L’8 dicembre, a Roma, una mostra d’arte patrocinata da Amnesty International denuncia le violazioni dei diritti umani in tutto il mondo, ricordando le storie di chi è ingiustamente incarcerato e torturato.
Migliaia di persone sono rinchiuse in carceri in condizioni disumane, sottoposte a torture, stupri e privazioni di ogni tipo, tra cui cure mediche, visite dei familiari e assistenza legale. Questi individui, provenienti da ogni strato sociale, vengono spesso arrestati e detenuti illegalmente, vittime di un sistema che governa con il terrore per denaro e potere.
La mostra
Per dare voce a queste vittime silenziose, l’8 dicembre si terrà a Roma la mostra “Arte per i Diritti Umani 2024“, patrocinata da Amnesty International e ospitata presso la Sala Dionigi, in via Marianna Dionigi 59.
L’esposizione si configura come un potente reportage sulle violazioni dei diritti umani, un monito per ricordare coloro che, ingiustamente imprigionati, sono privati della possibilità di difendersi. Come è giusto ricordare le grandi tragedie del passato, come la persecuzione degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, altrettanto fondamentale è portare alla luce i nomi, i volti e le storie di chi oggi subisce persecuzioni, a volte solo per aver espresso un’opinione.
Perché, purtroppo, nemmeno bambini e giovani sono risparmiati da questa realtà drammatica.
Ricordare per conoscere
La Chiesa Valdese di Piazza Cavour, da sempre impegnata nella difesa dei diritti umani, non ha potuto rimanere indifferente alle atrocità perpetrate dai governi di numerosi paesi del mondo. Per questo ha deciso di reagire, in modo pacifico, organizzando questa mostra. L’iniziativa vuole contribuire, anche in minima parte, a far uscire dall’ombra della morte e dal gelo della prigionia le persone ingiustamente detenute, esseri umani che vivono nella paura di essere dimenticati dal mondo per cui si sono sacrificati.
La mostra si ispira a un pensiero di Peter Benenson, fondatore di Amnesty International: “Meglio accendere una candela che rimanere al buio”. Questa frase racchiude lo spirito dell’iniziativa, che vuole essere un faro di speranza e un appello alla coscienza collettiva, invitando a non rimanere indifferenti di fronte alle violazioni dei diritti umani in ogni parte del mondo.
L’arte come strumento di denuncia
L’arte, in questo contesto, diventa uno strumento potente per denunciare le ingiustizie e sollecitare un cambiamento.
La Sala Dionigi, con la sua collocazione centrale a Roma, si presta ad essere un palcoscenico ideale per questa importante manifestazione, destinata ad attirare l’attenzione del pubblico e dei media.
L’auspicio è che la mostra possa sensibilizzare l’opinione pubblica e contribuire a promuovere una maggiore consapevolezza sulle violazioni dei diritti umani, spingendo le istituzioni ad agire con maggiore determinazione per la tutela dei diritti fondamentali di ogni persona.
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