Le loro grandi passioni sono WhatsApp e Facebook, ma “vanno forte” anche su altri social. Navigano in rete quasi fossero degli adolescenti e si dedicano all’e-commerce per risparmiare tempo. Ecco i risultati dell’indagine “La percezione della tecnologia da parte dei senior” svolta da Format Research per 50&Più.
Amelia si siede sul divano; è domenica pomeriggio e finalmente può dedicarsi alla lettura di uno di quei romanzi che tanto le piacciono. Prende il suo tablet ed inizia a sfogliare il catalogo online della biblioteca della sua città, con centinaia di titoli gratuiti a disposizione. Sa che può scegliere il libro che più l’appassiona, scaricare il file sul proprio dispositivo ed il gioco è fatto. Per Amelia, leggere un libro digitale è diventata ormai un’abitudine consolidata, come quella di ascoltare un podcast mentre è sul bus o chattare con le amiche durante la giornata. Ogni tanto si chiede come sarebbe oggi la sua vita se non avesse imparato ad utilizzare il computer, il tablet, lo smartphone, a navigare in internet, a fare acquisti sul web. È molto orgogliosa delle proprie capacità, che si sono decisamente affinate durante la pandemia, quando i lunghi giorni chiusi in casa per il lockdown hanno permesso a lei e suo marito, entrambi pensionati, di provare, sperimentare, acquisire nuove abilità tecnologiche. Sorride tra sé e sé e dà una sbirciatina al tavolo dove Gualtiero è intento a setacciare il web, deciso a scovare uno smartwatch che faccia al caso suo, uno di quegli orologi digitali che monitorano anche il battito cardiaco, così quando la mattina va a fare la consueta camminata veloce, tiene un po’ sotto controllo il cuore e la pressione arteriosa…
Amelia e Gualtiero fanno parte degli oltre 47 milioni di persone (pari all’80,6% della popolazione italiana con età superiore ai 4 anni) che durante il lockdown causato dall’emergenza sanitaria, sono state in grado di superare il distanziamento sociale e sconfiggere l’isolamento, utilizzando tecnologie digitali, tramite le quali si sono incontrate, hanno studiato, lavorato, trascorso il tempo libero (dati Auditel-Censis 2020).
Ma senior come Amelia e Gualtiero, sono “fiori rari” nella nostra società, oppure anche gli over 50 sono diventati amanti della tecnologia e utilizzano, in maniera disinvolta, i dispositivi elettronici?
Una risposta a questa domanda ci viene dalla ricerca La percezione della tecnologia da parte dei senior: un’indagine sugli over 50 condotta dall’istituto Format Research per 50&Più, e parte integrante del volume Ipotesi per il futuro degli anziani – Tecnologie per l’autonomia, la salute e le connessioni sociali, a cura di Carlo Sangalli e Marco Trabucchi (Il Mulino). Lo studio aveva lo scopo di verificare l’uso delle nuove tecnologie e l’influenza della digitalizzazione sulla qualità della vita degli italiani con un’età compresa tra i 50 e gli 85 anni. E i risultati ottenuti sono davvero sorprendenti.
Senior 3.0
Dall’indagine, condotta su di un campione di oltre 1.500 persone, è emerso infatti che gli ultra cinquantenni italiani sono grandi utilizzatori delle nuove tecnologie. Quasi l’85% di essi possiede uno smartphone, oltre il 61% ha un personal computer, circa il 40% fa uso di un telefono cellulare senza Internet, il 21,2% un tablet e, infine, l’8,4% utilizza uno smartwatch.
Il pc, che come detto, è nelle case del 61,2% degli intervistati, è tra i dispositivi elettronici quello posseduto da più tempo. Quasi l’86% dei senior ce l’ha da oltre due anni, così come da oltre due anni è il 75% degli over 50 a possedere un tablet. A differenza del pc, chi utilizza il tablet, però, ha un’età compresa tra i 50 ed i 70 anni, mentre questa tipologia di device è quasi del tutto assente tra coloro che hanno più di settant’anni.
Altri tasselli dell’identikit dei senior possessori di pc e tablet? Titolo di studio elevato (il 72% è laureato e il 65% ha un diploma di scuole medie superiori) e residenza nelle grandi aree metropolitane.
Ma come vengono utilizzati questi due dispositivi?
Il 71,8% lo utilizza per inviare e ricevere posta elettronica, per navigare su Internet (il 67,8%) e per frequentare i social network (il 67,0%). Ma c’è una buona fetta di senior, il 37,0%, che utilizza il proprio pc o il tablet per effettuare dei pagamenti (bollette, servizi di vario genere, ecc.), mentre è il 28,9%, soprattutto uomini, a dedicarsi all’e-commerce, evidenziando come il commercio elettronico sia ormai entrato nelle abitudini degli over 50.
