ricerca di fonti e contatti, e sviluppa empatia, capacità di ascolto, gestione di nuove relazioni.
Lavorare in pensione
Tutti coloro che vogliono proseguire un’attività professionale dopo la pensione oggi possono farlo e con nuove prospettive in termini di reddito compatibile e cumulabile con quello da lavoro, che sia dipendente o autonomo. Solo alcune pensioni anticipate come Quota 100/102/103 non prevedono questa possibilità fino a quando non si è raggiunta l’età per la pensione di anzianità.
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