Sempre più organizzazioni del terzo settore utilizzano l’IA per rendere il rapporto con gli utenti più efficace e personalizzato. Il tema del rispetto della privacy
Intelligenza artificiale e non-profit sono un binomio vincente per le sfide del terzo settore. Lo rivela “State of Nonprofit Digital Engagement Report” di Twilio, evidenziando l’impatto delle nuove tecnologie sull’engagement delle organizzazioni non-profit. Il rapporto mostra come le società del terzo settore stiano adottando nuove tecnologie, come l’IA, per migliorare l’interazione con i loro utenti. L’88% delle organizzazioni non-profit prevede di assumere uno o più sviluppatori nel prossimo futuro. Inoltre, circa tre organizzazioni su quattro pianificano di cercare supporto tecnologico esterno, segnalando una crescente richiesta di talenti tecnologici nel settore.
L’impatto nel settore sanitario, educativo e umanitario
Tra i vari settori, l’implementazione dell’IA sta portando risultati significativi nella Sanità. Le non-profit, infatti, si affidano all’IA per accelerare i tempi di risposta ai pazienti e il 50% di esse riferisce di aver migliorato l’esperienza degli utenti e i punteggi di soddisfazione. Segue l’Istruzione: il settore utilizza l’IA per connettersi con gli studenti attraverso piattaforme di messaggistica, adottate in particolare dai più giovani. Tra i benefici principali si segnalano tempi di risposta più rapidi (47%), decisioni migliori basate sui dati (41%). E un miglioramento nella fidelizzazione degli studenti (40%). I benefici per chi si occupa di alloggi o aiuti umanitari sono: decisioni migliori basate sui dati (42%), tempi di risposta più veloci (40%) e una maggiore fidelizzazione dei partecipanti (38%).
La sfida della privacy e il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel non-profit
Nonostante l’83% delle non-profit dichiari di essere trasparente sull’uso dell’IA, solo il 38% degli utenti finali condivide questa percezione. Questo divario rappresenta un’opportunità per le non-profit di migliorare la comunicazione e costruire maggiore fiducia. In primis spiegando come e perché vengono utilizzati i dati. Il tema della privacy è quindi particolarmente sentito anche nel terzo settore, inserendosi nel dibattito sulla gestione etica dei dati. Da un lato, infatti, l’approccio predittivo dell’Intelligenza artificiale sta trasformando il modo in cui le organizzazioni interagiscono con gli utenti. Dall’altro, con la crescente attenzione alla politica dei cookies e alla privacy, rappresenta una sfida e allo stesso tempo un’opportunità.
Intelligenza artificiale e non-profit: a che punto è l’Italia?
Anche in Italia (ricerca “Donare 3.0”) alcune realtà non-profit stanno esplorando con successo l’intelligenza artificiale. Le no profit che svilupperanno strumenti di comunicazione avanzata miglioreranno il coinvolgimento degli utenti. E offriranno esperienze personalizzate e comunicazioni più efficaci mantenendo sempre la trasparenza e la protezione dei dati. Il futuro del terzo settore, quindi, si costruisce su un binomio fondamentale: innovazione tecnologica e gestione etica dei dati, dove la personalizzazione guidata dall’IA diventa uno strumento per migliorare l’impatto sociale, garantendo al tempo stesso privacy e sicurezza.
L’intelligenza artificiale al servizio del sociale
“L’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità senza precedenti per il non-profit. Che può finalmente offrire esperienze personalizzate e servizi più efficienti ai propri utenti. Tuttavia, la vera chiave di successo risiede nell’utilizzo etico dei dati e nella capacità di costruire relazioni basate sulla trasparenza e sulla fiducia. Anche le organizzazioni non- profit stanno iniziando a scoprire il valore di questi strumenti predittivi la cui integrazione con i sistemi aziendali permetterà anche a loro di anticipare le esigenze degli utenti in modo sicuro e responsabile. Trasformando l’innovazione tecnologica in un acceleratore di impatto sociale.” dichiara Emanuele Caronia, Founder & CEO di Exelab.
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