L’abbraccio ad una bambola per ritrovare sé stessi, i propri ricordi, le proprie emozioni. Non è un gioco, ma un modo per stimolare nelle persone affette da demenza l’istinto dell’accudimento e far emergere quella parte affettiva che resta latente nel corso dell’evoluzione della patologia.
La “Terapia della Bambola”, consiste nell’affidare, in diversi momenti della giornata, una bambola al paziente che se ne prende cura come se fosse un bambino vero. L’Associazione Ragi Onlus di Catanzaro, che nei suoi centri si occupa di persone con diverse forme di demenza, ha ospitato un corso di formazione per medici e personale socio sanitario in cui è stata presentata la bambola Gully – brevettata dal prof. Cilesi – e che ora è diventata un presidio medico riconosciuto dal ministero della Salute, poiché in soggetti con demenze, facilita il rilassamento e porta anche alla diminuzione delle dosi farmacologiche.
Affinché la terapia funzioni, tutto il personale medico ed i familiari, devono essere correttamente formati ed informati sia sulla metodologia di somministrazione che sull’importanza di considerare la bambola sempre come un bambino e non come un gioco.
SINTESI DI: Una bambola per ritrovare se stessi, ecco la terapia contro le demenze, Daniela Amatruda, www.lacnews24.it, 13-11-2019
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