Cosa spinge una coppia verso l’adozione? Quanto contano l’appoggio della famiglia e il ruolo dei nonni? Il parere di Vincenzo Mariano Russo, psicologo esperto di adozioni internazionali.
Vincenzo Mariano Russo (nella foto accanto) è uno psicologo, psicoterapeuta esperto di adozioni internazionali, responsabile dello sportello di Roma dell’ente autorizzato per le adozioni internazionali Associazione “Ernesto Onlus”.
Quali sono le motivazioni che portano una coppia a desiderare di intraprendere un percorso adottivo?
Alla base della scelta di adottare solitamente c’è il desiderio della coppia di costruire una famiglia. Da questa base imprescindibile si diversificano le varie motivazioni che portano una coppia ad intraprendere un percorso adottivo. Molto spesso le coppie che si rivolgono a noi hanno già provato ad avere figli biologici senza successo. In altri casi ci sono famiglie in cui vi è già la presenza di figli biologici, ma vogliono allargare la loro famiglia. Una piccola percentuale di coppie è composta da coloro che hanno già adottato e che intendono rifarlo.
Quanto conta il sostegno dei familiari e degli amici nella scelta di diventare famiglia adottiva?
Penso che la rete sociale di sostegno che una coppia ha intorno a sé sia di fondamentale importanza. È vero anche che alcune volte mi è capitato di ricevere coppie che non potevano contare sull’appoggio della rete familiare. Per quanto riguarda la scelta ritengo non sia di fondamentale importanza il sostegno dei familiari e degli amici, mentre diventerà poi importante in un secondo momento, quando la coppia diventerà famiglia e potrà aver bisogno di contare sulla rete familiare e amicale.
Che ruolo possono avere i nonni nell’inserimento di una bambina o di un bambino adottato in una nuova famiglia?
Bella domanda. Quando me la pongono rispondo sempre che i nonni hanno un ruolo importantissimo per i nipoti, e i nipoti hanno un ruolo importantissimo per i nonni, ma questa è una riflessione personale che aprirebbe altre tipologie di discorsi. Sicuramente i nonni hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella crescita dei bambini, soprattutto oggi giorno dove capita sempre più spesso di avere entrambi i genitori che lavorano. Sono delle preziose risorse poiché svolgono un ruolo educativo, di socializzazione, di costanza e di saggezza. È importante però che i nonni svolgano un ruolo di sostegno alla genitorialità e non di sostituzione, poiché questo potrebbe portare ad una svalutazione del ruolo genitoriale. Entrando nello specifico, per quanto riguarda l’inserimento di una bambina o di un bambino adottato il ruolo dei nonni è molto importante, poiché fornisce al bambino un senso di “profondità” della famiglia, profondità intesa come stabilità nel tempo. Il bambino, attraverso i nonni, comprende che la famiglia in cui vive non ha soltanto una dimensione presente e futura, ma anche una profondità nel passato. Questo fornisce al bambino una maggiore sicurezza rispetto alla solidità della famiglia.
Le adozioni sono in calo: secondo lei, a cosa è dovuto questo fenomeno? Oltre a situazioni di contesto oggettive, ci sono motivazioni legate alla percezione sociale dell’adozione?
Tralasciando quindi le motivazioni oggettive, come lei ben dice, e anche quelle politiche internazionali – che stanno vedendo sempre di più molte Nazioni andare nella direzione della nazionalizzazione delle adozioni, quindi cercare di far adottare i bambini all’interno del proprio Paese – e sempre meno sostegni del nostro Paese a favorire una genitorialità adottiva, ci sono certamente motivazioni legate alla percezione sociale dell’adozione in Italia, che spesso, troppo spesso, vanno di pari passo con la percezione dello “straniero” che entra nel nostro Paese. Capita, infatti, di incontrare e formare genitori che esternano molti timori rispetto a come il proprio figlio sarà riconosciuto dalla società e se incontrerà episodi di diffidenza.
