Se si parla di Casa Surace, è quasi superfluo fare presentazioni. Questo gruppo di ragazzi divertenti e solari, infatti, è sbarcato su YouTube nel 2015 con un video che ha raggiunto ben 12 milioni di visualizzazioni.
Oggi possono vantare oltre 4 milioni di fan. Una “famiglia allargata”, come la definiscono loro, che prende il nome da un appartamento diventato simbolo della storia dei ragazzi.
Lo hanno raccontato proprio loro – Beppe Polito, scenografo di Casa Surace, e Daniele Pugliese, co-founder, attore e autore – nel webinar “La solidarietà è una cosa da ridere” che si è svolto nel pomeriggio di ieri. Un incontro all’insegna del sorriso e dell’allegria all’interno di Zoom – I webinar di Spazio50.
Ci raccontate dove e come nasce Casa Surace?
Sicuramente è stata una serie di fortunati eventi: le persone giuste al momento giusto con la determinazione giusta. Alcuni di noi erano già legati, per lavoro o per passione, al mondo artistico. Così abbiamo iniziato con alcuni video, lanciandoci in questa avventura. Quando è uscito “La Pasqua ai tempi dei social network” abbiamo raggiunto 12 milioni di visualizzazioni e abbiamo capito che forse potevamo continuare su questa strada.
Il vostro nome a cosa è dovuto?
La storia del nostro nome fa sorridere se pensate che tutti i grandi gruppi di produzione hanno nomi ricercati. A noi, invece, è quasi capitato. Cinque anni fa, alcuni di noi vivevano in un appartamento che sulla porta aveva una maiolica (una piastrella in ceramica lavorata, ndr) con la scritta “Casa Surace”. Quando facevamo le feste o invitavamo gli amici, era diventato un vero e proprio luogo di ritrovo. Ci vediamo a Casa Surace stasera? oppure C’è una festa a Casa Surace! Ormai ci eravamo affezionati e ce lo siamo tenuto.
Voi siete un gruppo di ragazzi molto affiatato, ma una delle star di Casa Surace è Nonna Rosetta. Come avete deciso di coinvolgerla?
Un giorno stavamo girando un video nell’appartamento di Beppe, che abita sopra casa di Nonna Rosetta, e ci serviva qualcuno che potesse vestire i panni della nonna. Le abbiamo chiesto se ne avesse voglia e lei è stata al gioco. Volevamo farle fare una mossa molto popolare tra i ragazzi che si chiama Dab. Niente di volgare, ma ci stavamo divertendo e lei credeva che la spingessimo a fare qualcosa di inappropriato. Alla fine, l’abbiamo convinta e abbiamo riso moltissimo. Nei video successivi ha preso sempre più spazio fino a quando non abbiamo capito quanto fosse amata dal pubblico. Ricevevamo e-mail, messaggi, commenti su Nonna Rosetta, su quanto i ragazzi le volessero bene e quanto ricordasse loro le nonne che non avevano più. Abbiamo deciso di farle girare un video da sola e poi siamo arrivati alle canzoni di Sanremo rivisitate da Nonna Rosetta: uno dei nostri video più riusciti.
Insomma, si potrebbe quasi dire che Nonna Rosetta vi ha “soffiato” la celebrità…
Senza dubbio! Nonna Rosetta è amatissima. Qui a Sala Consilina (dove abita, ndr) prima del Covid riusciva ad uscire senza essere fermata troppo spesso. Ma, l’anno scorso, nel corso di alcuni eventi siamo rimasti davvero strabiliati: le chiedevano l’autografo o le foto. Una volta ci ha persino raccontato che è stata fermata in un supermercato ed è rimasta dentro ore a salutare tutti i fan. Adesso, però, è a casa, sta attenta e vede solo noi quando facciamo i tamponi e i sierologici.
Ma lei è davvero così o le avete costruito un personaggio ad hoc?
