Finito l’anno si tirano le somme di una delle riforme bandiera del passato governo: la cosiddetta Quota 100. Annunciata come la controriforma della Riforma Fornero e occasione per dare lavoro stabile a centinaia di migliaia di giovani, nei numeri e negli effetti “sociali” si è dimostrata una riforma per pochi e che non ha offerto alle nuove generazioni tutte le opportunità di lavoro annunciate, considerato che il tasso di sostituzione ogni 10 pensionati è stato di 4 giovani.
Come se non bastassero le critiche già piovute da ogni dove, a fine anno si sono aggiunti i geriatri italiani, riuniti in congresso a Roma. «Andare in pensione fa male alla salute. Lavorare stanca, ma protegge corpo e mente», non solo: andarci prima del previsto peggiora le cose.
Questo il grido di allarme dei geriatri. Nei primi due anni dall’entrata in pensione, secondo dati di studi internazionali, aumentano stati depressivi, eventi cardiovascolari, ricorso a medici e specialisti. Alla pensione la maggior parte delle persone associa l’idea di essere inutile e uscire dal processo produttivo, la mancanza di un impegno nella società, il senso di marginalizzazione – dicono gli esperti Sigg (Società italiana di Gerontologia e Geriatria) – ha una ricaduta sulla salute sia delle singole persone che della società.
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