Il primo satellite “ecologico” è pronto per le missioni in orbita e per dare il suo contributo alla sostenibilità spaziale
Dopo due anni di progettazione, Lignosat, il primo satellite in legno, sta per essere rilasciato in orbita per una missione di sei mesi. Gli scienziati dell’Università di Kyoto hanno lavorato due anni prima di inviare il piccolo satellite alla Stazione Spaziale Internazionale che ne testerà la resistenza. Obiettivo del progetto è dimostrare che il legno, sostenibile e non inquinante, è in grado di sostituire le leghe di alluminio attualmente impiegate nell’industria aerospaziale.
Cos’è la spazzatura cosmica
Quando terminata la missione, un satellite rientra nell’atmosfera terrestre brucia dando vita a particelle di alluminio. Queste ultime possono restare nell’atmosfera per anni, col rischio di causare collisioni e di danneggiare lo strato di ozono. Al contrario, rientrando sulla terra a contatto con l’atmosfera il legno brucia disintegrandosi senza lasciare residui. Frammenti di satelliti, razzi e sonde costituiscono quella che comunemente si chiama spazzatura spaziale.
L’ambiente orbitale è a rischio
La volontaria distruzione nel 2007 di un satellite cinese e la collisione tra il satellite russo Kosmos e quello statunitense Iridium nel 2009, hanno prodotto una grossa nuvola di detriti, poi ricaduti nell’atmosfera. Nel 2021 un test di armi antisatellite russe ha provocato la rottura del satellite Kosmos-1408. Ognuno di questi eventi ha creato nubi di detriti di oltre 1.000 pezzi. Anche altri paesi hanno condotto test antisatellite (ad esempio gli Stati Uniti nel 1985 e l’India nel 2019), ma in orbite inferiori, dove i detriti impiegano giorni o settimane per scendere nell’atmosfera.
I detriti spaziali, un pericolo in orbita
Uno studio su Oecd avverte. Considerata la crescente importanza delle infrastrutture spaziali, l’uso sostenibile delle orbite terrestri e la protezione delle risorse spaziali saranno cruciali nei prossimi decenni. Le preoccupazioni relative all’accumulo di detriti spaziali sono aumentate negli ultimi quattro decenni. I frammenti di detriti che non si decompongono costituiscono un forte rischio di collisione per i veicoli spaziali che si trovano in orbita. Anche piccoli frammenti di detriti possono causare danni a causa della loro elevata velocità. La probabilità di una collisione tra un satellite in orbita geostazionaria e un insieme di detriti da 1 cm è di una volta ogni 4 anni.
Lignosat, una sfida spaziale
Da tempo si parla di pulizia spaziale. Gli Stati Uniti hanno compiuto un passo in avanti bloccando i test sulle armi antisatellitari e ora Lignosat potrebbe offrire un contributo importante. Rimuovere i residui fluttuanti nello Spazio, infatti, è un’operazione costosa che potrebbe incorrere nel rischio di far finire i detriti nelle mani del “nemico”, fornendo dati sensibili. Il piccolo oggetto a forma di cubo di 10 centimetri per lato ha infatti una grande responsabilità. I ricercatori hanno scelto per la struttura il legno di honoki, una magnolia che cresce in Giappone, nota per le qualità di leggerezza, durevolezza e resistenza agli urti. Ma come fa il legno a resistere nello Spazio senza deteriorarsi? Grazie alla mancanza di ossigeno e di organismi viventi che consente al satellite di superare senza danni la sfida spaziale.
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