Proprio come noi, i nostri amici a 4 zampe attraversano ogni fase della vita. Prima cuccioli, poi adolescenti, quindi adulti e infine anziani. Ed esattamente come noi hanno bisogno di cure e attenzioni diverse, a seconda della loro età. Fortunatamente oggi i progressi della medicina veterinaria e uno stile di vita sano possono garantire anche a loro una vecchiaia lunga e serena.
Invecchiare insieme
Certo, è bello invecchiare insieme, ma cani e gatti diventano anziani prima di noi. E mentre oggi per l’uomo si parla di terza e quarta età, e il concetto di anzianità si è spostato verso i 75 anni, per gli animali le cose vanno diversamente.
Cominciamo con il dire che l’età biologica dipende dalla specie e dalla taglia. La terza età di un cane inizia intorno ai 5/8 anni, mentre i gatti, mediamente più longevi, sono considerati “maturi” dai 6 ai 10 anni e anziani dai 15 in su.
Come qualsiasi proprietario sa, per capire come e quando Micio e Fido invecchiano basta osservarli. Un segnale comune per entrambi è il calo dell’attività motoria e un aumento del riposo diurno. Ma la vecchiaia comporta anche altri cambiamenti: i peli, particolarmente quelli del muso, diventano bianchi e la pelle meno elastica. La vista e l’udito diminuiscono. La massa muscolare si riduce e aumenta la percentuale di grasso corporeo. Il sistema immunitario si indebolisce e il fegato inizia a lavorare con difficoltà.
L’importanza della prevenzione e di una giusta alimentazione
Un aumento o una diminuzione di peso sono un segnale da non trascurare. Nel primo caso infatti potrebbe trattarsi di diabete o ipotiroidismo. Nel secondo di un problema ai reni o al cuore. È naturale che una visita al veterinario di fiducia potrà suggerire la diagnosi e la terapia da seguire.
Alcuni organi in particolare vanno maggiormente soggetti al passare del tempo. Esami specifici possono segnalare in tempo problemi di cataratta e glaucoma, mentre un programma specifico di igiene dentale può limitare danni all’apparato gengivale. Infine, consideriamo sempre che cani e gatti sono soggetti a forme tumorali, soprattutto nella terza età. Spesso queste, se prese in tempo, si risolvono con le stesse terapie impiegate nella cura umana.
Come per gli umani una corretta alimentazione è fondamentale. Gli animali anziani dovrebbero evitare un pasto unico, preferendo la somministrazione di tre porzioni giornaliere così da stimolare il metabolismo e favorire l’assimilazione dei principi nutritivi. Riguardo questi ultimi, possiamo rivolgerci ad un nutrizionista per valutare una dieta domestica che non li privi di nulla. O, più semplicemente, a un prodotto di qualità, che vada incontro alle esigenze nutrizionali legate all’età.
E se il nostro amico soffrisse di Alzheimer?
Una maggiore aspettativa di vita significa anche convivere con forme di malattia legate alla terza età, vere e proprie patologie simili alla malattia di Alzheimer. È il caso di quei disturbi cognitivi-comportamentali legati all’invecchiamento delle funzioni cerebrali, caratterizzati da un deficit nell’apprendimento, da una diminuzione della percezione e della memoria e da risposte comportamentali normali ma rallentate. Ad esempio, difficoltà a riconoscere persone e luoghi, disorientamento e alterazione del ciclo del sonno. Riconoscere questi campanelli di allarme significa intervenire con le giuste terapie comportamentali e farmacologiche.
Ma in definitiva, per assicurare ai nostri compagni pelosi una vecchiaia lunga e serena, è sufficiente trattarli come faremmo con un familiare anziano. Assicurando loro una dieta corretta e le giuste terapie, ma anche un buon esercizio fisico per mantenere allenati il corpo e la mente e tenere lontane solitudine e depressione. Dare affetto in cambio di affetto è una ricetta piuttosto semplice, ma sempre valida, per una vita lunga e serena.
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