Dopo aver sfondato il muro del 65% di share, come non succedeva da decenni, il festival 2024 ha proposto una seconda serata che, come da tradizione, ha offerto metà delle canzoni, intervallate da una corposa varietà di ospiti. Le nostre valutazioni sui protagonisti.
I trent’anni di E poi di Giorgia – co-conduttrice – con un’esecuzione da pelle d’oca, il cast di Mare fuori contro la violenza sulle donne, la testimonianza di Allevi sulla malattia, il ballo del qua qua di John Travolta. La seconda serata della 74esima edizione, porta ancora tanti gli ospiti e tante le soprese. Ecco le pagelle di Sanremo della nostra redazione.
Le pagelle di Sanremo
Amadeus: Parte dalla zona antistante l’ingresso dell’Ariston, ma poi prende possesso del palcoscenico con la solita professionalità e simpatia. Nessun appunto gli si può fare, anche per la capacità sorridente di adeguarsi ad attimi fuori scaletta. Vuole ballare e fa il simpaticone con John Travolta, ma non riesce a trovare una maniera non banale per sfruttare un ospite di tale caratura. Mezzo voto in meno per le veniali finzioni che ama mettere in scena, mezzo in più per essere un boomer felice di esserlo.
Voto: 7/8
Fiorello: appare all’inizio, poi scompare per quasi due ore. Si ripresenta solo con Travolta in un intermezzo alla Indietro tutta! con tanto di balletto con simil-ragazze coccodè assai dimenticabile. Stavolta, incredibile a dirsi, toglie più che aggiungere.
Voto: 4/5
Ruggero, il nonno di Viva RaiDue: l’imprevedibile presentatore è l’attempato storpiatore seriale di canzoni, compagno di strada di Fiorello in Viva RaiDue. Sorridente e simpatico.
Voto: 7
Fred De Palma: Presentato e salutato da Ghali, con la sua storia d’amore tormentata e un’elegante mise tutta in nero, il big del reggaeton italiano offre il suo brano dance in maniera più convincente dell’esordio. Quasi un’Annalisa al maschile. Quasi.
Voto: 6
Renga e Nek: Eleganti in frac con i faccioni di Amadeus sulla schiena del frac i tre La Sad introducono i due simpatici cantautori. «L’amore è stupido, è inutile, ma è così fragile, fatto di un metallo indistruttibile. Amarsi è semplice, indispensabile, per questo anch’io Sono pazzo di te, perché è quello che conta davvero». Ballad pop-rock vecchia maniera, loro “vecchie volpi” piacione anziché no.
Voto: 5
Giorgia: La “cantante che presenta i cantanti che presentano i cantanti” appare con E poi, che festeggia il trentennale dalla presentazione a Sanremo Nuove Proposte. In frac, con i pantaloncini corti, gli stivali alti, il papillon bianco e taglio di capelli alla maschietto, emoziona subito grazie alla voce sfaccettata che conosciamo. Simpatica – «poi ce la magnamo quella», riferendosi alla torta del festeggiamento, e «se po’ di’ pomicia’ a Sanremo? Vabbè l’ho detto!» – e spigliata come co-conduttrice, anche quando ricorda le scomparse musicassette, che si usavano antan anche per mandare “messaggini”, e ricorda di aver detto di no a un concerto/tributo a Michael Jackson con lui presente per la paura di volare. Un’altra over 50 che sa essere al top, come dimostra anche iniziando da sola l’intervista a John Travolta. E ovviamente con la magia della sua voce da grande cantante nell’emozionante e romanticissima antologia delle sue hit.
Voto: 9
Alfa: si presenta in jeans e maglietta paillettata con una scopa in mano che passa a Mr. Rain, che l’ha introdotto. Scritto mentre si trovava in viaggio in America smarrito e senza riferimenti, il brano guadagna dalla nuova interpretazione, molto più spigliata, mossa, giovanile, brillante della sera precedente. Anche se ovviamente il rappetto dance rimane tale.
Voto: 5/6
Dargen D’Amico: Diodato, che da tutto bianco è diventato tutto nero (nel look) è il presentatore, che condivide le sue parole pacifiste di ieri. Che specifica non essere guidate dalla politica ma dalle infinite cose che abbiamo tutti i comune. L’interpretazione guadagna dalla migliore comprensibilità delle parole che i missaggi audio di questa seconda serata offrono un po’ a tutti gli artisti. Il vestito, che rappresenta un cielo stellato con una grande luna piena, e il coro di otto seriose comparse in frac e occhiali da sole aiutano il clima, insieme alla passeggiata in platea di Dargen. Tutto è più a fuoco, ma il brano rimane un quasi clone – testo a parte – di Dove si balla.
