In alcune regioni indossare una protezione per il viso che copra naso e bocca è già un obbligo, che probabilmente si estenderà a tutto il Paese con l’avvio della cosiddetta “Fase 2”. Purtroppo in questi mesi non si è risolto il problema della carenza di questi dispositivi di protezione, diventati in poco tempo quasi introvabili se non a prezzi estremamente maggiorati.
Per fortuna le iniziative di solidarietà non si sono fatte attendere, come abbiamo già visto con il Movimento delle sartine, e si sono moltiplicate in tutta Italia: per dare una risposta alla popolazione, sarti e sarte di tutte le età si sono messi all’opera e hanno cominciato a cucire mascherine in cotone, o in tnt, tessuto non tessuto. Certo non si tratta di presìdi medici, ma di protezioni che possono comunque essere utilizzate nella vita quotidiana.
Un gara di beneficenza che ha visto e vede protagonisti anche tanti senior. Come i coniugi Mario Tinari e Maria Pia Canna, 86 e 80 anni, di Coppito (L’Aquila), che hanno deciso di trascorrere le giornate in casa mettendo in funzione a pieno regime la loro macchina da cucire, con la quale hanno realizzato mascherine in cotone dal filtro intercambiabile. Infermiere lui ed operaia Italtel lei, i due hanno sempre avuto la passione per la sartoria, ed hanno deciso di metterla al servizio della comunità.
Sempre in Abruzzo, a Montazzoli (Chieti), un ex sarto di 80 anni, Romano Del Negro, è tornato nel suo laboratorio e ha rimesso in moto la macchina a pedali Necchi per realizzare le mascherine da mettere a disposizione dei concittadini.
A Brindisi, Franca Zineri e Elvira Suma, madre e figlia di 82 e 57 anni, hanno cominciato a cucire le mascherine prima per i familiari, poi per i vicini di casa e le associazioni di volontariato. L’iniziativa è stata rilanciata da Impresa Mamma, un gruppo di madri nato sui Social ma attivo nella solidarietà sul territorio.
Oltre ai singoli cittadini che hanno deciso di dare il loro contributo, anche alcune aziende hanno cominciato ad attivarsi per la produzione dei dispositivi di protezione, unendo alla beneficenza anche la necessità di non cessare le proprie attività ma provare a convertirle temporaneamente.
A seguito dell’emergenza Covid infatti, il Decreto Cura Italia consente alle imprese la produzione in deroga di mascherine, a patto che la fabbricazione sia conforme alle norme UNI EN 14683:2019 e UNI EN ISO 10993, requisiti che per tutta la durata del periodo d’urgenza possono anche essere autocertificati.
Siamo andati a vedere come si sono organizzate tre realtà del Salento, dove il tessile è uno dei settori caratterizzanti. Ecco come si sono attivati un laboratorio sartoriale di abiti da lavoro, un impianto di tessitura fra i più grandi d’Italia, che fa capo a un’azienda comasca, e una ditta di materassi e cuscini.
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