Uno studio sulla salute cardiovascolare avverte: aumenta il numero delle donne che sottovaluta le probabilità di avere patologie cardiache
La maggior parte delle donne italiane sottostima la propria salute cardiovascolare non conosce tutti i fattori di rischio e, se ne è a conoscenza, non migliora il proprio stile di vita. È quanto emerge dal CArdiovascular Risk awareness of ItaliaN WOMEN (Carin Women), uno studio condotto su un totale di 5.590 donne in 49 ambulatori cardiologici italiani dal gruppo Medicina di Genere di A.R.C.A. (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali. Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nelle donne, eppure questo primato risulta ancora oggi sconosciuto, o quantomeno sottovalutato, anche da diversi professionisti della salute e ancor più dalla maggioranza della popolazione femminile.
Bassa consapevolezza
La popolazione esaminata in questa indagine era piuttosto eterogenea per età, scolarità e stato civile. Una dimostrazione di quanto il proprio rischio sia sottostimato dalle donne è la percezione del proprio peso: il 46,9% delle partecipanti aveva un indice di massa corporea (BMI) >26 ma solo il 20,2% ha dichiarato di essere in sovrappeso. Il 71,79% di coloro che avevano un BMI compreso tra 26 e 30 e il 41,47% delle donne con un BMI >30 non ha riconosciuto di essere sovrappeso o obesa. Anche il livello di scolarizzazione sembra avere un impatto significativo sul RCV effettivo, in quanto il numero di fattori di rischio sembra diminuire con l’aumentare del grado di istruzione; tuttavia, analizzando l’auto-percezione, la sottostima del proprio rischio è generalizzata a tutti i livelli di scolarizzazione.
La salute cardiovascolare? Una questione di psiche
Un altro fattore socioculturale rilevante è lo stato civile, che sembra influenzare la percezione del proprio rischio. In tutti i gruppi di stato civile, il numero di fattori effettivi di rischio era più basso nelle donne giovani non sposate; eppure, solo una bassa percentuale di donne in tutti i gruppi (single/divorziate/vedove/sposate) percepiva di avere un rischio aumentato. Una sottostima maggiore era maggiore nel gruppo delle donne sposate (solo il 10,85% riteneva di avere un rischio elevato). L’ipotesi degli sperimentatori è che la percezione del rischio sia influenzata da fattori psicologici piuttosto che oggettivi.
Le donne sottovalutano più degli uomini
Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte femminile nei Paesi sviluppati. Le donne subiscono meno eventi cardiovascolari prima della menopausa, ma sviluppano più malattie cardiovascolari e una prognosi peggiore dopo. Eppure, per il 57% delle il rischio femminile è almeno allo stesso livello di quello maschile, il 25% di loro non ha risposto e il 18% ritiene che il rischio femminile sia inferiore. Dunque, dal 36,33% al 43% delle donne sottovaluta o non conosce il rischio cardiovascolare femminile. Un risultato che non sorprende i ricercatori A.R.C.A, visto l’ambiente culturale che finora ha considerato il rischio cardiovascolare come prettamente maschile, con una conseguente sottovalutazione dei sintomi e delle diagnosi, peggiorando così la prognosi nelle donne.
La salute cardiovascolare è anche una questione di genere
“La nostra indagine ha evidenziato una buona conoscenza dei fattori di rischio cardiovascolare ma allo stesso tempo una sottovalutazione del proprio rischio cardiovascolare. Nelle donne italiane, questa sottostima è maggiore tra le più giovani e soprattutto tra quelle con rischio cardiovascolare molto elevato. Il fattore culturale sembra influenzare il numero di fattori di rischio cardiovascolare ma non la percezione del proprio rischio”, spiega Adele Lillo, Responsabile Ambulatoriale Cardiologia ASL BA DSS 10 Ospedale Fallacara Triggiano e principale autrice dello studio.
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