Continua il successo della kermesse canora che durante la sua terza serata ha proposto il bis della seconda – 15 artisti che presentano gli altri 15 in gara – e una serie di ospiti di pregio, a cominciare dal “gladiatore” Russell Crowe.
L’Ariston con le sue suggestive scenografie floreali ha regalato una terza serata carica di artisti ed ospiti. Dalla co-conduzione della Mannino alla voce di Ramazzotti con la sua quarantennale Terra promessa fino all’esibizione di Russel Crowe con Let your light shine, ecco le “pagelle” di Sanremo di Spazio50.
Le pagelle di Sanremo
Amadeus: stavolta apre in prima persona la serata, sul palco e con l’orchestra in parata declama la sua felicità e ringrazia tutti, in particolare Giovanni Allevi. Il suo breve monologo sulle vittime del lavoro colpisce, come “spalla” della Mannino convince, come intervistatore degli ospiti non fa sconti. Serata di sorridente routine.
Voto: 7
Il Tre: con gli occhiali una scolaretta Loredana Bertè introduce Guido Luigi Senia, che si presenta con tutti i suoi tatuaggi in evidenza sul torso lasciato nudo da una camicia paillettata lasciata aperta. La sua canzone, un po’ rap, un po’ melodia, un po’ rock, racconta la fragilità come forza per esprimere sé stessi. Sarà anche autobiografica, ma sa tanto di già ascoltato e di riassemblato con i soliti ingredienti. Dare i fiori a una mamma «bella come il sole» non ci smuove dall’insufficienza.
Voto: 5
Maninni: Alfa nello stesso look di ieri sera presenta il 26enne cantautore pugliese, vestito in total black. Nessuna traccia rimane del suo brano, che sa di sanremese e di pubblicità di un cornetto da mordere in due. L’incitazione a vivere la vita in maniera attiva e appassionata per illuminare i momenti più bui, specie se si è in coppia, non farebbe smuovere dalla poltrona neppure un grillo pronto per le Olimpiadi di salto in alto.
Voto: 4/5
bnkr44: i sei ragazzini della boyband che più boyband non si può sono vestiti con abiti vivacissimi apprezzati anche da Ama. La loro “rivoluzione” che porterà l’anno prossimo a un governo punk però non ha nessuna possibilità.
Voto: 4
Coro dell’Arena di Verona: Va, pensiero sull’ali dorate, l’aria che nel Nabucco di Giuseppe Verdi cantano gli ebrei prigionieri in Babilonia, è uno dei cori più famosi del canto lirico italiano, diventato da poco Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Inno senza tempo che “riempie” l’Ariston con la forza di uno tsunami.
Voto: 10
Santi Francesi: Clara con gli occhiali e l’eleganza di una modella consumata in uno dei più bei vestiti del festival presenta i colleghi di Sanremo Giovani. Anche se ha vinto lei, loro di sicuro faranno strada con o senza L’amore in bocca, che è già un più che buono biglietto da visita, intriso del loro amore per l’elettronica.
Voto: 6/7
Teresa Mannino: inizia dicendo che le scale ci sono solo per far venire l’ansia a chi deve entrare e le scende a suon di musica, mimando persino il kung fu. Divertente, simpatica, inattesa anche in un miniballetto con casquè. «Sanremo è un grande carnevale», «qua siamo alla Rai, ognuno si fa i fatti suoi», «se non è passato non è il momento di passare oltre» e via con un tourbillon di battute – sul suo vestito, sul naso di Ama, sui fiori di Sanremo – che le fa prendere possesso del palco anche più del “bravo conduttore”, da veterana dei monologhi teatrali qual è. Quello che propone dopo Diodato ci ricorda che non siamo i padroni del pianeta, anzi che dovremmo proprio imparare dagli animali. Del resto abbiamo per il 60% lo stesso patrimonio genetico delle banane, «per questo ci sbucciamo le ginocchia».
Voto: 9
Mr. Rain: seduto al pianoforte, il biondo Mattia Balardi propone la sua nuova fotocopia di Supereroi. Si alza per cantare la strofa rappata e poi si risiede su una delle Due altalene presenti sul palco. L’amore che supera anche storie piene di dolore è il protagonista del suo romantico brano.
Voto: 5
Massimo Giletti: presenta il suo ritorno in Rai che lo vedrà condurre le due serate dedicate al 70° compleanno dell’azienda di stato. Una meteora sul palco.
