La temperatura sul nostro pianeta sta salendo e questo metterebbe a rischio, oltre che la nostra salute, anche le abitudini sessuali. Meno rapporti, dunque meno natalità: un aspetto del global warming finora tenuto in poca considerazione
«È troppo dannatamente caldo / Mi piacerebbe cenare con la mia ragazza stasera / E fare l’amore con la mia ragazza stasera / Ma io non sono dalla mia ragazza stasera /Perché è troppo dannatamente caldo». Cantava così Cole Porter nella profetica canzone Too Darn Hot. Un testo del 1948 che sembra “dannatamente” adatto a parlare del periodo che stiamo vivendo, tra temperature record, ondate di calore, siccità ed eventi estremi.
Ma se l’eccezionalità del caldo di questi mesi diventasse la regola? Quali potrebbero essere le conseguenze di un riscaldamento globale che rende stabili le condizioni termiche che oggi consideriamo eccezionali? E come sarebbe l’intimità in un mondo “bollente”?
Se ormai è ampiamente documentato quanto il cambiamento climatico rappresenti una minaccia per l’umanità, con l’aumento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai, le inondazioni e la siccità, ora, a quanto pare, un nuovo problema si aggiunge a questa lunga lista.
Uno studio americano ha evidenziato un effetto collaterale e inaspettato dell’aumento della temperatura: potrebbe mettere a rischio la nostra vita sessuale.
Secondo gli economisti delle Università di Tulane, California – Santa Barbara e Central Florida, negli Stati Uniti, la frequenza dei nostri rapporti sessuali sarebbe fortemente influenzata dall’aumento della temperatura. Prendendo in esame 80 anni di fertilità e temperature americane, hanno riscontrato che quando la temperatura media nel corso di una giornata supera i 27 gradi centigradi, il tasso di natalità cala dello 0,4% negli 8-10 mesi successivi. Pari a 1.165 gravidanze in meno nei soli Stati Uniti. I dati sulla temperatura e sul tasso di natalità indicano chiaramente l’interconnessione tra sesso e clima: in altre parole, se la terra si riscalda, il desiderio sessuale si raffredda. Del resto, con temperature che raggiungono costantemente i 40 °C, non è difficile immaginare che la nostra vita sessuale non ne risenta: un conto è un amante focoso, un altro un amante accaldato.
Ma non è tutto. I ricercatori hanno riscontrato che il clima caldo – oltre a influenzare la “frequenza del coito” – danneggia anche la fertilità e ritengono che l’aumento delle temperature potrebbe ridurre i tassi di crescita della popolazione nel prossimo secolo.
Dunque, non si tratta più di preoccuparsi “solo” della perdita di biodiversità o dell’inquinamento atmosferico, ma anche della nostra vita sessuale. E chissà se questo aspetto inedito e meno esplorato, possa sensibilizzare anche i più irriducibili scettici del global warming, spingendoli a prendere sul serio il peso che il cambiamento climatico avrà sulla quotidianità di ognuno di noi. Perché dovremo cercare di mitigare e adattarci alle nuove condizioni, anche nell’ambito della nostra vita sessuale. Il condizionatore o il deumidificatore, ad esempio, potrebbero rendere più piacevole un’afosa notte d’amore: in fondo anche questa è una forma di adattamento a un clima cambiato. Anche se solo questo non basterà: sono i dati a dirci che con il caldo estremo, le occasioni di amore si riducono.
Secondo la Harvard Medical School, fare sesso equivale ad un’attività fisica “da lieve a moderata”, all’incirca lo stesso livello di intensità di una partita a ping pong e, con il caldo soffocante, anche i movimenti più basici possono risultare faticosi e da essi tendiamo a sottrarci.
Quando le temperature salgono, ogni aspetto della nostra vita viene compromesso: dalle nostre capacità cognitive alla nostra mobilità fino, a quanto pare, alla nostra capacità di fare sesso.
Per quanto possa essere intrigante perdersi nel piacere, i rischi per la salute dovuti al caldo torrido non dovrebbero essere sottovalutati.
Esiste però un rovescio della medaglia di queste nuove frontiere sessuali socio-politiche legate al cambiamento climatico. C’è per esempio chi trova eccitante collegare sesso e lotta ecologista, come il movimento americano degli Ecosex che si “sposano” con le foreste, strusciandosi con gli alberi. Situazione grave, ma non seria avrebbe detto Flaiano.
In ogni caso, comunque, ci attendono notti bollenti.
Francesca Santolini, giornalista scientifica, saggista, divulgatrice ambientale. Collabora con il quotidiano La Stampa, dove scrive di ambiente, clima e sostenibilità e con la trasmissione Unomattina in onda su Rai Uno, dove si occupa di ambiente. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche intervenendo sui temi d’attualità legati all’inquinamento e al clima. Per Marsilio ha scritto “Passio Verde. La sfida ecologista alla politica” (2010), mentre per la casa editrice Rubbettino “Un nuovo clima. Come l’Italia affronta la sfida climatica” (2015) e “Profughi del clima. Chi sono, da dove vengono, dove andranno” (2019).
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