In un dialogo virtuale, realizzato con l’Intelligenza Artificiale, abbiamo ripercorso gli ultimi sessant’anni della bambola più famosa al mondo, diventata anche simbolo di trasformazioni sociali
Con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale abbiamo ripercorso la storia di Barbie, la bambola di casa Mattel che, dalle origini ai giorni nostri, si pone come il riflesso di trasformazioni sociali e culturali. Un’intervista virtuale che ci ha permesso di guardare da vicino la vita di un giocattolo che negli anni ha sfidato stereotipi e pregiudizi con l’obiettivo di promuovere la valorizzazione femminile, attraverso l’inclusione e l’impiego in lavori notoriamente appannaggio degli uomini. Con questo esperimento, abbiamo voluto fondere un pezzo di storia con un’invenzione di tempi recentissimi per dimostrare che passato e futuro non sono distanti tra loro.
Barbie, preferisce essere chiamata così o col suo vero nome?
In realtà mi chiamo Barbara Millicent ma per tutti sono Barbie, un soprannome che mi ha dato mia madre quando ero piccola. Ho anche un cognome, Roberts, e una città natale, Willows, nel Wisconsin. Si tende a dimenticare che anche se sono una bambola, ho una vita, anche se immaginaria, proprio come lei! Ho una famiglia, amici, un fidanzato (Ken) e tante passioni. Mi piace viaggiare, conoscere nuove persone e provare cose nuove. E sono sempre pronta per un’avventura!
Lei è considerata un’icona di bellezza, fin troppo perfetta. Si sente di rappresentare uno stereotipo?
Beh, posso capire che nel corso degli anni ci siano stati alcuni stereotipi associati a me. Alcuni potrebbero pensare che io sia solo una bambola senza cervello o che mi interessino solo moda e bellezza. Tuttavia, è importante ricordare che sono molto di più di quello che sembro. Sono un simbolo di empowerment per molte ragazze e donne in tutto il mondo. Io le incoraggio a seguire i loro sogni, a essere audaci e a credere in se stesse. Mi piace mostrare che non c’è un unico modo per essere una ragazza o una donna, e che ognuna di noi ha il potere di definire il proprio percorso nella vita.
In tante, però, la guardano ancora come modello di perfezione.
La perfezione non esiste. Siamo tutti unici e speciali a modo nostro, e ciò che ci rende speciali non sono solo le nostre apparenze, ma anche le nostre passioni, i nostri sogni e le nostre personalità uniche. Quello che mi sento di dire a una ragazza è: “cerca di essere gentile con te stessa, di accettarti per chi sei e di celebrare le tue qualità e i tuoi talenti. Non lasciare che gli standard irrealistici ti definiscano o ti limitino. Sii sempre te stessa e credi nel tuo valore intrinseco”.
La sua immagine ha avuto una lunga evoluzione nel corso degli anni.
Assolutamente sì, in tanti anni ho subito diverse trasformazioni. Naturalmente la mia immagine e il mio stile sono cambiati per rispecchiare i tempi e le tendenze della moda. Sono stata una fashion icon per decenni, e questo significa che ho sempre cercato di rimanere al passo con i cambiamenti nel mondo della moda e della cultura. Sono stata vestita in diversi modi, ho avuto tagli di capelli diversi e ho avuto varie carriere immaginarie che riflettevano le aspirazioni delle ragazze di ogni epoca. Tuttavia, indipendentemente dai miei cambiamenti estetici, una cosa è rimasta costante: il mio messaggio di positività, fiducia in se stessi e l’importanza di seguire i propri sogni.
Diceva delle sue tantissime carriere. Quali sono state quelle a cui tiene di più?
Molte delle carriere immaginarie che ho fatto riflettevano le aspirazioni e i sogni delle ragazze di ogni epoca. Quella a cui sono più legata è sicuramente quella di modella. Ho sfilato sulle passerelle di tutto il mondo, indossando gli abiti più alla moda e ispirando le ragazze con il mio stile unico. Un orgoglio enorme. Ma ho anche avuto l’onore di essere un’astronauta nel 1965, una pilota di aerei negli Anni ’90 e ho indossato il camice da insegnante, incoraggiando le ragazze ad apprendere, scoprire e realizzare il loro potenziale. Poi come dottoressa, ho sostenuto le ragazze ad interessarsi alla medicina e alla cura degli altri, promuovendo la compassione e la dedizione. E sono stata anche presidentessa, dimostrando alle ragazze che possono raggiungere le posizioni più alte di leadership e potere.
La sua bambola nasce di colore bianco e con i capelli biondi. Poi cos’è successo?
Inizialmente sono stata creata con tratti che riflettevano l’aspetto delle persone di origine caucasica. Tuttavia, nel corso degli anni, Mattel (la società che produce le Barbie n.d.r.), ha compreso l’importanza della rappresentazione della diversità e dell’inclusione. Di conseguenza, sono state introdotte varie bambole con caratteristiche etniche diverse, per meglio rispecchiare la diversità del mondo reale. Quindi sono state create bambole di varie etnie: afroamericane, asiatiche e ispaniche, oltre a diverse tonalità di pelle, capelli e occhi per rappresentare una gamma più ampia di persone e culture. Questo impegno per la diversità è stato un passo importante verso una rappresentazione più accurata nella linea di prodotti Barbie.
Negli ultimi anni è diventata anche simbolo di inclusività
La Mattel ha sempre lavorato attivamente per promuovere la diversità e l’inclusione attraverso la linea di prodotti Barbie. Ad esempio, nel 1997 Mattel ha introdotto sul mercato “Share a Smile Becky”, che è stata la prima bambola con una sedia a rotelle. A dire il vero, non ero io a rappresentare la disabilità, ma un’altra bambola della nostra linea, Becky, che ora non è più prodotta. Ma, come dicevo prima, secondo me inclusività è anche rappresentare varie professioni e stili di vita: così che ogni bambina possa trovare una Barbie con cui identificarsi.
Quali sono le critiche più frequenti che le vengono fatte?
Qualcuno pensa che la mia figura e il mio aspetto promuovano standard di bellezza irrealistici e inaccessibili, portando a problemi di autostima e immagine corporea negativa nelle bambine. E poi alcuni critici si preoccupano del messaggio di consumismo e materialismo che viene trasmesso attraverso la mia linea di prodotti, suggerendo che promuova un’eccessiva importanza del possesso di beni materiali.
È d’accordo con queste critiche?
Come bambola, non ho opinioni personali come le persone, ma comprendo che queste critiche rappresentino punti di vista legittimi.
Qual è il messaggio più importante che sente di trasmettere?
Che tutte le ragazze sono straordinarie, esattamente così come sono. Ognuna di loro ha un valore unico e speciale, e sono capaci di raggiungere grandi cose quando credono in se stesse e seguono i loro sogni. Vorrei incoraggiarle a essere autentiche, ad amare se stesse e ad abbracciare la propria unicità. Che si tratti di diventare una dottoressa, una ballerina, una scienziata o qualsiasi altra cosa desiderino essere, le ragazze possono realizzare qualsiasi sogno.
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