Per abbattere le barriere architettoniche stanziati oltre 10 milioni di euro, fra risorse nazionali e regionali. Saranno distribuiti fra i Comuni per accogliere le quasi 5mila richieste già presentate dai cittadini. Dalla rimozione di scale all’installazione di videocitofoni, tutti gli interventi possibili per le abitazioni private e come presentare domanda.
Buone notizie per le persone con disabilità o difficoltà motorie che vivono in Emilia-Romagna. La Regione ha stanziato 10,2 milioni di euro per rimuovere le barriere architettoniche negli edifici e nelle abitazioni private. Le risorse – si spiega sul portale dell’amministrazione – saranno destinate a Comuni e Unioni di Comuni. Poi le amministrazioni locali le ripartiranno fra i cittadini che hanno presentato domanda di accesso ai fondi. Saranno così finanziati lavori che migliorano l’accessibilità di appartamenti e spazi comuni dei condomini. Intervenendo quindi, ad esempio, su rampe di scale e gradini, porte o spazi stretti, l’assenza di ascensori o montascale.
Le risorse regionali consentiranno di soddisfare più del 94% delle richieste
Fra risorse regionali e statali, a disposizione complessivamente ci saranno 10 milioni e 169mila euro. Di questi, 8,2 milioni di euro provengono dal Fondo nazionale e i restanti 1,9 milioni sono stati stanziati attraverso lo specifico Fondo regionale, istituito con legge regionale nel 2013. Dalla sua costituzione il Fondo regionale – ricorda la Regione Emilia-Romagna – ha permesso di finanziare, con oltre 14,4 milioni di euro, più di 4.400 interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche in ambito domestico.
Tra le domande presentate, sarà data priorità a situazioni di maggiore gravità (invalidità certificata al 100% e problemi di deambulazione). Tuttavia – spiega la Regione – le risorse regionali consentiranno di soddisfare oltre il 94% delle richieste: complessivamente sono 708, che riguardano 485 casi di invalidità totale e 223 di invalidità parziale.
Gli interventi finanziabili
Numerosi le opere edilizie che verranno finanziate. Fra queste, l’adattamento dei servizi igienici, l’allargamento delle porte, l’eliminazione di gradini all’interno dell’abitazione. Si procederà inoltre all’installazione di attrezzature per il superamento dei dislivelli come ascensori, montascale, pedane elevatrici, e ad interventi per la sicurezza e fruibilità degli spazi attraverso la predisposizione di videocitofoni e sistemi di automazione per porte e cancelli.
Come presentare la domanda di accesso ai contributi
La domanda di contributo per gli interventi utili a rimuovere le barriere architettoniche nelle case deve essere presentata entro il 1° marzo di ogni anno dalla persona interessata (o dal tutore o da chi ne esercita la patria potestà) al Comune nel quale si trova l’immobile e nel quale egli risiede in modo abituale. L’abitazione non deve essere stata costruita o ristrutturata dopo l’11 agosto 1989.
Quasi 5000 domande già in graduatoria
Attualmente, ci sono due graduatorie parallele: una nazionale (nella quale sono presenti attualmente 4.018 richieste), finanziata con risorse statali, e una regionale finanziata con il Fondo costituito nel 2013 per supplire alla mancanza di finanziamento per 14 anni del Fondo nazionale (con 708 domande già in graduatoria). La graduatoria nazionale segue i criteri della data di presentazione della domanda e della categoria di invalidità. Hanno precedenza gli invalidi totali con difficoltà di deambulazione. Nella graduatoria regionale, invece, alla categoria di invalidità si affianca un criterio economico: il valore del reddito ISEE del nucleo familiare dell’invalido.
Come saranno calcolati gli importi del contributo
L’importo finanziato è definito sulla base delle spese effettivamente sostenute e comprovate. Quindi, in caso di spese inferiori al preventivo presentato, il contributo sarà calcolato sul loro effettivo importo. Se invece le spese sono superiori, il contributo sarà calcolato sul preventivo presentato. Eventuali acconti al fornitore – spiega infine la Regione Emilia-Romagna – possono essere pagati anche prima della presentazione della domanda per la concessione del contributo e godranno comunque del finanziamento.
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