Simboli associati a suoni, suoni collegati a significati, sillabe che compongono parole, parole che formano frasi, frasi che esprimono concetti.
Leggere e scrivere non sono attività banali. Al cervello di un bambino che entra in contatto per la prima volta con vocali e consonanti viene richiesto uno sforzo notevole. Ma quella fatica improba, però, verrà ampiamente ripagata nel corso di tutta la vita. Imparare a decifrare e a comporre testi, infatti, non solo gli permetterà di dedicarsi a una serie di attività interessanti e di inserirsi appieno nella società comunicando con chi desidera, ma gli consentirà anche di allontanare il rischio di soffrire di demenza. La lotta all’analfabetismo diventa quindi anche una necessità di salute pubblica. È questo il messaggio lanciato dagli autori di uno studio appena pubblicato su Neurology che mette in evidenza l’importanza dell’Abc per la salute del cervello. Restare analfabeti, infatti, aumenta di tre volte le probabilità di andare incontro a declino cognitivo durante la vecchiaia.
I ricercatori hanno reclutato tra le comunità di migranti di New York originarie della Repubblica Domenicana, 983 persone di 77 anni di età che avevano frequentato al massimo quattro anni di scuola nella loro vita. Il campione è stato diviso in due gruppi: 237 individui erano completamente analfabeti, mentre gli altri 746 avevano imparato a leggere e scrivere.
Le differenze tra i membri dei due gruppi sono emerse già all’inizio dello studio: il 35% delle persone che non conoscevano le lettere (83 su 237) soffriva di demenza in confronto al 18% delle persone che avevano confidenza con l’alfabeto. Ma nel tempo sono comparse altre prove a sostegno dell’effetto protettivo della lettura e della scrittura sul cervello.
Tra coloro che non avevano dato segni di anomalie cognitive all’inizio dello studio, ha sviluppato una forma di demenza il 48% (114 su 237) delle persone analfabete in confronto al 27% delle persone capaci di interpretare e maneggiare i simboli fonetici.
Chi sapeva leggere e scrivere otteneva punteggi più alti nei test di memoria, di ragionamento logico e di orientamento spaziale che erano stati somministrati ai partecipanti periodicamente per quattro anni.
«Questi risultati dimostrano che la lettura può potenziare le performance cerebrali in vari modi aiutando a prevenire o a ritardare l’insorgere della demenza. Bastano pochi anni di istruzione, affinché le persone che imparano a leggere e scrivere ottengano vantaggi a lungo termine nei confronti di chi non acquisisce mai queste competenze», scrivono i ricercatori.
© Riproduzione riservata