La sfida del futuro sarà quella di implementare una tecnologia davvero al servizio di tutti, specialmente dei senior. Un processo iniziato per necessità durante la pandemia, che adesso deve essere consolidato
L’85% dei senior italiani possiede uno smartphone, più del 61% di loro ha un pc, il 21% ha un tablet e l’8,4% utilizza uno smartwatch. Sfidando il senso comune, quindi, possiamo dire che gli over 50 sono tecnologici e smart. Un’affermazione, questa, che vale in effetti per molti di loro. Eppure, sono ancora tanti, forse troppi, coloro che non hanno accesso a internet, alla cosiddetta banda ultra-larga, a quei mezzi che sembrano così semplici nelle mani dei nativi digitali, rimanendo così tagliati fuori da un mondo che cambia velocemente.
Questo è ciò che ha spinto 50&Più e Fondazione Leonardo a collaborare ancora una volta per dar vita a un’opera che stagliasse nuovi orizzonti per il binomio anziani e tecnologie. E proprio lo scorso dicembre, al Parlamentino del CNEL, i curatori del volume, Carlo Sangalli (nella foto in basso) e Marco Trabucchi (nella foto in alto, a destra), insieme ad altri prestigiosi esperti, hanno dato voce a ciò che è contenuto nelle pagine del volume Ipotesi per il futuro degli anziani. Tecnologie per l’autonomia, la salute e le connessioni sociali, presentando anche un manifesto che delinea gli impegni e le richieste con cui queste due realtà desiderano raggiungere obiettivi concreti. A condurre l’incontro è stata Barbara Carfagna, giornalista, autrice e conduttrice di Codice: la vita è digitale, programma televisivo di divulgazione scientifica, tecnologica e sociale in onda su Rai 1.
Ed è proprio prendendo spunto da questo che il Presidente di 50&Più, Carlo Sangalli, ha voluto analizzare l’intento di quest’opera corale. «Vorrei che vi soffermaste sul concetto di codice – ha esordito -. In fondo non è altro che un sistema di simboli che consente la trasmissione e la comprensione di un messaggio e che serve a comunicare. Un concetto quantomai attuale visto che l’emergenza sanitaria ha cambiato i codici di lettura della realtà e della comunicazione, amplificando la diffusione e l’utilizzo delle tecnologie nella vita quotidiana. E se durante la pandemia abbiamo adottato il digitale per necessità, ora bisogna implementarne l’utilizzo, massimizzarne i benefici. La generazione over 50, che sulla carta possiede meno competenze digitali, è anche il segmento di popolazione maggiormente in crescita e destinato ad assumere un ruolo sempre più centrale in termini sociali ed economici. Non possiamo permettere che vengano lasciati indietro, che rimangano “fuori dal codice”».
Un aspetto ribadito anche dal Presidente di Fondazione Leonardo, Marco Trabucchi: «Davanti alle problematiche legate alla crisi demografica ed epidemiologica è più facile individuare l’individuo fragile e colui che ha bisogno di supporto. Ma ciò che non si considera è che tutte le persone anziane, al di là della condizione di fragilità, possono sentirsi spiazzate di fronte ai grandi cambiamenti e a mutamenti così rapidi come quelli tecnologici, che possono mettere in crisi il sistema di welfare e l’economia del Paese. E allora ben vengano imprese, realtà e associazioni che, come 50&Più e Fondazione Leonardo, arrivano a dare risposte su argomenti di grande rilievo per la nostra organizzazione sociale, coinvolgendo anche realtà intermedie».
Insieme a loro, anche il Presidente del CNEL, Tiziano Treu, che ha aperto l’incontro, e il Presidente di Format Research, Pierluigi Ascani, che ha dato conto del rapporto che intercorre tra senior e tecnologia mostrando i dati raccolti nell’indagine che apre il volume edito da Il Mulino. A chiudere, però, è stato il Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Assuntela Messina. «Quello che è stato esposto in questo volume è in linea con gli orizzonti etici che guardano all’inclusione e all’assorbimento delle disuguaglianze – ha commentato -. Per raggiungere questi obiettivi è necessario mettere al centro le esigenze di ogni singola persona senza lasciare indietro nessuno. L’universo che comprende gli anziani del nostro Paese deve essere inserito e coinvolto all’interno delle nostre azioni e delle nostre riflessioni. Non possiamo immaginare di trasformare le nostre comunità anche in direzione digitale, se non comprendendo appieno quelle che sono le esigenze di una parte sostanziosa della popolazione».
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