Voto: 4
Eros Ramazzotti: ripropone, a 40 anni di distanza, sullo stesso palco, la Terra promessa dei suoi esordi. Tutto il pubblico partecipa: «Noi non ci fermeremo, non ci stancheremo di cercare il nostro cammino, finché nessuno ci darà una terra promessa, un mondo diverso dove crescere i nostri pensieri». Il finale a cappella con il coro e il pubblico sottolinea che «500 milioni di bambini vivono in terre dove esistono conflitti, basta sangue, basta guerre». Fa sentire la sincerità di chi ricorda la sfiga che si ritrovava addosso allora, ma anche che da lì è iniziato il successo mondiale. Ringrazia il padre e invita tutti i genitori a lasciare che i propri figli ci provino, si esprimano nel loro percorso.
Voto: 8
Fiorello: nella postazione di Viva RaiDue fuori dall’Ariston scherza sui commenti e sulle critiche ricevute: «Lo scippo è meno grave del ballo del qua qua». E poi sparisce, nonostante i continui accenni di Amadeus.
Voto: 6
Rose Villain: Gazzelle, con il medesimo look un po’ funereo dei precedenti giorni, presenta Rosa Luini, bello spezzato nero e capelli color turchese. Il suo elogio all’emancipazione, disgiunto tra melodia e dance hip hop, è sorretto da un appeal immediato, ma convince meno a un secondo ascolto.
Voto: 5/6
Paolo Jannacci e Stefano Massini: L’uomo nel lampo è una canzone emozionante sugli incidenti sul lavoro, che sono stati oltre 1.400 in Italia nel 2023, una piaga. Immagini in bianco e nero sul sipario, pianoforte e voce e poi l’orchestra per un brano melodico di denuncia. Perché, come dice Ama, «il lavoro è un diritto che non prevede la morte e proteggere i lavoratori è un dovere». E perché, come dice Massisi, spesso ci dimentichiamo di provare «amore per i nostri diritti», mettendo così un po’ da parte la nostra dignità.
Voto: 8
Paola e Chiara: sul palco esterno le sorelline Iezzi propongono quella Furore che le ha rilanciate lo scorso anno proprio da Sanremo. Abiti sgargianti, quattro ballerini e un deejay, steady cam che corre. Niente di che.
Voto: 5
Sabrina Ferilli: torna a due anni dalla co-conduzione per una “visita ai parenti” a pubblicizzare la sua fiction su RaiUno. E il suo personaggio trasgressivo, Gloria, «che fa molto più di quello che avrei fatto io». Si prende simpaticamente in giro e sfotte la scelta di Amadeus: «Come mai sto giro di tre persone per presenta’ ‘na canzone?»
Voto: 7
Alessandra Amoroso: Dargen D’Amico con un completo bianco tempestato dalla scritta “parole” anche su cravatta e camicia, presenta una Amoroso splendida, in un abito nero elegantissimo. La sua canzone melodica in crescendo sul come raggiungere la consapevolezza sia una gara a ostacoli fatta di rinascite e fatiche finché non andrà «tutto bene», è un successo annunciato.
Voto: 7
Gianni Morandi: quasi imbarazzato dall’accoglienza del pubblico, sorpreso dall’invito dopo la conduzione della scorsa stagione, canta «una canzone di cui adesso abbiamo veramente bisogno» C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. E che continua a coinvolgere. Così come fa Apri tutte le porte, che seguita ad andare forte e a far entrare il sole, anche all’Ariston.
Voto: 7
Ricchi e Poveri: BigMama, inconfondibile, introduce i Ricchi e Poveri completamente in rosa, con un luccichio di paillettes e boa di struzzo da lanciare subito via. Due coppie di ballerini dimostrano che il brano dance con un ritornello divertente alla loro maniera – «lo sai che ti aspetto, Ma non tutta la vita» – fa muovere i piedi a gogò. Furbissimi.
Voto: 6
Russell Crowe: sarà che un Massimo Decimo Meridio, il Gladiatore pronto a scatenare l’inferno, è più temibile di un gangster di mezza tacca come il Vincent Vega di Pulp Fiction, ma l’attore neozelandese è trattato decisamente meglio da Amadeus rispetto al Travolta ridotto a ballerino da strapazzare. Lui canta con il suo gruppo rock Let Your Light Shine, che vede finalmente anche un fiato, una tromba, in evidenza, e pulsa con la cadenza di In-a-Gadda-Da-Vida degli Iron Butterfly. Domande adeguate e risposte intelligenti, con un omaggio alla grande influenza dell’Italia nel mondo, di cui dovremmo essere orgogliosi.