L’indagine mette in evidenza anche un altro cambiamento: il 16,8% degli intervistati utilizza il computer o il tablet per avere indicazioni utili a facilitare i propri spostamenti, avere informazioni di carattere sanitario, istruzioni sulle diverse procedure da seguire nel caso si dovesse procedere al pagamento delle tasse o per la fruizione di un servizio. C’è poi una piccola parte di over 50, il 4% circa, che utilizza questi due dispositivi per trascorrere il proprio tempo libero, magari in rete, guardando film, ascoltando musica, partecipando a forum online.
Lo smartwatch ha, invece, fatto breccia da poco nei cuori dei senior, tant’è che lo possiede soltanto l’8,4% degli over 50, che in genere lo hanno acquistato piuttosto di recente. È un dispositivo amato più dagli uomini che dalle donne, e da chi ha un alto titolo di studio (laurea). Il device più amato dai senior è senza dubbio lo smartphone: l’84,7% dei possessori ha tra i 50 ed i 60 anni e l’80% di essi ne possiede uno da oltre due anni. Chi, invece, ha un’età tra i 71 e gli 85 anni è in genere poco incline al fascino della rete e quindi preferisce un cellulare tradizionale, di quelli che non hanno la possibilità di avere internet.
Lo smartphone, però, non viene utilizzato soltanto per fare e ricevere telefonate, ma anche per inviare e ricevere Sms (60,8%), per navigare su internet (70,2%), e soprattutto per accedere ai social network, di cui gli over 50 sono dei grandi sostenitori. Basti pensare che il 71% degli intervistati (sette ogni dieci) utilizza il cellulare per collegarsi ai social e il 77,4% di essi se ne serve per inviare e ricevere messaggi di WhatsApp. C’è anche chi impiega il proprio smartphone per inviare o ricevere mail e c’è un sorprendente 17,8% di over 50 – in prevalenza donne, tra i 50 e i 60 anni – che lo utilizza per effettuare acquisti sul web.
Ma quante volte i possessori di smartphone, pc e tablet si collegano ad internet? L’80,1% dei primi lo fa più di una volta al giorno ed il 16,5% più volte a settimana, mentre tra chi ha il computer o il tablet, il 69% lo fa più volte al giorno ed il 23,5% più volte a settimana.
Social network, che passione!
Se qualcuno pensa che i social siano “cose da adolescenti”, allora deve ricredersi. Gli over 50, infatti, hanno una vera e propria passione per Facebook, WhatsApp & Co., dove sono attivissimi; basti sapere che ben il 94,8% degli over 50 è iscritto ad uno o più social network, mentre è soltanto il 5,2% dei senior a non utilizzarli.
E questa passione è senz’altro aumentata durante la pandemia, quando il 42,0% degli over 50 ha utilizzato i social network e i servizi di messaggistica in misura maggiore rispetto al passato, soprattutto per tenersi in contatto con amici e parenti. In particolare, le donne tra i 50 ed i 60 anni, in ogni parte d’Italia, sono attivissime su WhatsApp, mentre gli uomini tra i 50 ed i 70 anni e residenti nelle regioni del Nord Italia amano frequentare Facebook. I social “più gettonati” sono WhatsApp e Facebook che, scelti rispettivamente dal 79,0% e dal 73,3% dei senior, fanno la parte dei leoni; seguono YouTube (35%), Telegram (21%), Pinterest (16,4%), Instagram (12,2%) e, fanalino di coda, Twitter (10,9%).
Ma perché gli ultracinquantenni amano tanto i social? Perché attraverso di essi soddisfano il proprio desiderio di comunicare con le persone care (64,9%), si distraggono dai problemi personali (23,9%), conoscono persone con gli stessi interessi (20,2%) e ritengono che sui social possano esprimersi con maggiore libertà (11,1%).
C’è un altro dato interessante che emerge dall’indagine: il 33,2% degli intervistati è convinto che i social siano in grado di unire le diverse generazioni, dal momento che per comunicare si ha la possibilità di utilizzare lo stesso linguaggio.
Sarà vero?
Come ti smaschero le fake news
Parlare di social network e arrivare alle fake news il passo è breve. Come si sa, rispetto ai media tradizionali, le notizie che vengono riportate sui siti online non subiscono (o quasi) controlli; ecco, quindi, che si fa pressante la necessità di verificare le fonti delle informazioni.
Il 44% degli over 50 intervistati ha dichiarato che controlla “sempre” o “spesso” la provenienza della notizia; il 12,9% lo fa raramente mentre il 22% circa non controlla mai. E all’affermazione: “Non controllo le fonti, ma se una notizia mi sembra attendibile la condivido”, oltre il 65% degli intervistati si trova d’accordo.
I più attenti alle fonti sono coloro che hanno tra i 50 ed i 60 anni, risiedono nelle grandi aree metropolitane e sono dotati di un alto titolo di studio. I meno attenti, e perciò facilmente in balia delle fake news, sono gli ultra settantenni e chi risiede nei piccoli centri urbani. C’è da fare una piccola annotazione: tra coloro che non si preoccupano di controllare le fonti delle notizie che leggono in rete, il titolo di studio non è una discriminante.
