In questi tempi così particolari abbiamo sentito decine e decine di storie. Dolci, drammatiche, a lieto fine oppure no. Anche storie di coppie che, separate dal lockdown, hanno dovuto affrontare la pandemia rimanendo separate. Magari perché uno dei due era ricoverato in ospedale o perché entrambi, pur essendo ospiti nella stessa residenza per anziani, erano obbligati a vivere isolati, nel rispetto delle distanze. Marito e moglie che, dopo aver convissuto per tutta la vita, all’improvviso hanno dovuto affrontare un distacco doloroso, che sembrava eterno. Fino a quel momento felice in cui sono tornati ad abbracciarsi di nuovo.
Mai però si era sentita una storia d’amore nata, ai tempi del Covid, proprio in una casa di cura. Si potrebbe dire che Arlette e Jean-Pierre, 82 anni lei e 84 lui, si siano incontrati proprio “grazie” al Coronavirus. E che, successivamente, siano riusciti a far crescere il loro rapporto nonostante il virus.
Il paradosso dell’amore: il colpo di fulmine mentre ogni contatto umano è vietato
Nella casa di riposo di Bonneuil-sur-Marne, a est di Parigi, Arlette incontra il suo Jean-Pierre proprio all’inizio del lockdown, ai primi di marzo. È subito colpo di fulmine, come racconta, sognante, lei stessa alla stampa locale. In un momento in cui ogni contatto umano è vietato, e le mascherine coprono quasi tutto il volto, i due iniziano a parlare e a raccontarsi.
Isolati dal resto del mondo, vivono i primi momenti della loro storia in modo intenso ed esclusivo. Finalmente oggi che le misure restrittive si sono allentate, possono raccontare a tutti la loro passione e il loro entusiasmo per un futuro insieme.
Arlette, però, non vuole svelare come sia riuscita ad aggirare gli ostacoli della prima ora. Resta il mistero di come abbia fatto ad incontrare il suo innamorato al piano uomini, mentre le stanze erano isolate. Probabilmente questo resterà per sempre un segreto tra loro due. In fondo, si sa, l’amore ha bisogno di complicità.
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