Chi ha condizioni socioeconomiche migliori, come redditi elevati o istruzione superiore, ha un rischio minore di malattie legate all’età e mostra meno segni di invecchiamento biologico. L’invecchiamento in salute non è un miraggio, ma non per chi è vittima di diseguaglianze sociali ed economiche
Le diseguaglianze sociali influenzano la velocità di invecchiamento. Un nuovo studio dei ricercatori dell’UCL (University College of London) ha scoperto che le persone con condizioni socioeconomiche favorevoli, come redditi elevati o livelli di istruzione alti, hanno un rischio ridotto di malattie legate all’età. Non solo, mostrano meno segni di invecchiamento biologico rispetto ai loro coetanei. Per gli scienziati inglesi, dunque, l’invecchiamento sano è un obiettivo raggiungibile per la società nel suo complesso. Dal momento che è già una realtà per le persone con condizioni socioeconomiche favorevoli.
Come l’ambiente sociale influenza l’invecchiamento
Secondo l’articolo pubblicato su Nature Medicine, le disuguaglianze sociali sembrano avere un impatto diretto sul processo di invecchiamento biologico. Gli scienziati hanno scoperto che le persone con maggiori vantaggi sociali avevano meno proteine nel sangue legate all’invecchiamento, comprese quelle connesse all’infiammazione e al sistema immunitario. Le misure dei vantaggi sociali includevano sia fattori della prima infanzia, come l’istruzione e la posizione socioeconomica del padre, sia indicatori dell’età adulta, come la deprivazione del quartiere, lo status occupazionale o il reddito familiare.
Proteine e invecchiamento: un legame indissolubile
I marcatori dell’invecchiamento, si legge nel sito di UCL, sono stati misurati tramite diagnosi di malattie note per essere legate all’invecchiamento. La novità è stata di aver eseguito anche esami del sangue per misurare le proteine circolanti nel plasma sanguigno. Molte di loro, infatti, sono note per influenzare il processo di invecchiamento. D’altro canto, l’invecchiamento influenza anche la composizione delle proteine nel sangue, quindi il loro monitoraggio è strettamente legato all’età, indipendentemente da qualunque malattia.
Il peso delle diseguaglianze economiche
In conclusione, i ricercatori hanno scoperto che il rischio di 66 malattie legate all’età era influenzato dal vantaggio sociale. In media, c’era un rischio di malattia superiore del 20% per le persone con basso status socioeconomico rispetto all’alto status socioeconomico. Per alcune malattie, tra cui il diabete di tipo 2, le malattie del fegato, le malattie cardiache, il cancro ai polmoni e l’ictus, il rischio era più del doppio nel gruppo più svantaggiato rispetto al gruppo più avvantaggiato. Studiando le proteine hanno scoperto che il benessere socioeconomico influisce sui livelli di 14 proteine, comprese quelle che regolano le risposte infiammatorie e di stress cellulare. Queste possono ridurre fino al 39% del rischio di malattia nelle persone più avvantaggiate.
L’invecchiamento sano è possibile
L’autore principale, il professor Mika Kivimaki ha dichiarato a Euronews: “Questo studio fornisce forti prove biologiche che le condizioni sociali influenzano il ritmo dell’invecchiamento. Per decenni, abbiamo saputo che i vantaggi sociali sono legati a una salute migliore, ma i nostri risultati suggeriscono che potrebbero anche rallentare il processo di invecchiamento stesso. Il nostro studio evidenzia che l’invecchiamento sano è un obiettivo raggiungibile per la società nel suo complesso, poiché è già una realtà per le persone con condizioni socioeconomiche favorevoli”.
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