Cohousing all’estero e in Italia. Molte le occasioni per avvicinarsi ad una realtà sempre più in linea con i bisogni della società attuale che mettono al centro il tema dell’abitare collettivo.
Le Giornate nascono in Olanda nel 2009. Dal 2013 si diffondono in tutta Europa grazie all’associazione Habitat Partecipatif che in Francia riunisce realtà di cohousing, ecovillaggi e social housing. L’iniziativa nel 2016 sbarca in Italia, per l’impegno di RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici), di Rete italiana cohousing e di Mcf Mondo Comunità e Famiglia.
L’abitare collaborativo
Dopo l’interruzione dovuta al Covid-19, riprende in questi giorni l’insieme di eventi pensati per diffondere la conoscenza dell’abitare condiviso. Per l’occasione diverse realtà e strutture apriranno le porte di una forma di vita in comune di cui si sa ancora poco, soprattutto nel nostro Paese. Ma che incuriosisce sempre più, al punto che ogni giorno sempre più persone vi si avvicinano con interesse. Per abitare collaborativo, infatti, non si intende solo la coabitazione, ma una condivisione ben più ampia delle relazioni, delle decisioni, degli spazi, delle risorse e del tempo libero. Un’esperienza all’insegna di uno stare insieme ecologico, solidale e partecipato, in linea con i parametri attuali e moderni.
Vicini molto “speciali”
Il cohousing, nelle declinazioni silver housing, social housing, ecovillaggi può essere definito come una forma particolare di vicinato, in cui i partecipanti, spesso di età diverse, scelgono di condividere alcuni spazi e servizi. Rientrano in queste due categorie, ad esempio, il mangiare insieme, la gestione dei bambini, gli aiuti agli anziani o la cura delle zone verdi. Dunque, è più di un semplice condominio (in cui ciascuno vive all’interno del proprio appartamento) ma meno di una comune (perché non prevede una co-gestione economica delle risorse).
Una visione di abitare inclusiva e sostenibile
In ogni caso si pone come una proposta alternativa all’isolamento delle fasce sociali più fragili della vita cittadina, come anziani e madri single. Ma anche come uno strumento per il ripopolamento dei borghi e delle campagne. Questo grazie alle comunità che basano la loro esistenza sui principi di sostenibilità ambientale. Gli ecovillaggi, infatti, nati negli Stati Uniti nel 1971, sono una realtà forse ancora poco conosciuta, ma ormai diffusa anche in Italia.
Anche qui la scelta è basata sulla condivisione del lavoro e delle esperienze, in una logica di sostegno che può assumere forme diverse. Da una vita basata su forme di allevamento e agricoltura, lontana dalla modernità, a esperienza mistica; da rifugio e accoglienza per chi è in difficoltà a cooperativa di turismo slow.
Il calendario degli eventi
Durante il mese di maggio e secondo il calendario pubblicato sul sito di Rive, sarà possibile visitare, conoscere e osservare da vicino le esperienze di vita collaborativa. Al tempo stesso, le comunità avranno l’opportunità di valorizzare il proprio operato facendo rete, contribuendo così allo sviluppo della formula dell’abitare partecipativo.
Quest’anno l’iniziativa si allarga a tutte le diverse esperienze abitative che mettono al centro la relazione interpersonale per creare un gruppo più inclusivo e solidale. Le attività possono essere a porte aperte (visite alle comunità), oppure “Siedi e racconta” (dibattiti e incontri con i partecipanti alle coabitazioni).
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