Dalle proiezioni Istat risulta che in Italia nel 2040 ci saranno 18,8 milioni di cittadini con 65 anni o più, mentre la popolazione in età da lavoro (15-64 anni) si sarà ridotta a 33,7 milioni.
Il trend riguarda tutta l’Europa, poiché Eurostat stima che tra 25 anni gli over 65 saranno il 28% nel complesso dell’Unione.
Ma in Italia la dinamica è più spinta, e si arriverà al 33%. Due indici danno l’indicazione del problema, l’ageing index (rapporto percentuale tra over 65enni e under 15) e l’indice di dipendenza strutturale (popolazione in età non lavorativa sulla popolazione in età da lavoro). Il primo ha superato il 165% nel 2017, il secondo viaggerà tra vent’anni attorno al 80%. Ciò ha comportato già l’anno scorso il fatto che in Italia avevamo un terzo dei giovani occupati in meno rispetto al 1998; negli ultimi vent’anni un giovane italiano su quattro è svanito nel nulla, mentre gli anziani sono in continua crescita. La presenza di questi ultimi è sempre più forte sul mercato del lavoro, soprattutto a causa dell’innalzamento dell’età pensionabile.
Per trovare un nuovo equilibrio di crescita sostenibile ci sono tre strade che andrebbero adottate simultaneamente: allungare gli anni di vita lavorativa, aumentare la partecipazione femminile al mercato del lavoro e incrementare i livelli di istruzione. Il contrario delle decisioni prese dal governo con misure come Quota 100 che puntano all’uscita anticipata, con conseguenze prevedibili sulla tenuta del nostro sistema di welfare.
SINTESI di: Italia sempre più vecchia: fra 25 anni uno su tre over 65, Davide Colombo, Giorgio Pogliotti, Il Sole 24 ore, 02-06-2019
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