La crisi economica e finanziaria è la sfida maggiore che il nostro Paese deve affrontare in questo periodo. A pensarla così è niente di meno che l’87% degli italiani. Ma, in particolare, ne sono convinti 9 over 65 su 10 (90%), un dato simile a quello degli over 50 (87%). I meno preoccupati sono i giovanissimi con il 77%, molto di più invece la fascia di età 20-34 anni (88%) e leggermente meno quella che va dai 30 ai 49 anni.
Differentemente da quanto si potrebbe pensare non è il cambiamento climatico, oggetto dell’indagine realizzata dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) sul Clima, ad occupare il primo posto tra i pensieri degli italiani in questo periodo. Come nemmeno per il resto degli europei. Eppure la ripresa economica post-pandemia non può non tener conto dell’emergenza climatica.
Economia, pandemia, occupazione: le preoccupazioni principali
La pandemia Covid-19 si piazza al secondo posto per il 68% degli intervistati e raggiunge percentuali più alte tra gli over 65 (74%) rispetto al resto della popolazione. È seguita dalla disoccupazione che preoccupa di più i senior (68%), un dato che condividono con coloro che potrebbero essere i figli o i nipoti, i giovani tra i 20 e i 29 anni.
La crisi finanziaria preoccupa gli italiani meno nella fascia di età 50-64 anni (43%) e di più la fascia 30-49 anni (50%). In pratica, la disoccupazione e la crisi finanziaria ci assillano di più rispetto ad altri cittadini europei: la disoccupazione è una sfida per il 63% degli intervistati italiani rispetto al 41% degli europei. Complessivamente, inoltre, la crisi finanziaria preoccupa il 47% degli intervistati rispetto al 37% degli europei.
Ma non c’è ripresa economica senza l’attenzione all’emergenza climatica
Il cambiamento climatico, invece, sembra non essere al centro dell’attenzione degli italiani. O almeno lo è quasi per un italiano su tre: il 32%, scesi in picchiata di nove punti rispetto al 2019. Il dato medio rispecchia quello degli over 65, mentre i più sensibili con il 43% risultano i giovanissimi (15-19 anni). Meno attenta alla problematica risulta essere la fascia di età tra i 30-49 anni con il 27%.
Eppure, prevalgono gli italiani convinti che la ripresa economica post-pandemica debba tenere conto dell’emergenza climatica (60%). In particolare, la pensa così il 62% degli over 65 e meno gli over 50 con il 55%. In generale si ritiene che il loro governo dovrebbe promuovere una crescita a basso impatto di CO2 e resiliente sotto il profilo climatico. Si tratta di una percentuale di tre punti superiore alla media europea (57%).
D’accordo a misure “verdi” stringenti
A dimostrazione di ciò l’80% degli italiani, contro il 70% della media europea, è favorevole a misure governative più stringenti e correttive dei comportamenti individuali per contrastare i cambiamenti climatici. I più favorevoli sono proprio gli over 65 tanto che oltre 8 su 10 si dicono d’accordo (84%), dato simile tra gli over 50 (82%), seguiti dalla generazione 20-29enni con l’81%. Le altre fasce di età si fermano al 76%.
Gli over 65 sono i più generosi verso le azioni dell’Italia per il Clima
Infine, solo il 35% degli italiani ritiene che il loro Paese sia in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici, una percentuale di sei punti inferiore alla media europea (41%). Si tratta di un’affermazione condivisa solo dal 25% degli intervistati di età compresa tra i 15 e i 29 anni, rispetto al 41% di coloro che appartengano alla fascia di età pari a o superiore ai 65 anni. Viceversa, il 57% degli italiani crede che l’Ue svolga un ruolo di primo piano nella lotta contro i cambiamenti climatici, rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, una percentuale inferiore alla media europea che è del 66%.
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