Lo dimostrano due studi italiani condotti a Roma e Milano. Al crescere delle polveri sottili nell’aria, la depressione aumenta del 13%, l’ansia del 9%. I pazienti con disturbi bipolari rischiano il ricovero quattro volte di più nei giorni di allerta smog.
Che nelle città più inquinate si viva peggio non è una novità. Lo è però la scoperta che lo smog non ha effetti dannosi solo sul corpo, ma anche sulla mente. A dimostrarlo, due studi scientifici italiani, presentati in anteprima nel corso del recente Seminario internazionale “RespiraMi: Recent Advances in Air Pollution and Health”, co-organizzato dalla Fondazione Irccs Policlinico di Milano e dalla Fondazione Internazionale Menarini.
Gli studi condotti a Roma e Milano
La prima indagine è del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario della Regione Lazio-Asl Roma 1 fra il 2011 e il 2019 su oltre 1,7 milioni di abitanti di Roma con più di 30 anni. Il secondo studio è stato invece condotto dalle Unità operative di Epidemiologia e Psichiatria del Policlinico di Milano; ha coinvolto circa 200 pazienti con depressione bipolare ricoverati nell’ospedale per episodio maniacale fra il 2007 e il 2019.
Lo smog inquina non solo cuore e polmoni, ma anche il cervello
Lo smog – spiegano i ricercatori – inquina dunque non solo cuore e polmoni, ma anche il cervello. Per ogni microgrammo in più di polveri sottili nell’aria, ovvero di particolato Pm 2.5 per metro cubo, il rischio di depressione aumenta del 13%; quello di disturbi d’ansia del 9%; quello di schizofrenia del 7%. Questo in particolare nella fascia di età fra i 30 e i 64 anni.
Questo effetto perverso dell’inquinamento si riflette innanzitutto sull’uso dei farmaci: nei luoghi più inquinati la prescrizione di antidepressivi cresce dell’1,3% ; quella degli antipsicotici del 4%. In secondo luogo, c’è una conseguenza sulle degenze. Nei giorni successivi ad un allarme smog dovuto all’incremento delle polveri sottili nell’aria, la probabilità di ricovero di chi soffre di depressione bipolare arriva addirittura a quadruplicare. L’incremento del particolato Pm 10 nell’aria, nello specifico, si associa a un rischio di ricovero che arriva a essere 3,6 volte superiore al normale nel secondo giorno dopo l’esposizione all’aria particolarmente inquinata.
Lo smog accelera l’Alzheimer e provoca difficoltà di apprendimento nei bambini
“Sapevamo che l’aria inquinata è deleteria per la funzionalità cerebrale; perché per esempio è stato dimostrato che l’esposizione allo smog peggiora le performance cerebrali e addirittura accelera il declino cognitivo correlato all’età, aumentando il rischio di Alzheimer”, spiega Sergio Harari, direttore dell’Unità operativa di Pneumologia dell’ospedale San Giuseppe MultiMedica di Milano e professore di Medicina interna all’Università Statale di Milano. “Ma i risultati preliminari dei nuovi studi indicano che lo smog può essere tossico sul funzionamento cerebrale al punto da provocare anche patologie psichiatriche – evidenzia -; probabilmente attraverso un incremento dell’infiammazione generale o per un’alterazione delle difese antiossidanti”. Danni che “sono evidenti a ogni età, perfino se si è esposti allo smog durante il periodo fetale”.
Per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo dei bambini “sappiamo per esempio che i livelli di esposizione all’inquinamento atmosferico correlano con le capacità in test matematici e di linguaggio”, osserva Pier Mannuccio Mannucci, professore emerito di Medicina interna alla Statale di Milano. “E quanto più si è esposti allo smog, tanto più con l’andare degli anni peggiorano le abilità cognitive necessarie a svolgere i test; soprattutto nei maschi e in chi appartiene a fasce socioculturali svantaggiate”.
Al contrario “gli spazi verdi nella scuola e nell’ambiente circostante aiutano l’apprendimento, portando a un miglioramento dello sviluppo cognitivo: piante e alberi riducono l’inquinamento atmosferico – aggiunge – e portano i ragazzini ad avere un miglioramento nelle capacità di memoria e di attenzione, a tutto vantaggio della performance scolastica”.
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