Antonio vive in Canada, a Montreal, ha 66 anni e, nonostante tre divorzi, crede ancora nel matrimonio, tanto da chiedere la mano della sua ultima compagna, una donna vedova di qualche anno più grande di lui. Risultato? Un chiaro e secco no e la richiesta di un paio di anni di pausa per riflettere.
Quando Rhoda, a 77 anni, conosce un uomo al club del tennis, s’immagina subito il suo futuro con lui: gli appuntamenti e le cene romantiche finiscono presto col trasformarsi in un rapporto inevitabilmente fatto di cucina, di pulizia e, col passare del tempo, di assistenza alla persona che avrebbe avuto accanto. «Non voglio prendermi cura di qualcuno. Voglio prendermi cura di me», ha dichiarato la signora, che ha divorziato da suo marito 20 anni fa.
Antonio e Rhoda sono i due volti della medesima medaglia. Riflettono la spaccatura, sempre più emergente nella società canadese, tra donne e uomini single che hanno superato i 65 anni di età. Sempre più spesso questi ultimi incontrano un rifiuto, da parte delle loro compagne, davanti alla richiesta di condividere la vita a tempo pieno. Oggi le donne di questa fascia di età iniziano a rifiutare i risvolti negativi della vita a due: la co-dipendenza, la tensione quotidiana all’interno della coppia, i sacrifici derivanti dal mantenere una casa in comune e dal prendersi cura dell’altro, magari bisognoso, con il trascorrere dell’età, di un’assistenza domiciliare continua.
Alcune di queste donne scelgono di rimanere sole, altre, pur accettando il compagno, preferiscono continuare a frequentarsi mantenendo residenze diverse. Secondo le statistiche canadesi più del 68% degli anziani che vivono soli sono donne, spesso vedove. I silver divorce, ovvero i divorzi tra le persone dai 50 anni in su, sono in forte aumento: la quota di separati o divorziati, anziani che vivono da soli si è più che triplicata tra il 1981 e il 2016. È sempre più una scelta personale – non la scomparsa del coniuge – a spingere le senior verso una solitudine soddisfacente. Spesso hanno alle spalle una carriera, sono attualmente libere e indipendenti finanziariamente e non hanno intenzione di tornare a vivere come le loro madri o le loro nonne, ricalcando la vita condotta nei precedenti matrimoni.
Fin qui due storie canadesi. Ma in Europa? Secondo dati Istat del 2017, i single sopra i 65 anni di età, residenti nella Comunità Europea, mostrano una percentuale di donne anziane che vivono sole (40,4%) doppia rispetto a quella degli uomini (19,9%). Una differenza che appare del tutto insussistente se abbassiamo l’età del campione di una ventina d’anni.
L’Italia segue il trend: le donne senior che vivono sole sono molte. Un’idea indiretta la danno le statistiche sullo stato civile: nel 2012 le over 60 vedove erano circa 3 milioni e mezzo, 720.000 le nubili e circa 200.000 le divorziate.
Dunque, anche al di qua dell’Oceano, sembra che le donne della terza età abbiano preso coscienza dell’affermazione a livello lavorativo ed affettivo, e comincino ad allontanarsi da uno stereotipo che le raffigura timorose della solitudine e dipendenti dalla figura maschile.
Ma queste silver lady sono davvero così egoiste? E cosa accadrà quando, sempre più in là con l’età, avranno bisogno di un aiuto? Certo, chi vive solo mantiene una rete sociale molto più ampia della coppia, e i partner che passano la maggior parte del loro tempo in appartamenti divisi, si ritrovano nel momento del bisogno.
Ma allora gli uomini cosa faranno? Si adegueranno al trend o, al contrario, in futuro saranno le donne a rivedere le proprie scelte? Nel frattempo Antonio, nel suo appartamento di Montreal, sta familiarizzando con l’idea di una vita di coppia vissuta in case separate. «Devo rivedere i miei pregiudizi, le mie paure e i miei complessi interiori», afferma e conclude: «Penso che le donne ci chiedano di comprendere il loro essere diverse da noi».
Sarà, ma intanto qualcosa comincia a vacillare anche nelle solide certezze della terza età, quando s’immagina che sia finito il tempo in cui porre ogni cosa in discussione. Persino i rapporti di coppia.
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