A poche ore dall’inizio del 2020, il discorso del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha spronato il Paese ad avere più fiducia nelle proprie possibilità. Uno dei passaggi-chiave descrive l’Italia vera come quella “dell’altruismo e del dovere”; quella in cui “dobbiamo impegnarci attivamente nel comune interesse, con spirito e atteggiamento di reciproca solidarietà”. Un’indicazione che è un controcanto in positivo rispetto al senso di paura e di incertezza che, in base a tutte le analisi sociologiche, ultima quella del Censis, pervadono gli italiani. Alle istituzioni, ma anche ai cittadini, alle imprese, ai corpi intermedi e alle associazioni, il Capo dello Stato sollecita l’invito ad evitare sterili polemiche “favorendo la coesione sociale” attraverso il buon funzionamento della cosa pubblica.
Non trascura i problemi citando il lavoro che manca, il divario Nord-Sud, le crisi aziendali, le esigenze di rilancio del sistema produttivo. L’invecchiamento della popolazione, per il Presidente Mattarella, è correttamente legato all’evoluzione dei rapporti intergenerazionali. Questo il passaggio essenziale: «Ogni società ha bisogno dei giovani. Se possibile ancor di più oggi che la durata della vita è cresciuta e gli equilibri demografici si sono spostati verso l’età più avanzata. Questa nuova condizione impone di predisporre nei confronti degli anziani – parte preziosa della società – maggiori cure e attenzioni».
Molti altri i temi toccati dal Presidente: da quelli relativi al cambiamento climatico a quelli della cultura e della ricerca, fino ad una sentito richiamo ad utilizzare con senso civico e responsabilità i social network. Significativo il passaggio dedicato ai disabili, dai quali Mattarella ha ricevuto in dono una sedia con la scritta: «Quando perdiamo il diritto di essere differenti, perdiamo il privilegio di essere liberi». Tutti sappiamo che spesso la disabilità viene con l’età e il rispetto delle diversità è solo la precondizione per vivere in una società veramente civile; l’auspicio è che questa consapevolezza incarni costantemente l’anima del Paese.
Un altro invito fondamentale è contenuto nel discorso del Capo dello Stato: l’immagine dell’Italia vista dalla stazione spaziale internazionale non ci fa solo protagonisti in un settore ad altissima tecnologia, ma ci spinge a guardare «oltre la punta del nostro naso» per ricordarci le parole dell’astronauta Luca Parmitano secondo il quale «appaiono incomprensibili e dissennate le inimicizie, le contrapposizioni e le violenze in un pianeta sempre più piccolo e raccolto». Un’osservazione che in modo opportuno e lungimirante il Presidente fa sua e che ci sentiamo di condividere.
© Riproduzione riservata