I bambini come percepiscono le differenze?
I bambini difficilmente percepiscono le differenze come le percepiamo noi nel mondo degli adulti. Anzi, mi correggo, i bambini percepiscono le differenze come le percepiamo noi (colore della pelle, diversità di linguaggio, differenze culturali etc…), ma non danno la stessa interpretazione. Per i bambini la differenza è un motivo di curiosità che a volte desta stupore. Negli adulti spesso e volentieri è la scusa per sentire la paura dell’altro, “quell’alterità dell’altro” che viene vissuta come una limitazione alla nostra libertà.
Per i bambini tutto questo non esiste, perché i bambini non giudicano.
Molto spesso, quando incontro primi figli biologici e primi figli adottivi, parlo loro del fratellino che arriverà, e mi domandano incuriositi, se non parlando la stessa lingua, avrà lo stesso corpo, giocherà anche lui e se anche lui avrà voglia di scoprire il mondo insieme. Ma le domande che mi vengono poste sono sempre solo con un fine: esplorare, conoscere ed imparare cose nuove della vita.
Lettera di una nonna adottiva
Caro Quy,
dormi sereno nel tuo lettino. Guardandoti così nessuno sospetterebbe che sei un terremoto.
Sono cambiate tante cose in poco tempo e per me non è stato facile… insomma sono una nonna, ho la mia età! Soltanto un anno fa i tuoi genitori mi hanno detto entusiasti che sarebbero partiti per venirti a conoscere: un macigno nello stomaco. Ho aspettato tanto per avere un nipotino, ho pregato tanto. Pensavo che Dio non mi avesse proprio ascoltata. Alla signora Luigina sì che l’aveva accontentata, due nipotini belli sfornati a tre anni dalle nozze della figlia. E a me? A me aveva dato una figlia così incosciente da voler attraversare il mondo con il marito per conoscerti, per portare un estraneo in casa nostra. Uno di cui hanno visto solo una fotografia e una cartella clinica che inizia con “madre: ignota”. Una frase che risuona nella mente stile musica di Psyco!
Per non parlare della Cambogia, ma dov’è questa Cambogia? Mi è toccato aprire l’atlante per andarla a cercare! Ti confesso che quando l’ho trovata ho pensato che avrei dovuto comprare quintalate di riso e la domenica mi sarei dimenticata della polenta con lo spezzatino ben presto.
Ma loro sono di coccio, non mollano i tuoi genitori, lo sai? Io dopo poco ti avrei rispedito al mittente. Hai continuato per un mese a morderli come un piranha arrabbiato con il mondo. Eri così assetato di attenzioni: scombinavi tutta la casa. Ma non parlo di scombinare tipo “spostare un soprammobile” parlo di scombinare tipo “allagare il bagno e disegnare sul divano”. Eh, bello mio, non ti alzavi mica una volta a notte ma cinque, dieci, quindici per controllare che non si fossero spostati dal letto, che tutto fosse vero, che non si fossero stufati di te e ti avessero rispedito in istituto. Sono stati mesi intensi, è stata dura ma ora ti guardo e ne sono proprio certa: NO. Non potevi proprio rimanertene là. Sei così meravigliosamente te stesso che credo proprio che Dio mi abbia ascoltata, solo non sapevo che il miglior nipote del mondo fosse nato così lontano. I tuoi abbracci, il tuo dirmi “ti voglio bene nonna” sono stati una conquista, il tuo essere, una scoperta e sono proprio felice che mia figlia e suo marito non mi abbiano ascoltata.Sei la gioia della mia vita, ti voglio bene.
La TUA nonna
Angela Menguzzato
Estratto di “Lettera di un’adozione”, finalista del “Festival delle lettere“ 2018 (https://festivaldellelettere.it). Il testo integrale è consultabile sul sito: www.italiaadozioni.it/lettera-di-angela-2
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