L’amore e i legami affettivi in genere sono più forti delle malattie della memoria. Non lo dicono solo le ricerche. Una per tutte, quella condotta dall’Università dell’Anglia Orientale (Inghilterra) che, nel 2017, ha sostenuto la minor probabilità di ammalarsi di demenza senile per il 17% degli anziani britannici con forti legami familiari. Dalla stessa ricerca è emerso che il 31% degli anziani inglesi con legami problematici, avrebbe un maggior rischio di soffrire della malattia.
Nella vita reale questa tesi sembra trovare conferma in una storia che ha suscitato molto interesse sui social nelle ultime settimane. Anne e Bill sono sposati da dodici anni e vivono in Scozia. Bill, da nove anni, dimentica gradualmente il suo passato. Non ricorda il nome della moglie e, ultimamente, non la riconosce. Ciò nonostante, di recente le ha detto di amarla e le ha chiesto di sposarla. Anne pensava che l’uomo si sarebbe presto scordato della richiesta ma ha ugualmente organizzato il suo secondo matrimonio con Bill. Per conservarne il ricordo e rendere pubblica la sua felicità ha ricostruito la vicenda su Facebook. Ha comprato una torta al supermercato e organizzato la cerimonia in giardino, alla presenza dei parenti. La descrizione che lei stessa fa dell’evento è questa: «Il giorno dopo, sotto delle bellissime decorazioni fatte in casa da Lynne, una bellissima composizione floreale fatta da Eva, i fiori perfetti di Susan per il mio bouquet, un clima splendido e la nostra meravigliosa famiglia intorno, io e Bill ci siano sposati di nuovo. Non avrei mai immaginato che avremmo rinnovato i nostri voti, ma lo abbiamo fatto davvero. Ed è stato meraviglioso. Bill è stato meraviglioso». Contro qualsiasi diagnosi sulla sua memoria la donna ha affermato che «a due settimane dalla festa, Bill pensa ancora di aver appena sposato la sua nuova ragazza. Lui è felice e io non posso che essere al settimo cielo».
Il tema del rapporto fra amore a Alzheimer è anche al centro di un numero crescente di produzioni cinematografiche. La prossima è in uscita nelle sale italiane il 19 settembre. Si tratta del terzo capitolo della saga dedicata ai personaggi Anne Gauthier e Jean-Louis Duroc. Il primo film, del 1966, si intitola Un uomo e una donna. Venti anni dopo il regista Lelouch fa incontrare di nuovo gli stessi personaggi e gli stessi attori: Jean-Louis Trintignant e Anouk Aimèe in Un uomo, una donna oggi. Il terzo capitolo della saga si intitola I migliori anni della nostra vita. Questa la trama: il protagonista Jean-Louis Duroc, un tempo campione internazionale di auto da corsa, si trova ora in una casa di riposo. La sua memoria inizia a vacillare ma non dimentica la storia d’amore vissuta con Anne Gauthier 50 anni prima. Il figlio Antoine va a cercare Anne convinto che, se accetterà di andare a trovare suo padre, questo avrà un effetto benefico sulla sua malattia. Anne accetta.
In un passaggio cruciale della pellicola l’anziano Jean-Louis dice: «È più facile sedurre 1000 donne che sedurre la stessa 1000 volte». La prima sequenza del film propone il volto di Trintignant, ripreso in primo piano. Per alcuni minuti scorrono davanti ai suoi occhi ricordi, pensieri piacevoli, vuoti di memoria in un silenzio assoluto. Una sequenza che sembra voler rendere plastica l’immagine dalla frase di Victor Hugo che da il titolo all’opera: “I migliori anni di una vita sono quelli ancora da vivere”.
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