La denuncia di PEN America: nel solo anno scolastico 2023-2024, oltre 4.200 libri banditi e censurati in USA. Colpiti soprattutto testi con protagonisti neri o LGBTQ+. Cresce la stretta sotto l’amministrazione Trump.
Un’ondata di censura colpisce le scuole americane
Negli Stati Uniti, la censura nelle scuole si sta intensificando, con un focus sempre più netto su libri che trattano tematiche razziali e di identità di genere. Lo conferma l’ultimo report di PEN America, che evidenzia un’escalation di divieti: 4.218 titoli unici banditi nel solo anno scolastico 2023-2024, di cui il 36% con protagonisti neri o di colore, e il 29% con tematiche LGBTQ+.
La tendenza, già in atto da anni, ha subito un’accelerazione significativa con il ritorno di Donald Trump alla presidenza nel 2025. Le nuove politiche federali e scolastiche, spiega PEN, puntano a “epurare” dalle biblioteche scolastiche tutti quei testi che promuovono la diversità e l’inclusione.
Le statistiche della censura in USA: razza e identità nel mirino
Secondo PEN America, organizzazione che monitora la libertà di espressione, la maggior parte dei titoli vietati presenta contenuti riconducibili alla diversità etnica o sessuale. I dati sono eloquenti: tra i libri storici o biografici banditi, il 44% riguarda persone di colore e il 29% persone nere.
Questo fenomeno preoccupa particolarmente perché avviene in un contesto scolastico in cui oltre il 50% degli studenti è composto da minoranze etniche. “Stiamo assistendo a un tentativo sistematico di cancellare le storie e i vissuti di comunità storicamente marginalizzate,” ha dichiarato Sabrina Baêta, senior manager del programma Freedom to Read di PEN America.
Libri LGBTQ+ “troppo espliciti”?
Una delle giustificazioni più ricorrenti per la messa al bando di certi testi riguarda la presunta presenza di contenuti sessualmente espliciti.
Tuttavia, il report di PEN smonta anche questa narrazione: solo il 31% dei titoli vietati contiene riferimenti a esperienze sessuali, e appena il 13% presenta descrizioni dirette. La stragrande maggioranza si limita a trattare l’identità di genere o l’orientamento sessuale in modo non esplicito, spesso attraverso personaggi o storie di formazione.
Stretta federale sulla diversità
Con l’inizio del secondo mandato presidenziale di Donald Trump, le restrizioni si sono estese anche al di fuori del territorio continentale. Il Dipartimento della Difesa ha interdetto l’accesso a libri su razza e genere in 160 scuole militari, frequentate da oltre 67.000 bambini, anche in Europa: Italia, Germania, Spagna, Regno Unito, Paesi Bassi e altri.
Tra i casi più emblematici, il divieto del libro per l’infanzia “Faccia da lentiggine” dell’attrice Julianne Moore, rimosso per via della storia di una bambina che impara ad accettarsi. Il libro è finito nel mirino per “contenuti sensibili”, nonostante non presenti alcun materiale esplicito.
In parallelo, è stato anche cancellato il Black History Month da molti materiali scolastici delle scuole gestite dal Dipartimento della Difesa, alimentando ulteriori polemiche.
Via i fondi alle scuole inclusive
Un ulteriore passo indietro in materia di diritti civili è stato compiuto con la recente circolare del Dipartimento dell’Istruzione, firmata dall’assistente segretario Craig Trainor. Il documento minaccia esplicitamente le istituzioni scolastiche che promuovono iniziative su diversità, equità e inclusione (DEI): “Rischiano la sospensione dei finanziamenti federali”.
Si tratta di una misura che ha suscitato l’allarme tra gli esperti di educazione e le organizzazioni per i diritti civili. L’interpretazione condivisa è che l’obiettivo sia quello di scoraggiare qualsiasi attività scolastica volta a includere contenuti formativi su razza, genere o orientamento sessuale.
Il ruolo delle ideologie nella stretta sui libri
Secondo PEN America, alla base di questi divieti c’è l’avanzata di ideologie suprematiste bianche e nazionaliste cristiane, che influenzano sempre più la politica scolastica a livello locale e federale. I dati raccolti indicano che i divieti si concentrano soprattutto in stati governati da maggioranze conservatrici, dove si sta cercando di riscrivere i programmi scolastici in chiave ideologica.
La tendenza risulta particolarmente allarmante in un Paese dove il pluralismo culturale ha sempre rappresentato un valore fondante. Gli esperti sottolineano che la censura sistematica di certi argomenti rischia di compromettere la formazione critica e completa degli studenti, oltre a danneggiare le comunità già vulnerabili.
Interrogativi sulla libertà di lettura nelle scuole americane
La crescente ondata di censura solleva interrogativi importanti sul ruolo della scuola pubblica nella società statunitense. In un contesto in cui la demografia studentesca è sempre più eterogenea, il rischio di eliminare dai curricula scolastici voci rappresentative delle minoranze è reale e concreto. “Privare le biblioteche scolastiche di queste storie non è solo un danno educativo,” osserva ancora Sabrina Baêta, “ma un atto politico che nega l’identità a intere generazioni.”
Non è ancora chiaro quale sarà la reazione di docenti, genitori e studenti di fronte a questa deriva. Tuttavia, mentre alcune organizzazioni si preparano a ricorsi legali e campagne di sensibilizzazione, resta il timore che il danno culturale possa rivelarsi già profondo.
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