Secondo un’indagine dell’Inapp-Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche, in Italia ci sono circa 1,3 milioni di donne inattive, disponibili a lavorare a determinate condizioni. Risorse che si collocano al di fuori dal mercato del lavoro ma che in questo momento potrebbero rappresentare una risorsa strategica per affrontare la transizione demografica.
In un Paese come il nostro dai profondi divari territoriali, in tema di occupazione femminile e disponibilità di servizi di cura e assistenza, sono quasi 1 milione e 300 mila le donne inattive che sarebbero disponibili a lavorare a determinate condizioni.
A dirlo è il paper dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) L’insostenibile inattività. Il lavoro delle donne che manca, nella transizione demografica in Italia. Il documento affronta il tema di come la fuoriuscita dall’inattività femminile possa rappresentare una risorsa strategica proprio per la gestione della transizione demografica in Italia.
Serve investire sulle fasce di popolazione che non partecipano
La progressiva contrazione della classe 15-64 anni in un Paese in rapido invecchiamento e a bassa natalità, pone problemi di crescita economica e di sostenibilità complessiva del sistema di welfare. Se gli over 65 oggi al 24,3% nel 2050 arriveranno al 34,5% e gli over 85 dal 3,8% saliranno al 7,2%, mentre la forza lavoro tra i 15 e 64 anni dal 63,5% scenderà al 54,3%, significa che per garantire la sostenibilità delle politiche passive nella transizione demografica, avremo bisogno di investire sull’incremento delle persone occupate in età attiva, a partire dalle fasce di popolazione che non partecipano, o che partecipano non sufficientemente, al mercato del lavoro.
Lavoro al femminile, una risorsa strategica
“In tal senso – ha spiegato Natale Forlani, presidente Inapp – il contrasto alla persistente inattività femminile deve diventare una priorità. Da circa 20 anni, siamo di fronte ad un tasso di inattività femminile di oltre il 40%, una quota di risorse che, per vari motivi, non lavora e si colloca stabilmente al di fuori dal mercato del lavoro e che invece in questo momento può rappresentare una risorsa strategica”.
Al 1° gennaio 2024 le donne inattive in Italia tra i 15 e i 64 anni, ossia donne che non hanno un lavoro, non lo cercano attivamente o se effettuano azioni di ricerca non sono disponibili immediatamente a iniziare, sono oltre 7 milioni e 800 mila. Il 52,5% di questa cifra presenta bassi titoli di studio, il 38,2 il diploma e il 9,2 la laurea o titolo superiore. Di questa cifra, tuttavia, esiste una quota che si dichiara realmente disponibile a entrare nel mercato del lavoro, a determinate condizioni (forza lavoro potenziale) e che potrebbe essere oggetto di interventi specifici. Si tratta di circa di 1 milione e 260 mila donne (il 16% del totale delle inattive), diversamente distribuita a livello regionale.
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