Nessun personaggio: Nonna è così come la vedete. È sorridente, sempre accogliente con tutti e tutti noi siamo un po’ suoi nipoti. Tanti anni fa, un’estate in cui eravamo due ragazzini, siamo andati al mare insieme a lei e siamo usciti una sera, rientrando tardi. Abbiamo cercato di non fare rumore per non svegliarla, ma quando siamo entrati in casa ci siamo accorti che lei non era nel letto. Ci siamo preoccupati e l’abbiamo aspettata. È tornata poco dopo dicendoci che era uscita con le amiche e anche lei era andata in una balera facendo tardi. Non ci potevamo credere. La sua ironia è la stessa che si vede nei video. Ad esempio, a febbraio è uscito I consigli di nonna sul coronavirus ed è diventato virale, tanto che ce l’hanno chiesto anche telegiornali stranieri ed è persino stato sottotitolato in cinese e coreano. Secondo noi, lei ha la capacità di far passare dei messaggi in un modo che a nessun altro di noi riuscirebbe.
Tra i tormentoni preferiti da Nonna Rosetta ci sono “Stai sciupato” quando vi vede più magri del solito e l’immancabile “Pacco da giù” da inviare ad amici e parenti che si sono trasferiti altrove. Voi li avete uniti dando vita al progetto “Stai Sciupacco”, di che si tratta?
Il fantomatico “pacco da giù” non è solo un modo per ricevere prodotti da casa, ma è un vero e proprio messaggio d’affetto. Chi è o chi è stato cittadino del sud fuori sede o anche un semplice amante della cucina “di paese” avrà sentito la mancanza dei sapori, degli odori e delle tradizioni che solo la tavola di casa ti sa dare. Noi abbiamo pensato di regalare a tutti la stessa emozione, cercando al tempo stesso di compiere un gesto solidale. Si tratta, infatti, di un vero e proprio baratto che facciamo con le aziende agroalimentari italiane e le realtà più piccole che possono beneficiare dei nostri canali di comunicazione per farsi conoscere. Loro, infatti, ci mandano i prodotti locali, noi li impacchettiamo e li pubblicizziamo per raggiungere quanti più consumatori possibili. È un progetto di cui siamo molto orgogliosi perché sappiamo che all’interno del pacco ci sono prodotti di grande qualità di aziende molto valide. Siamo orgogliosi, soprattutto, quando riceviamo le foto di chi ha scartato il pacco ed è felice di poter sentire ancora i sapori di casa. Un gesto che abbiamo deciso di ampliare con lo Stai Sciupacco Sospeso…
Come funziona?
Il principio è lo stesso del caffè sospeso a Napoli. Chi entra in un bar partenopeo e vive in condizioni difficili, tanto da non potersi permettere un caffè, lo trova pagato al banco da qualcuno che è arrivato prima di lui. È la stessa cosa che speriamo, in un certo senso, di ottenere con lo Stai Sciupacco Sospeso. Nella sezione apposita del sito, infatti, si può compilare una scheda in cui elencare le motivazioni per regalare o ricevere uno Stai Sciupacco. Un esperimento che avevamo avviato sui Social e che ci ha davvero commosso per le tante storie ricevute. Così, abbiamo pensato a chi non può permettersi una spesa del genere, ma ne avrebbe davvero bisogno.
Un’iniziativa che rispecchia perfettamente l’impegno di Casa Surace che spesso ha sposato cause sociali e solidali nei suoi video, raccontandole con ironia. Ne è un esempio il video “Le frasi da non dire quando si parla di adozioni”, realizzato in collaborazione con Italia Adozioni. O l’impegno preso con Coop per una raccolta fondi destinata alla città di Amatrice, colpita dal terremoto. O, ancora, l’iniziativa estiva “Adotta un anziano” di cui Casa Surace è stata promotrice. Quando glielo si fa notare, però, i ragazzi stringono le spalle: «Sono cose che avremmo fatto comunque. La fortuna di farle come Casa Surace, però, è quella di renderle più visibili e spingere più persone a prenderne parte».
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