Non solo mancata autosufficienza, la legge 33/2023, nota come legge delega sugli anziani, affida al Governo la riforma delle politiche in favore della terza età.
In vigore dallo scorso 31 marzo, la cosiddetta legge delega per la terza età getta le basi per una riforma di carattere epocale per il Paese. Con 14 milioni di anziani, infatti, l’Italia, prima nazione europea per numero di over e seconda al mondo dopo il Giappone, si prepara ad un nuovo welfare per la terza età. I principi base del provvedimento promuovono un invecchiamento attivo ed in salute, privilegiando il principio della qualità della vita e il diritto a mantenere l’autonomia il più a lungo possibile. Un nuovo paradigma, dunque, per combattere l’ageismo e considerare la vecchiaia per quello che di fatto è: un’opportunità per chi la vive e per tutta la società.
Una nuova cultura della terza età
Se i pilastri fondanti sono quelli a sostegno degli anziani non autosufficienti, gli articoli 2 e 3 della norma prevedono anche numerose iniziative destinate alle persone autonome. Tutte da attuarsi, al momento, con i fondi già previsti all’articolo 8. Il Governo, nel riconoscere il valore di ogni fase della vita umana, si impegna dunque a favorire le attività di partecipazione, associazionismo e volontariato dei senior, con l’obiettivo di valorizzazione i rapporti intergenerazionali. Prevede (con il coinvolgimento del Terzo Settore) l’istituzione di centri di ascolto per contrastare la solitudine e la mancanza di relazioni su tutto il territorio nazionale.
Mutuo sostegno delle generazioni, dal senior cohousing al cohousing intergenerazionale
Riconoscendo il diritto degli over a gestire autonomamente e in libertà la propria vita, il legislatore spinge su nuove forme di domiciliarità poco sviluppate in Italia (senior cohousing) e di coabitazione intergenerazionale, in particolare con i giovani in condizioni svantaggiate (cohousing intergenerazionale). L’intento è offrire nuove forme di relazione per la valorizzazione di tutte le generazioni. Ad esempio, prevedendo crediti scolastici e universitari per attività lavorative e di studio con la terza età. Case famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e agli assistenti sociosanitari: questa la ricetta del Governo per garantire indipendenza e sostegno, assicurando al contempo una maggiore sostenibilità economica del SSN.
Salute fisica e prevenzione
Nella legge delega per la terza età non mancano precisi riferimenti anche sul piano della salute e della prevenzione. Si sollecitano, lungo tutto il corso della vita (l’invecchiamento è un’arte che si prepara da giovani) apposite campagne informative per mantenere le capacità fisiche, cognitive, lavorative e sociali. Si promuovono, in collaborazione con le farmacie di quartiere, interventi di sanità preventiva a domicilio. Per favorire il movimento e l’attività sportiva, nelle aree urbane ed extra-urbane, si prevede la rimozione degli ostacoli così da permettere all’anziano di usufruire degli spazi verdi e di luoghi di incontro.
La digitalizzazione e il turismo slow
Sempre con il fine di preservare l’indipendenza funzionale in età avanzata, mantenendo una buona qualità di vita e l’accesso all’informazione, la nuova norma promuove corsi di alfabetizzazione informatica per accedere alle nuove tecnologie. Per lo stesso motivo, riconosce per l’anziano l’importanza della compagnia del proprio animale d’affezione. In ultimo, per assicurare il benessere psico-fisico, la legge delega per la terza età non tralascia la promozione di programmi e percorsi volti ad un turismo “lento”: pacchetti turistici ad hoc, sentieri pedonali, piste ciclabili, accessibilità ai luoghi e agevolazioni per le aziende che offrono soluzioni per lo slow tourism.
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