Da aprile più di 700 milanesi si sono rivolti allo “psicologo di quartiere” grazie al progetto promosso dall’Ordine degli Psicologi della Lombardia e WeMi, la rete che si occupa degli spazi dedicati ai servizi domiciliari del Comune di Milano.
Il progetto prevede che in ogni quartiere sia presente un professionista selezionato dall’Ordine a cui le persone possono rivolgersi gratuitamente per parlare di problemi personali, lavorativi e di comunità. Che si tratti di una lite con il vicino, di una sensazione di solitudine, di problemi adolescenziali o della gestione dei figli, lo “psicologo di quartiere” presta un primo ascolto indirizzando il cittadino verso le strutture e i servizi preposti e messi a disposizione dall’amministrazione locale.
Dal 2015, grazie ad altri progetti sperimentali, l’Ordine degli Psicologi della Lombardia ha incontrato quasi 7mila cittadini, indagando i bisogni più ricorrenti. Un’analisi che ha coinvolto la popolazione a 360 gradi prendendo in esame problemi legati a tutte fasce d’età: per i più giovani, ad esempio, sono risultati centrali i temi del bullismo, alcune forme di dipendenza e i disturbi dell’apprendimento, mentre in età adulta si sono registrati più casi di stress lavorativo, disturbi d’ansia, violenza di genere, difficoltà d’integrazione ed alcune problematiche legate all’invecchiamento che hanno interessato specialmente i Municipi 1, 5 e 9.
Com’è noto, infatti, il percorso che porta all’invecchiamento può essere vissuto come “una sfida”: i cambiamenti che intercorrono a livello fisico, cognitivo e nelle esperienze di tutti i giorni possono spaventare e, a volte, necessitano di un supporto esterno. Rivolgersi ad uno psicologo o ad uno sportello d’ascolto può rivelarsi molto utile per la gestione di sintomi ansioso-depressivi che spesso sono scaturiti dalle credenze negative sull’invecchiamento, alimentando il malessere. Un supporto psicologico può aiutare a non considerare l’età come un limite e a rafforzare le risorse del paziente e la sua capacità di far fronte ai cambiamenti dovuti all’invecchiamento. Secondo recenti studi, infatti, il benessere psicologico sembrerebbe essere un fattore protettivo per la salute dei senior: alcune ricerche, in particolare, hanno mostrato come il benessere psicologico sia collegato anche all’assenza di alcuni disturbi fisici quali le malattie cardiovascolari.
Anche per questo i cittadini milanesi si sono rivolti al servizio dello “psicologo di quartiere”: tra le segnalazioni più numerose, infatti, si trovano problematiche legate alla solitudine e sintomi depressivi che affliggono circa un milanese su cinque. Tante anche le richieste legate alla difficoltà di assistere genitori anziani, famigliari con disabilità o patologie croniche importanti. Un progetto che potrebbe essere esportato a livello nazionale. Ne ha parlato Riccardo Bettiga, il Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, in un’intervista a Milano Today: «Abbiamo costruito il progetto dello psicologo di quartiere dando seguito alle esperienze di presenza sul territorio che abbiamo avviato dal 2015 in poi. Ci siamo dati l’obiettivo di portare la psicologia nel cuore del tessuto urbano, dentro i quartieri e tra la gente: la salute mentale e il benessere psicologico sono aspetti fondamentali della qualità della vita, non solo dei singoli individui, ma anche delle comunità. In Lombardia e in particolare a Milano esistono validissimi servizi e strutture a cui i cittadini possono rivolgersi, tuttavia resta difficile intercettare bisogni complessi, legati sia a difficoltà personali e famigliari, sia a problematiche come la povertà e il rischio di esclusione sociale».
© Riproduzione riservata