Il suo monologo sugli anziani e il Covid ha fatto il giro della Rete. Lella Costa, uno dei nomi più apprezzati del nostro teatro, ospite – nel vivo della pandemia – di una puntata di Epcc Live di Alessandro Cattelan su Sky Uno ha parlato dell’emergenza globale che stiamo vivendo vista, però, attraverso gli occhi dei più colpiti: gli anziani, appunto. «Adesso cosa dobbiamo fare? – si chiede l’attrice nel monologo -. Sparire? Levarci di mezzo, pagare con la vita? Davvero vorreste questo?». Un motivo in più per rivolgerle delle domande su un argomento mai così delicato come in questo periodo.
Come è nato quel monologo?
È nato per precisa richiesta dei ragazzi della redazione di Cattelan. Volevano si facesse un pezzo – anche un po’ a nome loro – perché loro stessi si sentivano a disagio per quella questione che, di colpo, coloro che fino al giorno prima erano ritenuti quelli che mandavano avanti il Paese, improvvisamente diventassero scarti.
Quindi il senso era fotografare ciò che abbiamo vissuto all’apice della pandemia?
Il senso era proprio quello. Domandare pubblicamente: «Ma cosa ci state dicendo? Che di colpo quelli che erano la spina dorsale del Paese, adesso devono starsene rintanati in casa?». E la cosa che ci amareggiava di più è che non si fosse davvero preoccupati per la loro salute, ma perché il loro diventare pazienti, malati – quindi bisognosi di cure – comportava poi appunto dover fare delle scelte. Quindi, insomma, state a casa e non ammalatevi che sennò diventate un peso.
Il suo personale lockdown com’è stato?
Durante la pandemia ero veramente una leonessa in gabbia. Mi hanno bloccato la tournée dal pomeriggio alla sera. Mi è veramente cambiata la vita. È stata una botta, ma non è che si possa essere così autoreferenziali.
La sua estate come sarà?
C’è come una saturazione da virtualità, da streaming, tant’è che adesso mi sembra che l’estate si stia muovendo. C’è un grande bisogno di tornare a godere della compagnia di esseri viventi. Il teatro per me avviene solo quando si incontrano dei corpi vivi perciò, durante il lockdown, non ho fatto dirette web e ridotto al minimo le apparizioni in video.
Si esibirà questa estate?
Debutterò a Siracusa il 25 di luglio con La Vedova Socrate di Franca Valeri che il 31 luglio compirà 100 anni. Certo, anziché 5mila persone ce ne saranno solo 500, però va bene così.
Che effetto le fa portare in scena un testo di Franca Valeri?
È infatti un regalo incredibile quello che mi ha fatto Franca Valeri chiedendomi di interpretare un suo testo, un suo monologo che lei ha amato moltissimo e che aveva sempre detto o io o nessuno altro.
Sembra quasi un passaggio di testimone.
Tra Franca e me, più che altro, è stato un riconoscersi. Franca ha avuto una vita e una carriera infinitamente più ricca della mia: ha fatto tantissimo cinema ad altissimo livello, ha fatto televisione, ha fatto tutto. Chiunque l’abbia vista, l’ha amata: compreso il pubblico del sabato sera. Però, dalla prima volta che ci siamo incontrate – ormai una trentina d’anni fa – questa cosa di avere delle affinità è stata chiara a entrambe. Compatibilmente col fatto che siamo anche generazioni diverse.
Che si augura per il teatro in questo frangente così duro per via del Covid?
Speriamo che al più presto cambino le norme per gli spettacoli al chiuso, perché se si può andare in aereo senza nessuna restrizione di posti, allora non si capisce perché non si possa andare anche in teatro. Le restrizioni imposte oggi sono assurde perché pensare che indipendentemente dalle misure di un teatro, il massimo di spettatori ammessi siano 200, al chiuso, vuol dire tagliare le gambe a una serie di teatri e soprattutto essere in contraddizione con tutto ciò che sta succedendo nel mondo. Bisogna cogliere ogni opportunità, non soltanto per noi che andiamo sul palcoscenico, ma anche per tutti i nostri indispensabili collaboratori: dagli autisti ai macchinisti ai tecnici ai fonici agli agenti. È doveroso chiedere eventi che vengano messi in scena dal vivo.
Solo lavoro? Niente vacanze?
Io non ne posso più di stare ferma, di stare a casa, perciò ho lasciato Milano e sono già scappata al mare. Abbiamo una casina in Liguria con la mia mamma 94enne. Sto qua fino ai primi di luglio e poi spero che sia un’estate di lavoro. Ne ho fatta anche troppa di vacanza forzata.
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