La Legge Delega per la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti (33/2023) è stata approvata a marzo scorso dal Parlamento dopo un lungo iter. Ora, alla prova della Legge di Bilancio, mancano i fondi per finanziarla.
«Il dibattito è stato molto interessante. Mi pare che siano emersi due concetti chiave: “Non ci arrendiamo, cerchiamo di portare a casa il massimo possibile” e “Individuiamo insieme quello che si può fare, comunque”». Le parole conclusive di Francesco Riccardi, vicedirettore di Avvenire, che ha moderato l’incontro di ieri in cui le associazioni del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza dovevano incontrare Governo e Opposizione, sono le specchio di quanto emerso durante l’evento. Le 57 associazioni aderenti al Patto che hanno promosso e caldeggiato i contenuti della Legge Delega, nonostante l’assenza di fondi, non lasceranno che quest’ultimo scorcio del 2023 e inizio del 2024 passino senza risultato. O peggio, facendo qualche passo indietro rispetto a quanto immaginato.
Le associazioni incontrano la politica
L’incontro è avvenuto a Roma presso l’Auditorium Giuseppe Avolio. Per il Patto erano presenti il coordinatore Cristiano Gori (Università degli Studi di Trento), Anna Lisa Mandorino (Cittadinanzattiva), Laura Pelliccia (Network Non Autosufficienza), Franco Pesaresi (Asp Ambito 9 Jesi) e Costanzo Ranci (Politecnico di Milano).
Non potendo presenziare, a causa di compiti istituzionali improrogabili, la vice ministra Bellucci ha inviato un messaggio in cui ha ribadito l’impegno sia per un riforma lungamente attesa, la scrittura e attuazione dei decreti delegati sia per lo stanziamento delle risorse finanziarie utili. Per i successivi passi della riforma ha inoltre invitato le associazioni del Patto ad un prossimo incontro/confronto al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
La Legge Delega nella sua complessità
«Siamo qui per metabolizzare e digerire le ultime notizie non particolarmente esaltanti, ma un percorso è fatto anche di questo», ha dichiarato Cristiano Gori all’inizio del suo intervento. Per il coordinatore del Patto è essenziale, oltre al reperimento delle risorse, insistere sulla rilevanza pubblica della riforma per la non autosufficienza, far comprendere quanto sia importante, tradurne l’impianto in indicazioni specifiche. Questo per evitare rischi legati ad una “vaghezza” o scarsa incisività che potrebbero inquinare i decreti attuativi. Non servono “sperimentazioni”, fondi ad hoc, riforme transitorie.
Assistenza domiciliare, caregiving, prestazione universale e monitoraggio
L’intervento di Franco Pesaresi sulla necessità di mettere in atto una vera Assistenza Domiciliare ha messo l’accento sulla figura dei caregiver familiari: sono più di 7 milioni e solo loro ogni anno garantiscono 6 miliardi di ore di assistenza ai loro cari. Serve una normativa quadro che li aiuti. Così come serve nell’insieme per la riforma delle Legge Delega un approccio non settoriale, sono necessari finanziamenti. Costanzo Ranci e Laura Pelliccia si sono soffermati rispettivamente sul concetto di prestazione universale e su quello di monitoraggio per la definizione della Long Term Care.
Quanto costerebbe la Legge Delega
In carenza di fondi, per il momento, il Patto non può far altro che lavorare sulla legittimazione delle sue proposte, insistere sull’urgenza e l’importanza dei temi legati alla riforma. Così come concentrarsi su tutto ciò che non ha necessità di risorse, come la governance della riforma stessa. Questa rivoluzione sanitaria, però, per la quale non sono previsti per ora fondi un costo complessivo ce l’ha: circa 7 miliardi che andrebbero spalmati nei prossimi anni. Per avviarla, intanto, nel 2024 basterebbero 1,3 miliardi. Una cifra che il governo non ha previsto.
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