Che le api siano utili all’ecosistema è cosa nota, ma la novità è che potrebbero rivelarsi un valido aiuto anche nella diagnosi oncologica
Hanno un ruolo cruciale per il pianeta, per la tutela della biodiversità e per l’agricoltura. Questo lo sappiamo da tempo. Le api sono una parte integrante del nostro sistema alimentare, perché impollinano le piante coltivate che diventano cibo sulle nostre tavole. Quello che non sapevano è che le api possono essere piuttosto precise nella diagnosi oncologica. Secondo una ricerca condotta dal Dipartimento di Ingegneria biomedica dell’Università del Michigan e pubblicata sulla rivista scientifica Biosensors and Bioelectronics, infatti, le api sarebbero in grado di individuare le cellule cancerogene presenti nel nostro respiro e addirittura di distinguere fra diverse tipologie di tumore al polmone.
La ricerca
Nella ricerca che ha portato a questa conclusione, gli studiosi hanno ricreato in laboratorio due tipi di “fiato sintetico”. Uno imitava la composizione chimica di una persona sana, l’altro quello di una affetta da tumore al polmone. Entrambi sono stati sottoposti ad una ventina di api. A queste era stato precedentemente applicato un minuscolo elettrodo in grado di registrarne i segnali neurali che si sarebbero scatenati in reazione agli stimoli olfattivi.
I risultati
È emerso che le api non solo sono state in grado di percepire le minuscole concentrazioni chimiche attribuibili alle cellule cancerogene, ma anche di distinguere tra diversi tipi di patologia polmonare.
Il respiro umano contiene oltre 3.500 composti organici volatili, e molte patologie, compresi i tumori, possono alterarne i componenti e la loro concentrazione, riflettendo la condizione metabolica e la salute di un individuo.
Questo studio si è concentrato sui composti noti per essere modificati dal cancro ai polmoni, che sono stati riprodotti in laboratorio utilizzando delle cellule tumorali in vitro.
Il sistema olfattivo delle api si è dimostrato particolarmente recettivo nel distinguere fra i diversi composti. Questo grazie alla presenza di 60mila neuroni recettivi olfattivi. Sono situati nelle antenne e sono in grado di convertire i segnali chimici in elettrici e di trasmettere risposte diverse a seconda degli odori percepiti.
Il futuro della diagnosi precoce
Questa nuova scoperta potrebbe rivelarsi utile nello sviluppo di nuovi test per le diagnosi precoci, e di tecnologie di diagnostica sempre più precise e meno invasive, con la “sola” analisi del respiro dei pazienti tramite un dispositivo che al suo interno potrebbe contenere un sensore che riprenda le caratteristiche del cervello delle api, e restituisca i risultati in tempo reale.
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