Mantenere viva la memoria affinché le giovani generazioni non dimentichino. È questo ciò che spinge molti superstiti dell’Olocausto a tramandare la propria storia. Persone che hanno deciso di dedicare la propria vita a raccontare un’esperienza terribile per far sì che quello che è successo non torni a ripetersi.
Tra questi c’è anche Lily Ebert che ha cercato di avvicinare i giovani a questa tragedia, portando le sue parole sul social network del momento, TikTok. Il canale preferito delle nuove generazioni, infatti, è spesso scena di sfide a ritmo di musica e competizioni di ballo. Ma in questo caso si è rivelato un mezzo immediato con cui arrivare alle orecchie e alle teste dei più giovani che ascoltano la storia di questa noventasettenne.
La storia di Lily Ebert
Ungherese di Bonyhád, Lily Ebert nacque il 29 dicembre del 1933, prima figlia di sei. Quando i nazisti invasero il Paese nel 1944 fu deportata ad Auschwitz-Birkenau insieme alla mamma, al fratello minore e alle tre sorelle. Il tatuaggio sul suo braccio lascia ancora intravedere il numero A-10572.
Al suo arrivo al campo, la madre, il fratello e la sorella minore furono immediatamente uccisi mentre Lily e le sorelle Renee e Piri vennero scelte per lavorare. Quattro mesi dopo il loro arrivo, però, le tre ragazze vennero trasferite in una fabbrica di munizioni vicino Lipsia, dove lavorarono fino alla liberazione avvenuta grazie le forze alleate nel 1945.
Ci vollero otto anni prima che Lily Ebert si ricongiungesse al fratello maggiore, Imre, scampato alla ferocia nazista e insieme si trasferissero in Israele.
I ricordi vividi di Lily
Nonostante siano passati più di 70 anni, Lily ricorda esattamente il suo arrivo ad Auschwitz. Dopo un interminabile viaggio in treno, infatti, i deportati furono messi in fila per cinque. Di fronte a loro c’era un uomo con un bastone in mano. Si trattava del dottor Josef Mengele, il medico nazista divenuto famoso come “l’Angelo della Morte” per i suoi brutali esperimenti sui detenuti. Lily Ebert lo ricorda chiaramente: era lui a decidere con un movimento della mano il destino delle persone che scendevano dal treno. A sinistra coloro che sarebbero stati condotti immediatamente alle camere a gas e al crematorio. Mentre a destra quelli che avrebbero potuto rendersi utili nel campo.
A Lily, che aveva solo 11 anni, e alle due sorelle venne ordinato immediatamente di fare una doccia al termine della quale vennero loro tagliati i capelli e sottratti gli effetti personali. Di quei giorni al campo, la donna ammette di ricordare ancora l’odore nauseabondo che si sentiva provenire dai luoghi di morte e ammette che la responsabilità di proteggere le sorelle più piccole è stato ciò che l’ha aiutata ad andare avanti.
Le sue parole sui social
La decisione di raccontare tutto questo sui social è arrivata con la complicità dell’adorato pronipote, Dov Forman. Un ragazzo di 17 anni che vive con lei, a Londra. La storia, infatti, diventa virale già nel 2020 quando Dov pubblica su Twitter le immagini di una vecchia banconota tedesca che uno dei soldati americani che aveva liberato Lily Ebert le aveva regalato come portafortuna. Sulla banconota, infatti, si leggeva: L’inizio di una nuova vita. Buona fortuna + felicità.
“Quel soldato è stato il primo essere umano ad essere gentile con noi”, ha spiegato la donna al pronipote. “Era la prima volta dopo quell’esperienza terribile che qualcuno si mostrava gentile e voleva darci una mano”. Il ragazzo ha quindi deciso di condividere le immagini sul social e in poche ore il post è diventato virale con oltre un milione di visualizzazioni. Una risonanza mediatica che ha portato alla scoperta del misterioso soldato che aveva scritto quelle frasi di speranza. Un utente che aveva letto il tweet, infatti, ha suggerito che si potesse trattare del militare Hyman Schulman, morto nel 2013. Così Dov lo ha cercato, riuscendone a rintracciare i figli di Schulman, a New York, e riunendo le famiglie su Zoom.
La guarigione dal Covid e i video su TikTok
Le parole e la storia di Lily hanno raggiunto oltre il milione e mezzo di follower. Una folta comunità virtuale che anche durante il lockdown non si è dimenticata di lei. Quando il pronipote, infatti, ha condiviso su TikTok la notizia della guarigione della bisnonna dal Covid-19 ha ottenuto più di 19.000 condivisioni e una grande dimostrazione di affetto e di vicinanza. Seppur virtualmente, infatti, Lily Ebert è riuscita anche durante il lockdown a partecipare a vari eventi in cui continuare a raccontare le brutalità subite.
Ad ascoltarla, nella maggior parte dei casi, sono ragazze e ragazzi. Giovani che le fanno domande sulla sua vita e sul suo passato (ad esempio, cosa si mangiava ad Auschwitz, cosa è successo ai bambini nati nel campo, come si dormiva). Lily risponde sempre, ad ogni tipo di domanda, consapevole di avere un compito importante da portare avanti, essendo una delle ultime sopravvissute dell’Olocausto.
“Ho promesso a me stessa che se fossi sopravvissuta miracolosamente, avrei raccontato al mondo cosa accadeva lì”, racconta. “La prossima generazione e le prossime generazioni devono conoscere la storia affinché una cosa del genere non accada mai più a nessun essere umano”. L’auspicio di Lily, infatti, è che il mondo non sia fatto solo di cattiveria. Lei stessa a volte riceve dei commenti antisemiti sul suo profilo, ma cerca di non dar loro peso e di focalizzarsi sulle cose belle.
Il prossimo settembre sarà pubblicato un libro di memorie scritto a quattro mani da Lily e Dov con la prefazione del principe Carlo d’Inghilterra, sostenitore dell’Holocaust Memorial Day Trust dal 2015.
(Foto di copertina: ©https://www.hmd.org.uk/resource/lily-ebert/)
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