Voto: 6
Il Volo: Rose Villain introduce gli elegantissimi tre tenori. La canzone d’amore alla maniera “italiana” apprezzata dal pubblico internazionale piace di più a un secondo ascolto e Gianluca, che porta i fiori alla mamma, merita mezzo voto in più.
Voto: 7
Gazzelle: una relazione giunta al capolinea è il tema della canzone di Gazzelle, sostenuta dai simpatici e confusionari bnkr44. Look ancora total black con un kway per un brano romantico e delicato con un crescendo prevedibile. Non convince neppure a un secondo ascolto.
Voto: 5
Giovanni Allevi: introdotto con parole emozionate da Amadeus, propone un monologo new age di gratitudine e riconoscenza per il creato e per il personale ospedaliero, per la famiglia e per gli altri pazienti, i “guerrieri” come li chiama. Colpito da mieloma, è magrissimo e con una “nuova” capigliatura completamente grigia: «All’improvviso mi è crollato tutto, non suono più il pianoforte davanti a un pubblico da quasi due anni, quando alla Concert House di Vienna alla fine non riuscivo ad alzarmi dal piano per il dolore alle ossa. Ho perso lavoro e capelli, ma non la speranza, le certezze e la voglia di immaginare».
Emozionatissimo emoziona, ma suona con due vertebre fratturate e neuropatia alle dita: «Non potendo contare sul mio corpo suonerò con tutta l’anima». Il brano al pianoforte solo si chiama Tomorrow, perché domani ci dobbiamo attendere sempre un giorno migliore. Ed è un «dono inaspettato del dolore» e, ce lo/glielo auguriamo tutti, una nuova ripartenza.
Voto: 9
Orchestra di Mirko Casadei e Nuova Orchestra Santa Balera: è un compleanno che coinvolge in maniera particolare un romagnolo come Ama: Romagna mia compie 70 anni. L’Ariston diventa una grande balera con le due orchestre e i loro ballerini, compresi alcuni giovanissimi. Liscio che più liscio non si può, nonostante un attacco jazzato di qualche secondo. Sul palco Giovanna Civitillo, la moglie del conduttore, in uno splendido abito azzurro, volteggia con uno dei ballerini.
Voto: 8
Emma : «Vai Cocca spacca», le dice Giorgia e lei lo fa. In un abito nero avvolgente e i capelli tiratissimi in una piccola treccia, canta una liberatoria e totale immersione nei sentimenti. La sua è un’Apnea che fa sentire il brivido di stare bene.
Voto: 7/8
Rosa Chemical: sul palco esterno, davanti a una piazza gremita, propone il suo successo dello scorso anno Made in Italy con il pipistrello tatuato sul collo che risalta e la band di sole ragazze. Grintoso e ruffiano al suo meglio.
Voto: 6/7
Mahmood: Alessandra (Amoroso) che lo presenta e Alessandro Mahmoud (Mahmood) sono fascinosissimi nei loro look total black, quasi androgino quello di lui con i pantaloni a zampa e il top monospalla. La sua canzone di formazione, con pagine dolorose da emarginato che sono cancellate da notti di musica, è un rap alla sua maniera, sempre in crescita e convincente.
Voto: 8
BigMama: «Se potessi andare indietro ti darei una casa vera in cui dormire / se anche fossi solo vetro ti coprirei per strada e mi farei colpire», canta su una decisa base uptempo. Rischia di cadere dalle scale sui suoi zatteroni, poi rimane in body nero con calze rosa “tatuate”. Finisce salutando la comunità queer: «Amate liberamente, potete farlo».
Voto: 7/8
John Travolta: compirà 70 anni tra 10 giorni, ma ne dimostra trenta di meno. È brillante, simpatico, sa stare al gioco del ballo con Amadeus, sui temi di La febbre del sabato sera, Grease e Pulp Fiction, oltre a prenderlo in giro «so che tra poco ci sono le primarie per trovare il nuovo conduttore». Attraversa affabile la platea per andare da Fiorello all’esterno, che lo induce a fare qualcosa che non ha mai fatto: la qua qua dance. Di nuovo a ballare come se non avesse altro da proporre: fin troppo disponibile lui, ma non il massimo quello che gli viene proposto di fare.
Voto: 7
Bob Sinclair: dal palco sulla Costa Smeralda il mito delle discoteche si esibisce alla consolle in un medley iperdance con a fianco un quartetto di ballerine in miniabito bianco e un’acrobata che volteggia appesa a un lungo lenzuolo. Propone anche A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà, facendo nulla più del suo.
