Un signore distinto in un elegante abito d’altri tempi, baffi importanti, testa pelata. In pochi devono averlo riconosciuto. Eppure l’uomo a cui Google ha dedicato un doodle nei giorni passati è il promotore di una teoria scientifica estremamente attuale: l’importanza di lavarsi le mani per difendersi dalle infezioni.
Stiamo parlando del medico ungherese Ignaz Semmelweis che nel 1847 dimostrò l’efficacia dell’igiene delle mani nel ridurre il contagio di una malattia tra le donne presenti nel reparto di maternità dell’ospedale di Vienna.
Se fosse vivo oggi probabilmente Semmelweis si stupirebbe di assistere al successo universale della sua teoria. Lui che per primo aveva intuito il potere preventivo di quel semplice gesto vedrebbe miliardi di persone nel mondo metterlo in pratica a più non posso per allontanare il rischio di contagio del nuovo Coronavirus che ha scatenato la pandemia.
Con il senno del poi sembra impossibile, ma la pulizia delle mani non era ritenuta fondamentale neanche tra i medici. Quando nel 1847 Semmelweis iniziò a lavorare in ospedale, si accorse stupito dell’alto tasso di mortalità delle donne ricoverate in uno dei reparti di ostetricia e ginecologia. Nel reparto gestito da medici e specializzandi il 18% delle neo-mamme moriva di una misteriosa malattia definita all’epoca come “febbre o sepsi puerperale”. Nel reparto dove lavoravano le ostetriche il tasso di mortalità delle donne era solamente del 2%. A cosa era dovuta questa differenza? Semmelweis passò in rassegna tutte le possibili spiegazioni, dalla temperatura dell’ambiente, al numero di operatori presenti nelle corsie, alle procedure utilizzate. Niente di tutto questo poteva spiegare l’eccesso di mortalità di un reparto rispetto all’altro. Il medico ungherese allora si concentrò sui gesti delle ostetriche e dei dottori, cercando differenze significative.
La soluzione arrivò quando uno dei medici dell’ospedale morì dopo essersi ferito nel corso di un’autopsia su una donna deceduta per infezione puerperale. Ebbene sì, i medici usavano le mani per fare le autopsie e senza lavarsele facevano partorire le donne. Le ostetriche non eseguivano gli esami sui cadaveri, quindi non erano veicolo di infezioni. Per questo motivo nei reparti dove lavoravano solo ostetriche morivano meno donne.
Semmelweis allora obbligò i dottori del reparto di maternità a lavarsi le mani con una soluzione di cloro prima di procedere al parto. Così facendo, in solamente un anno, la mortalità scese del 90%. Nonostante l’evidente successo della procedura, la comunità scientifica non ne riconobbe l’importanza. La teoria venne addirittura ridicolizzata.
Semmelweis ricorse anche a lettere minatorie pur di obbligare i medici a lavarsi le mani prima di toccare le pazienti. Quelle intimidazioni gli costarono la condanna definitiva da parte dei suoi colleghi. Emarginato e amareggiato per il mancato riconoscimento della sua scoperta, Semmelweis finì in un ospedale psichiatrico dove morì nel 1865.
Oggi la scienza lo porterebbe in trionfo.
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