Le neuroscienze confutano ogni giorno molti luoghi comuni riguardo alle nostre capacità cerebrali: è vero che usiamo solo il 10% del nostro cervello? Gli uomini hanno più materia grigia delle donne? Davvero dopo una certa età inizia un lento ma inesorabile declino neurologico? Il cervello possiede una plasticità che, opportunamente allenata, garantisce ottime prestazioni cognitive anche in terza età: questo significa che tutto dipende da come si invecchia, non da quanto si invecchia. A 70 anni potremmo essere ancora in grado di apprendere una nuova lingua o di imparare a suonare uno strumento musicale.
Uno spunto interessante se si parla di welfare e lavoro nella terza età, che fa riflettere su quali e quanti investimenti affrontare per il benessere degli anziani. Un tema affrontato anche dalla Rivista delle Politiche Sociali, edita da Ediesse, nel numero di 3/2018 intitolato “Generazioni: dal conflitto alla sostenibilità”. Nel volume curato da Giovanni Sgritta e Michele Raitano si esamina lo scontro generazionale in cui l’ingente spesa pubblica per gli anziani sarebbe un ostacolo alla protezione sociale dei giovani. I sostenitori dell’esistenza di questo conflitto sostengono che per migliorare la condizione dei giovani si debba togliere qualcosa ai più anziani. Tuttavia, in ambito lavorativo, la prospettiva è capovolta ed evidenzia una realtà in cui si scommette più facilmente sul “nuovo”: l’Italia, infatti, è al quint’ultimo posto in UE per gli investimenti nella formazione dei dipendenti oltre i 55 anni.
Per questo nasce l’Active Aging Academy che si propone come supporto a tutte le organizzazioni per prevenire gli effetti dell’invecchiamento e gestirne le conseguenze: secondo quest’ottica, infatti, futuro e invecchiamento sono sinonimi. Le aziende devono motivare e continuare a rendere produttivi i dipendenti della terza età investendo su corsi di formazione e di aggiornamento. Gli ultracinquantenni devono essere considerati come una risorsa e una fonte di continuo perfezionamento lavorativo, dei dipendenti maturi che sanno far fronte alle sfide della vita professionale.
Di questo si parlerà nell’incontro del 4 Aprile, a Cassina de Pecchi, in provincia di Milano. Un evento organizzato in collaborazione con Este, editore che promuove la cultura d’impresa, e si chiamerà “Active Ageing: dall’inclusione dei lavoratori maturi alla capacità di produrre innovazione“. Una mattinata incentrata sulle caratteristiche dell’odierna popolazione aziendale italiana e sulle strategie con cui sviluppare un ambiente lavorativo che risponda alle nuove esigenze. Gli obiettivi principali dell’incontro sono volti ad uno scardinamento degli stereotipi: le caratteristiche anagrafiche non sono un freno, non comportano un abbassamento delle facoltà cognitive o della performance. Non un costo, ma un’opportunità. Le idee sull’invecchiamento possono influenzare le decisioni organizzative e incidere negativamente sull’ambiente aziendale. Per superare questi ostacoli, si deve ripristinare l’equilibrio tra i lavoratori junior e quelli senior creando gruppi di lavoro intergenerazionali: un contesto in cui viene favorito lo scambio di conoscenze e si influisce sulla motivazione e il benessere delle persone.
Il programma del 4 Aprile prevede un intervento sul legame possibile tra senior e innovazione: a parlarne sarà proprio il presidente dell’Active Aging Academy, Gianbattista Rosa. Secondo un recente studio sull’ambiente lavorativo tedesco, nelle imprese dove c’è maggior concentrazione di lavoratori over 50, il tasso di innovazione è minore. Ma si tratta di un fattore di rischio che si può cambiare se nasce da un contesto non sufficientemente stimolante ad accettare nuove sfide. Ogni azienda deve pianificare interventi di breve o lungo periodo per costruire un organico orientato al futuro. Saranno molte le testimonianze aziendali sull’ambiente di lavoro: tra i relatori presenzieranno i responsabili di risorse umane e welfare di aziende come Philips, ABB e CNH Industrial. Proprio questi ultimi presenteranno il progetto pilota avviato nel reparto Minibus dell’Iveco Spa nella sede di Brescia: un’area in cui lavorano circa 100 operai con un’età media di 50 anni che possono usufruire di un’area benessere in cui eseguire esercizi posturali durante i momenti di pausa per ritrovare un migliore equilibrio corporeo. L’ultima parte della mattinata sarà rivolta ad un dibattito tra il pubblico e tutti i relatori presenti.
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