Anastasija Puzankova, una giovane donna lettone, tutte le mattine saluta in perfetto Mandarino gli anziani della residenza di Jiufeng, nella città di Liantang, nel nord della Cina. Dallo scorso aprile, infatti, è lei alla guida della struttura che conta 217 ospiti. Tutti con una età media di oltre 85 anni.
Le barriere si possono abbattere
Anastasija Puzankova ha 35 anni, e prima di trasferirsi nel distretto di Qingpu ha vissuto 16 anni a Shangai. Ma il suo interesse per la Terra del Dragone nasce fin dalla giovinezza. Dopo aver studiato per due anni il Mandarino (la varietà di cinese più parlata al mondo) in Lettonia, si trasferisce all’Università di Fudan, grazie ad un programma di scambio per studenti.
«Sono affascinata dalla Cina perché è un Paese vasto, complesso e misterioso», ha spiegato ai giornali locali che la intervistano con molto interesse. Ricordando il suo primo incontro con i residenti della struttura, Anastasija ammette di essere rimasta molto colpita dalla loro età. «Sapevo già della longevità di questo popolo – ha raccontato -. Ma mi hanno stupito il loro stato di benessere, il loro entusiasmo e la loro energia».
«Gli anziani – continua – sono curiosi come i bambini, ma non sempre lo lasciano intendere. È importante avvicinarli e ottenere la loro fiducia». Certo non è sempre facile. A volte ha bisogno di un interprete, perché alcuni parlano un dialetto locale e non conoscono il cinese mandarino. Ma con il tempo anche questo ostacolo è stato superato: «La vicinanza ci porta ad usare anche il linguaggio del corpo, che ci permette di abbattere le barriere linguistiche. E la confidenza fa il resto». Anastasija non è più una straniera, ormai.
L’importanza di essere coinvolti secondo Anastasija
Per arrivare ogni mattina a lavoro Anastasija Puzankova prende due metropolitane e un autobus. Circa due ore di viaggio. Ma questo non le pesa. Sa che il suo lavoro è molto rispettato in Cina. Durante la chiusura dovuta alla diffusione del Covid-19, il centro ha rinunciato a molte attività che si svolgevano all’esterno ed in città.
«Molti anziani – ricorda – hanno sofferto per il lockdown. Alcuni hanno smesso di mangiare. Allora abbiamo cercato vari modi per tenerli occupati. Per esempio, abbiamo chiesto a chi aveva fatto il contadino, consigli da trasmettere via internet, sul piantare ortaggi e verdure, su quale sia il suolo migliore e così via. Abbiamo anche coinvolto gli ospiti in semplici attività di cucina, come sbucciare e cuocere fagioli. E ha funzionato».
La giovane europea è già una star. Li Xiaomei ha 92 anni ed è felice di mostrare una foto che le ritrae insieme. Yu Yinnan, che di anni ne ha 90, afferma di essere entusiasta della nuova direttrice: «Non avrei mai immaginato che parlasse la nostra lingua. Mi piace molto come comunica con noi, con affetto e complicità. Anche la mia salute ci ha guadagnato».
L’allentamento del lockdown riporta il sorriso agli anziani
Dopo molti mesi in Cina si stanno allentando a mano mano le restrizioni nelle case per anziani. Anche per gli ospiti della casa di cura di Jiufeng è il momento di tornare a incontrarsi e riabbracciarsi.
Nel Paese i centri diurni e le strutture per la terza età riaprono i battenti. Tuttavia, gli operatori sono tenuti a far osservare alcune regole per il distanziamento sociale. Così, ad esempio, è vietato ballare e giocare a carte, ma ciò che importa dopo tanti mesi, è la possibilità di tornare a rivedere i vecchi amici.
Wang Zhihua è una energica ottantatreenne, frequentatrice assidua del centro servizi anziani di Bund, vicino Shangai. È stata tra i primi a tornare dopo la riapertura, nell’aprile scorso: «Sono tornata subito perché tutti i miei amici sono qui. Con loro mi tengo in forma, mangio e mi diverto. Questo è ciò che davvero mi rende felice».
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