Pronto, dottore…
La pandemia ha dato una spinta importante anche al modo di rapportarsi degli over 50 con l’assistenza sanitaria. Dall’indagine, infatti, risulta che in quest’ultimo anno e mezzo, circa il 73% degli intervistati ha avuto rapporti con il proprio medico di base e/o con altri medici tramite la tecnologia.
In particolare, il 52,0% degli intervistati ha dichiarato che durante il lockdown si è raffrontato con il proprio medico di fiducia tramite il telefono, mentre il 48,4% lo ha fatto attraverso Sms, WhatsApp, e-mail, e il 6,5% con videochiamate. C’è stato un 5,9% che ha utilizzato diversi sistemi di telemedicina come: la “televisita” (37,0%), la “teleriabilitazione” (36,1%), la “teleassistenza” (26,0%) ed il “telemonitoraggio” (24,5%).
Il rapporto “a distanza” è stato scelto prevalentemente dalle donne e da coloro con età compresa tra i 50 ed i 60 anni e, in lieve prevalenza, dai residenti nelle Regioni meridionali.
E se la telemedicina dovesse diventare la nuova frontiera del sistema sanitario dei prossimi anni, certamente gli over 50 sono i più disponibili al cambiamento, tanto che il 53,0% di essi ritiene che la telemedicina possa facilitare le prescrizioni dei farmaci, che arriverebbero direttamente sul cellulare; il 46,2% la considera importante nella riduzione dei tempi di attesa per gli esami clinici; il 34,9% per avere cure più tempestive; il 32,6% per avere tutti i dati sanitari raccolti in formato digitale; il 28,3% per consultare a distanza il medico o lo specialista senza andare in un centro sanitario.
In sintesi, il 31,9% degli over 50 ritiene che in un futuro prossimo le tecnologie digitali in campo sanitario permetteranno alle persone in età avanzata di vivere con maggiore serenità e il 29,7% che agevoleranno i senior, rendendoli più autonomi. C’è invece una fetta di intervistati, il 29,9%, che ritiene che le tecnologie digitali possano creare l’isolamento delle persone in età avanzata in quanto incapaci ad utilizzarle, mentre per l’8,5% degli over 50 niente può sostituire il recarsi fisicamente dal medico.
Se la casa si fa intelligente
Luci che si accendono al passaggio, tapparelle che si alzano o si abbassano con un comando vocale, lavatrici che si attivano anche a distanza grazie a un’app, frigoriferi che avvisano con un messaggio sullo smartphone che manca uno specifico alimento, assistenti vocali che danno informazioni. La domotica si sta facendo strada nelle nostre vite, le accompagna, le semplifica, si mette al servizio delle esigenze di ognuno. Il futuro sembra essere già qui, ma cosa pensano gli over 50 della tecnologia applicata alla vita di tutti i giorni?
Il 43,4% di essi ritiene senz’altro utile possedere un sistema informatico, se questo permette di risparmiare tempo e fatica o salvaguarda la salute delle persone come fanno i localizzatori, il telesoccorso, i sensori di gas o di fumo, le automazioni per porte o finestre, i sistemi salvavita. Anche in questo caso, i maggiori fan della domotica sono soprattutto donne, chi ha un’età compresa tra i 60 ed i 70 anni, i residenti nelle regioni del Nord e del Centro Italia e i possessori di un alto titolo di studio (laurea o post-laurea).
Un robot per amico
Gli assistenti vocali stanno pian piano accompagnando la nostra quotidianità: da Siri ad Alexa, passando per Google assistant, sono tanti i dispositivi in grado di aiutarci nelle piccole incombenze quotidiane. Ma quali sentimenti ha suscitato la prima interazione degli over 50 con questi dispositivi? Il 45% degli intervistati ha provato gioia e/o eccitazione, mentre un altrettanto 45% ha provato tristezza, angoscia, ansia, paura.
E, se un giorno dovesse accadere di vivere in uno dei mondi descritti da Isaac Asimov nei suoi romanzi, e gli over 50 dovessero interagire con dei robot, quali sentimenti li animerebbero? Presto detto.
Al campione preso in esame dalla ricerca è stata, infatti, posta la seguente domanda: “Pensando al prossimo futuro, cosa penserebbe se le dicessero che un giorno i nostri animali da compagnia potranno essere sostituiti da robot in tutto e per tutto uguali? Quale stato d’animo prevale in lei?”. Il 38,5% accetterebbe di vivere con un robot del tutto simile ad un animale domestico, ma non sarebbe poi così contento: il 47,7%, infatti, proverebbe tristezza; il 20,4% sorpresa; il 6,7% angoscia; il 4,8% rabbia; il 4,2%; paura, il 2,9% ansia e solo il 2,9% eccitazione. E, visti i risultati, possiamo dire ai vari Fido e Fuffi, che possono dormire sonni tranquilli.
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