Secondo i dati di un’indagine condotta dal Boston Consulting Group, chi ha una disabilità avverte in modo profondo il timore di essere emarginato per la sua condizione. Tanto da arrivare a tacerla e nasconderla quando possibile.
Esitazione a rivelare la propria condizione di disabilità per timore di subire discriminazioni, è questo ciò che provano moltissime persone nel proprio luogo di lavoro. Lo rivela un sondaggio condotto da Boston Consulting Group (BCG), una delle più importanti multinazionali della consulenza aziendale.
La ricerca è stata condotta in 16 Paesi diversi intervistando 28mila dipendenti di azienda. Secondo l’indagine le persone che dichiarano una disabilità sul posto di lavoro sono circa il 25%, contrariamente a quanto comunicano le aziende, le quali riferiscono invece casi di disabilità fra i propri lavoratori solo nel 4-7% dei casi. Motivo di questa discrepanza? La difficoltà nel comunicare la loro condizione. Ma soprattutto la paura di essere emarginati.
La ricerca della Boston Consulting Group
Il rapporto intitolato Your workface includes people with disabilities. Does your people strategy? ha raccolto i dati attraverso l’indice BLISS (acronimo di Bias-Free, Leadership, Inclusion, Safety and Support), che misura su una scala da 1 a 100 quanto i dipendenti si sentano realmente inclusi nel proprio luogo di lavoro.
Le persone con disabilità riferiscono livelli minori di inclusione rispetto ai “normodotati”, con un punteggio medio di tre punti inferiore agli altri. Inoltre, le probabilità che questi lavoratori siano stati discriminati all’interno dell’azienda sono 1,5 volte maggiori.
I dati italiani su disabilità, lavoro e discriminazioni
L’Italia risulta in linea con i dati internazionali, e riporta 2,8 punti in meno dell’indice BLISS per le persone con disabilità, per le quali la probabilità di aver vissuto discriminazioni sale dell’1,8%. In generale, la ricerca rivela come le persone con disabilità abbiano un’esperienza lavorativa tendenzialmente più negativa, dato che la percentuale di chi si dichiara felice nel posto di lavoro scende del 6% dei casi in soggetti con disabilità.
I dipendenti che riportano una disabilità o una condizione di salute cronica sono in Italia il 21% del totale. Di questi, il 46% dichiara di non aver rivelato la propria condizione sul posto di lavoro per evitare discriminazioni e pregiudizi. Il 43% di chi invece lo ha dichiarato afferma di aver subito discriminazioni.
Non ignorare le disabilità
“Nessuna organizzazione può permettersi di non conoscere il fenomeno della disabilità, visibile e invisibile – ha dichiarato Sara Taddeo, senior manager Diversity, Equity & Inclusion di Boston Consulting Group -. I datori di lavoro dovrebbero riconoscere che i dati relativi alle persone con disabilità sono incompleti, e prendere provvedimenti per combattere lo stigma che le persone con disabilità percepiscono su di sé e che, nel caso di disabilità invisibili, le portano a nascondere o negare la propria condizione per paura di essere emarginate o di non avere eque opportunità di carriera. Solo in questo modo sarà possibile avere contezza del numero complessivo di persone con disabilità presenti nella propria azienda, e questo è il primo passo verso la creazione di iniziative volte a includere una comunità spesso trascurata”.
Per il Boston Consulting Group questo vuol dire solo una cosa. Le aziende non possono più aspettare a sviluppare politiche e programmi incentrati sulle persone con disabilità, affiancarle con percorsi specifici e con la competenza di una figura professionale che faccia da mentore, attrezzando gli uffici per creare contesti accessibili.
© Riproduzione riservata