Voto: 6
The Kolors: Nnon ho più un asso da giocare», dice la loro canzone d’amore, ma Stash e i suoi – anche loro in tenuta all black – il loro pokerissimo di assi lo hanno sempre in tasca e lo sfoderano in maniera martellante e divertente anche da Sanremo. Brano dance alla maniera di Italodisco con un ritornello che ti resta appiccicato alle orecchie come un chewing gum sotto la poltrona di un cinema.
Voto: 6/7
Geolier: Emanuele Palumbo è un geolier da quando è nato, così infatti si chiamano gli abitanti di Secondigliano, il problematico quartiere di Napoli. Parola che peraltro significa in francese “guardia carceraria”. La sua è una canzone che dice come amare voglia dire anche saper lasciar andare, con un rap standard per la gran parte in dialetto napoletano.
Voto: 5
Gli attori di Mare fuori: ascolta, accogli, accetta, impara, verità, accanto, no, insieme («la più preziosa, quella su cui si deve investire per il futuro»). Otto parole che ci indicano come vivere al meglio la vita di coppia, il rapporto tra due persone, l’amore (che non deve c’entrare, mai, mai, con il possesso). Utili, indispensabili anzi, per evitare il drammatico proliferare di femminicidi e violenze. Gli otto attori recitano senza nessuna enfasi né gigionismi inutili le parole dello scrittore Matteo Bussola e chiudono il loro intervento con la canzone sigla della serie.
Voto: 7
Loredana Bertè: presentata con simpatia da Sangiovanni in tuta, la cantante over 73 propone il suo Pazza. Brano autobiografico, su una donna come lei, che non ha mai fatto sconti a nessuno, nemmeno a sé stessa, e che, alla fine, da pazza viene fatta santa. Rock chitarristico un po’ datato, sentita interpretazione alla sua maniera.
Voto: 7/8
Annalisa: con la mise più sensuale della serata, la cantante dell’anno propone la sua Sinceramente che parla di una donna forte che vuole sentirsi rispettata e compresa, libera di piangere o gioire senza essere giudicata. Il ritornello dance è di quelli che “vogliono” essere riascoltati e riascoltati e riascoltati.
Voto: 6/7
Irama: presentato con qualche difficoltà dai Ricchi e Poveri, Filippo Maria Fanti propone con voce d’acciaio la sua ballatona intensa, Tu no, di cui sono già uscite le accuse di plagio della Someone You Loved di Lewis Capaldi. Qualche somiglianza c’è, ma questo brano che sonda le diverse sfumature dell’amore, dalla passione travolgente fino alla malinconia di accorgersi che quello che era non è più, convince e avvince. La seconda proposta però non aggiunge nulla alla precedente.
Voto: 7/8
Clara: i Negramaro la introducono augurandole di «volare altissimo», in futuro. La Soccini cantautrice, attrice di Mare fuori (i fan la accusano, scherzosamente si spera, di aver rubato la canzone a Cardiotrap, come fa il suo personaggio Giulia nella serie), disegna un percorso di crescita, che, come tutti quelli abbiamo vissuto, ha come fine quello che mai il protagonista si sarebbe aspettato. Elegantissima e affascinante in un lungo abito bianco tempestato di paillette, ci offre – come scritto ieri – «una canzone vibrante, dall’andamento dance old style, ma ampio e disteso come un “diamante grezzo”». Voto immutato.
Voto: 7
Leo Gassmann: il prossimo protagonista della fiction Califano, figlio d’arte al debutto come attore e già vincitore a Sanremo nella categoria Giovani nel 2020, propone in maniera molto “aderente” la classica Tutto il resto è noia. Inutile dire del brano che è un evergreen della nostra canzone, cui l’interpretazione di Gassmann aggiunge poco o nulla. Presenza utile solo per lanciare la serie.
Voto: 5
Stefano Vicario: ieri ce lo siamo dimenticati, sorry. Forse perché la sua regia è esattamente quella che ci si aspetta. Nessuna scelta inattesa, nessuna sottolineatura che non fosse “telefonata”, nessuna ricercatezza d’effetto. Tutto piano e lineare, grazie alla solita marea di telecamere piazzate nei soliti posti, con le solite steady e le solite inquadrature politically correct. Non un guizzo alla Beldì che faceva inquadrare i piedi, non un dietro le quinte, non una qualunque altra idea nuova. Una/un brava/bravo aiuto regista della vecchia scuola Rai avrebbe ottenuto più o meno lo stesso risultato.
Voto: 5
La classifica per il televoto e per le radio: 1. Geolier, 2. Irama, 3. Annalisa, 4. Loredana Bertè, 5. Mahmood. Bravo a chi aveva previsto il credito ottenuto da Georlier, mentre Irama lo attendevamo anche noi. Gli altri tre, a rotazione, sono i favoriti di tutti.
(Foto apertura: Maria Laura Antonelli / AGF)
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