Come non ricordare le nostre nonne circondate da piante e vasi, impegnate ad innaffiare e a preparare talee, sempre pronte a nuovi “esperimenti” botanici? Preoccupati davanti ad una fogliolina gialla ed entusiasti dell’ultima fioritura, i loro volti si intrecciano nei ricordi, sullo sfondo del “salotto buono” o di una veranda.
C’erano una volta le nonne giardiniere. E ci sono ancora
Quando Maria, 80 anni, passa qualche giorno al mare a casa di un’amica, ha una solo preoccupazione: le sue piante. «Penso a come staranno, se hanno troppo sole o poca acqua», racconta. È anche molto orgogliosa del suo balcone: «I vicini mi chiedono cosa faccio alle piante per renderle così belle», racconta con un sorriso soddisfatto. A volte le piante hanno molti anni ed una storia alle spalle. «Uno dei momenti preferiti dell’anno è quando fiorisce la mia lingua di suocera», racconta Lidia. Ha ereditato questa varietà di pianta grassa da sua zia, che a sua volta l’aveva ricevuta da un altro parente.
Un albero genealogico in casa
Lidia può quasi ricostruire l’albero genealogico della sua famiglia semplicemente guardando i vasi accanto a sé. Le piante, infatti, a volte passano di mano in mano, come i gioielli di famiglia. In loro vive il ricordo inconscio della persona amata che l’ha lasciata in eredità. Le talee delle nonne giardiniere, poi, assumono un significato davvero speciale. Non sono rare le conversazioni tra vicine che chiedono un rametto di questo o quel geranio. E molti di loro sono stati “clonati” fino allo sfinimento.
Il valore di una talea
Capita, poi, che una nuova piantina diventi il ricordo di una bellissima giornata da tenere sempre con noi, sul nostro balcone. Durante una passeggiata lungo il lago o in montagna, può esserci, infatti, l’incontro fortuito con una bella pianta che sporge da un vaso. Una tentazione troppo irresistibile per non essere colta. Del resto, basta un piccolo rametto, a volte una foglia, e il gioco è fatto. Il souvenir formerà nuove radici e nuovi steli e forse qualcuno ne chiederà un pezzetto. Magari (perchè no?) una nipote in visita.
D’altronde, la catena della clonazione può continuare all’infinito, senza bisogno di un laboratorio, ma solo dell’amore per il verde e per la condivisione della bellezza. Regalare una talea è un gesto gentile che conferisce alle piante un valore eccezionale, quello dell’amicizia e dell’affetto. L’incontro con un vecchio amico di infanzia o con una persona cara che vive lontano. Sono queste le occasioni giuste per portare con noi un “pezzetto” di quel momento, da curare con affetto, come il sentimento verso chi ce lo ha offerto.
Nel giardino di “Nonna Speranza”
Un capitolo a parte è quello dei giardini. Ripensando a quelli della nostra infanzia ricordiamo spazi nei quali, in un disordine armonico, crescevano specie rustiche e molto “povere”, scambiate o regalate. Piante di cui non si conosceva il nome botanico ma solo quello di fantasia, diverso da zona a zona. Come l’erba miseria o l’erba teresina. Oggi queste piante sono considerate troppo “banali” per trovare posto sugli scaffali dei garden center. Eppure proprio in questo essere “introvabili” risiede il loro fascino, che ne fa un oggetto di desiderio e di nostalgia per un “tempo che fu”.
Le piante di una volta: robuste e nostalgiche
“Una casa senza piante è una casa senza vita”, è il messaggio che proviene dalle nonne giardiniere di ieri e di oggi. E probabilmente anche da quelle di domani. L’importante è scegliere piante robuste, che possano contraccambiare con facilità cure e affetto. E resistere per generazioni. Come l’aspidistra. Con la sua aria rétro, è persino tornata di moda, forse proprio perché riporta alla mente i vecchi cortili e i pianerottoli delle scale di una volta. O come la sanseviera, nostalgica protagonista dei salotti anni ’50. E che dire dell’eterea asparagina, così prolifica da crescere spontaneamente nei vasi?
Il segreto non è nel pollice verde
Sono tutte piante molto decorative che non hanno grandi esigenze colturali e non richiedono un pollice verde straordinario. Basta solo un po’ di amore e tanta pazienza. Qualcosa che tutte le nonne del mondo possiederanno sempre in abbondanza.
© Riproduzione riservata