Voto: 8
Bresh: ha un Guasto d’amore il cantautore diventato famoso per il suo tifo rossoblù. La canzone adottata come nuovo inno genoano è proposta dal beach club della Costa Smeralda senza infamia senza lode, che per Sanremo significa insufficienza.
Voto: 5
Angelina Mango: La noia è brano tutt’altro che noioso, interpretato con bella voce e ottima presenza dalla figlia d’arte. Il riferimento è la cumbia, un ballo colombiano mosso e vivace, ripresa e aggiornata in un mix di emozioni e di alti e bassi, come la quotidianità che ci aspetta ogni giorno.
Voto: 8/9
Diodato: abito vinaccia e maglietta nera per il cantautore aostano, che con Irama è l’unico a portare in gara la grande canzone d’autore, ricca nel fluire melodico e con un testo che è un invito a connetterci con la nostra intimità. Ti muovi propone un progressivo intensificarsi del pathos di un amore che sembra finito, ma che non è veramente chiuso. Un amore universale come evidenzia l’intervento di un balletto hippie alla Jesus Christ Superstar.
Voto: 8/9
Ghali: Mahmood, in un abito di pelle nera particolarissimo, presenta l’altro rapper, che invece ha una giacchetta a scacchi colorati tempestata di paillettes e guanti bianchi luccicanti. Casa mia è un dialogo disincantato tra un umano e un alieno (presente in platea) sul concetto di casa, molto ballabile e un po’ old style. I dubbi sul testo assai ondivago però sono molti.
Voto: 5/6
Negramaro: una Emma tutta in rosa confetto introduce i conterranei Negramaro con il loro atto di speranza, di invito a perdonare e perdonarsi. Rock d’autore e autorevole, pieno, forte, migliore a ogni nuovo ascolto.
Voto: 7/8
Edoardo Leo: protagonista de Il clandestino, poliziotto radiato a causa di un attentato compiuto dalla fidanzata integralista e diventato investigatore privato. Andrà in onda in aprile, ma frattanto Leo monologa a velocità eccessiva, accompagnato dall’attore-musicista Jonis Bascir alla chitarra, sul presente e su cosa può fare l’artista per migliorare un’attualità così complessa. Ci fa capire come spesso le belle canzoni e le belle poesie parlano di noi e ci aiutano a crescere, a sopportare il dolore e a comunicare con gli altri. E come ridere sia un atto incredibile, universale, rumoroso quando si è insieme, perché è un segnale che indica benessere. «Quando il sole della cultura è basso anche i nani sembrano giganti», scriveva Karl Kraus: facciamolo restare sempre in alto e lasciamoci illuminare.
Voto: 7/8
Fiorella Mannoia: a poche settimane dai suoi 70 anni, la rossa cantante (e coautrice di questo brano) è bellissima nel lungo abito blu notte. La canzone è un inno alla forza interiore nell’affrontare le sfide della vita che esprimono le donne. Che esprime lei che «per sempre sarò libera / e orgogliosa canto». Una ballata dai sapori popolari alla sua maniera.
Voto: 7
Sangiovanni: pantaloni in vinile lucido, giacca oversize e berretto di lana, total black, canta il coraggio di dire addio e di affrontare un distacco definitivo. La sua Finiscimi è molto tranquilla e non incide, ma il giovanissimo Giovanni Pietro Damian, dedicandola ai genitori in platea, ci ricorda che dovremmo dire loro più spesso «vi voglio bene».
Voto: 5
La Sad: punk fuori tempo massimo – oppure in anticipo su un inevitabile ritorno – per il coloratissimo e scanzonato trio, che assume una sorta di responsabilità generazionale del rock più eversivo. Mezzo voto in meno per il retorico abbraccio finale tra due figuranti, un padre in tenuta da impiegato e una ragazza punk con i capelli blu.
Voto: 6
La classifica per il televoto e per le radio: 1. Angelina Mango, 2. Ghali, 3. Alessandra Amoroso, 4. Il Tre, 5. Mr. Rain. A parte la deliziosa Angelina, la più imprevedibile delle top five possibili.
(Foto apertura: Maria Laura Antonelli / AGF)
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