La previsione di spesa per le donne è di mille euro. La cifra arriva a duemila per gli uomini. A raccogliere preferenze e priorità è un sondaggio realizzato da Revolut, tra le più importanti applicazioni finanziarie globali
L’estate 2023 rischia di essere un salasso per le tasche degli italiani, costretti a fare i conti con i forti aumenti nel settore. Non sorprendono dunque i risultati di un sondaggio di Revolut, nota applicazione finanziaria globale, secondo cui il 76% degli intervistati indirizza le scelte di villeggiatura in base ai costi.
A seguire contano salute e sicurezza (43%) soprattutto per le donne (46%), meno per gli uomini (40%). Le prime, più preoccupate per i rincari, prevedono di spendere per una settimana tra 250 e 1.000 euro, contro il 59% della controparte maschile che si posiziona tra i 500 e i 2.000.
Meno determinanti per la scelta della meta sono il cibo e le tradizioni locali (41%) e persino la sistemazione, che sia albergo, appartamento o altro (38%).
Non solo viaggio e location, anche le spese di soggiorno sono contenute: per il 7% del campione il budget medio previsto per un viaggio di una settimana si attesta sotto i 250 euro, il 24% spenderà tra 250 e 500 euro, il 36% tra 500 e 1.000, mentre il 17% si spingerà fino ad una spesa compresa 1.000 e 2.000 euro. Solo uno sparuto 5% supererà la soglia dei 2.000 euro.
Il denaro sarà utilizzato per le esperienze gastronomiche (68%), per visite nei luoghi vicini (57%), per il contatto con la natura e con gli animali (49%), per l’arte e i musei (48%) o per lo shopping (36%).
L’Italia è cara, si sa. O meglio, così la pensano gli intervistati che in molti casi scelgono l’estero come destinazione: Spagna, Grecia e Croazia prime nel rapporto qualità-prezzo.
E quando tutto è ormai pronto per la partenza si spera di non rimanere stritolati tra la folla (56%), di non essere truffati (37%) e di schivare i temuti scioperi dei trasporti, incubo di tutti i viaggiatori (29%).
Il rischio è che dopo tutta questa fatica un italiano su tre non riesca a staccare la spina. Continua il trend della “workation”, quel mix tra ferie e lavoro a distanza da trascorrere in baita o sotto l’ombrellone. Il timore è forte soprattutto per una percentuale di italiani, pari al 12%, obbligati alla reperibilità in caso di emergenza, mentre un 8% non può fare a meno di controllare le mail e il 9% è obbligato alla disponibilità dal ruolo svolto. Le ferie però rimangono un diritto sacro e irrinunciabile per il 61% del campione, uno spazio per rigenerarsi e recuperare le energie, il momento tanto atteso da dedicare alle relazioni personali e familiari.
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