Nonostante l’incremento dei tumori in Italia diminuiscono i decessi. L’oncologia italiana si rivela un settore di eccellenza grazie ai progressi nella diagnosi precoce e nelle terapie
I tumori sono in aumento, circa 395mila nuove diagnosi nel 2023 e un incremento di 18.400 casi ogni 12 mesi dal 2020. Ma la buona notizia è il miglioramento nell’efficacia della prevenzione e delle cure che, in 13 anni, hanno permesso di evitare oltre 268mila decessi. È quanto emerso nel corso del convegno sull’oncologia del futuro (Firenze, 2 dicembre scorso) organizzato da Motore Sanità con i massimi esperti su cure innovative e prevenzione.
Le sfide di sostenibilità
L’oncologia italiana vanta avanzamenti senza precedenti nella diagnosi e nel trattamento dei tumori. Le scoperte nei checkpoints immunologici, nella genomica e nei trigger points tumorali hanno delineato nuovi scenari che fino a qualche tempo fa erano inimmaginabili, portando a terapie estremamente mirate ed efficaci. Tuttavia, questi progressi scientifici devono confrontarsi con sfide cruciali di sostenibilità e accesso. Problemi come l’early access alle terapie innovative, il disallineamento tra diagnostica e farmaci, e le difficoltà di rimborsabilità per le terapie target richiedono interventi urgenti.
Il nodo cruciale della spesa
Per quanto riguarda la sostenibilità della spesa, né la costituzione dei fondi sovraregionali dedicati ai farmaci innovativi, né la riunione dei 2 fondi in un unico fondo, né l’eventuale avanzo del fondo restituito alle regioni (non vincolato) sembrano aver risolto le molte criticità, né la recente allocazione di una parte del fondo per i farmaci a innovatività condizionata. Per analizzare queste problematiche e proporre soluzioni concrete, Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Centro Diagnostico Italiano (CDI) e Gilead ha riunito i massimi esperti del settore con l’obiettivo di discutere criticità, condividere buone pratiche e delineare un futuro sostenibile per l’oncologia italiana.
Nuove strategie contro i tumori legati al fumo
Secondo le stime, circa il 40% dei tumori sono prevenibili in quanto correlati a fattori di rischio modificabili. Tra questi, sicuramente, c’è il fumo. Ed è un dato di fatto che in Italia ci siano milioni di fumatori che non vogliono oppure non riescono a smettere. Diventano allora fondamentali strategie di riduzione del rischio, valutando l’opportunità di passare a prodotti privi di combustione. “Negli ultimi anni – ricostruisce il cardiologo Silvio Festinese, dell’Ospedale S. Spirito di Roma I – abbiamo scoperto che l’uso della e-cigarette per la cessazione dell’abitudine tabagica è migliore della terapia medica con l’uso sostitutivo dei farmaci”. Questo, afferma, “deve farci riflettere sui consigli da dare nella clinica pratica nell’approccio ai pazienti fumatori”. Ovviamente, e il professor Festinese lo sottolinea,“è meglio non fumare”.
Cyberknife, l’innovazione contro il tumore alla prostata
“Ogni anno in Italia circa 44.000 persone si ammalano di tumore della prostata – ha spiegato il dottor Giancarlo Beltramo, Direttore del Centro Cyberknife CDI – la radioterapia a fasci esterni è una consolidata alternativa non invasiva al trattamento chirurgico, rispetto al quale offre pari efficacia in termini di controllo di malattia e sopravvivenza globale. La continua innovazione tecnologica nell’ambito della radioterapia – ha proseguito Beltramo – ha permesso di sviluppare nuove tecniche di irradiazione nell’ambito del tumore della prostata tra cui i trattamenti stereotassici”.
Il Cyberknife rappresenta una soluzione tecnologica unica nel suo genere che ha permesso di offrire ai pazienti trattamenti sicuri, veloci ed efficaci che possono costituire una nuova valida opzione terapeutica.
Screening alla prostata, meno dolore e più efficacia
Dal punto di vista diagnostico, una svolta fondamentale è rappresentata dalla risonanza magnetica multiparametrica. L’individuazione dei tumori con la biopsia, infatti, oltre che dolorosa, ha sempre comportato alcune difficoltà legate innanzitutto alla posizione della prostata. La risonanza magnetica nucleare tridimensionale e multiparametrica è in grado di identificare un eventuale tumore in maniera precisa. Individuando prima i tumori è poi possibile mettere in campo interventi più blandi per il paziente, con una qualità di vita migliore. Un aspetto tutt’altro che irrilevante, se si considera che la previsione di sopravvivenza di chi sia ammalato di tumore alla prostata è del 91% a cinque anni, all’82% a dieci anni.
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